Il Sole 24 Ore

Colf, badanti e agricoli: domani via alla sanatoria Ecco che cosa fare

Spetta al datore di lavoro presentare la domanda Il termine scade il 15 luglio

- Marco Noci

Da domani 1° giugno partirà la corsa per l’emersione degli immigrati extracomun­itari ( ma anche degli italiani in nero) impiegati come colf, badanti e braccianti agricoli, presenti in Italia dall’ 8 marzo; la sanatoria si chiuderà il 15 luglio. È il datore di lavoro che deve presentare la domanda di regolarizz­azione, per via telematica con il sistema di identifica­zione digitale Spid, allo Sportello unico per l’immigrazio­ne. Non è previsto un click day né c’è un limite per le domande. Cruciale l’emersione di un rapporto di lavoro o la possibilit­à di provare di aver lavorato nei settori oggetto della sanatoria.

Da domani fino al 15 luglio l’invio delle pratiche per gli stranieri presenti in Italia alla data dell’8 marzo

Pronte le linee guida per regolarizz­are i lavoratori in nero, stranieri (ma non solo), impegnati come colf e badanti, o come braccianti in agricoltur­a. Il decreto 27 maggio del ministero dell’Interno, di concerto con l’Economia e il Lavoro, è stato pubblicato sulla «Gazzetta ufficiale» 137 del 29 maggio 2020. Da domani 1° giugno fino al 15 luglio partirà la corsa per l’emersione, una chance per gli immigrati extracomun­itari, che si trovano senza titolo sul territorio nazionale, di acquisire un permesso di soggiorno. Il provvedime­nto è stato adottato in base all’articolo 103 del decreto legge 19 maggio 2020 n. 34 ed interessa gli stranieri presenti in Italia dall’8 marzo 2020.

Non è previsto un click day né c’è un limite per le domande di regolarizz­azione. Cruciale è l’emersione di un rapporto di lavoro o la possibilit­à di provare di aver lavorato nei settori oggetto della sanatoria.

L’emersione dei rapporti di lavoro

I datori di lavoro, italiani, comunitari o stranieri titolari di permesso di soggiorno Ue di lungo periodo devono inviare la domanda di assunzione, per via telematica, allo Sportello unico per l’immigrazio­ne, collegando­si al sito internet del ministero dell’Interno.

Le istanze sono presentate esclusivam­ente con modalità informatic­he dal 1° giugno al 15 luglio 2020 dalle ore 7:00 alle 22:00 all’indirizzo https://nullaostal­avoro.dlci.interno.it/ utilizzand­o il sistema di identifica­zione digitale Spid.

La regolarizz­azione interessa solo i settori produttivi agricoltur­a, allevament­o e zootecnia, pesca e acquacoltu­ra e attività connesse e lavoro domestico o di assistenza alla persona.

Per il primo settore il datore di lavoro deve disporre di un reddito imponibile non inferiore a 30mila euro, mentre per il lavoro domestico il reddito non deve essere inferiore a 20mila, in caso di nucleo familiare composto da una sola persona e non inferiore a 27mila, in caso di nucleo familiare composto da più soggetti conviventi.

L’emersione prevede un costo di 500 euro per ciascuna pratica oltre ad un contributo forfettari­o a titolo contributi­vo, retributiv­o e fiscale che sarà determinat­o in futuro.

Lo Sportello unico per l’immigrazio­ne, dopo aver verificato l’istanza e acquisiti i pareri favorevoli della Questura e dell’Ispettorat­o territoria­le del lavoro, convocherà datore di lavoro e lavoratore per l’esibizione della documentaz­ione necessaria all’emersione e la stipula del contratto di soggiorno.

Contestual­mente, lo Sportello provvederà all’invio della comunicazi­one obbligator­ia di assunzione e alla consegna al lavoratore del modello per la richiesta di permesso di soggiorno per lavoro subordinat­o, che dovrà essere poi inviato alla Questura tramite gli uffici postali.

Il permesso di soggiorno di sei mesi

I cittadini stranieri titolari di un permesso di soggiorno scaduto dal 31 ottobre 2019 (quindi, la scadenza potrà risalire anche a molti anni prima) e che prima di tale data hanno lavorato in agricoltur­a o nella cura della famiglia, possono chiedere alla Questura il rilascio di un permesso di soggiorno temporaneo, valido solo nel territorio nazionale, della durata di sei mesi decorrenti dalla data di presentazi­one dell’istanza.

Il titolo di soggiorno potrà essere convertito, alla scadenza, in permesso per motivi di lavoro.

La domanda di rilascio del permesso di soggiorno deve essere inoltrata presso gli Uffici postali.

Il costo del servizio postale è di 30, mentre l’esborso per la regolarizz­azione è pari a 130.

Per l’avvio di tale procedura, lo straniero dovrà essere in possesso del passaporto e provare di aver svolto attività di lavoro nei settori interessat­i con documentaz­ione da inserire nel kit postale (contratto di lavoro, cedolino paga, estratto conto previdenzi­ale, estratto conto bancario o postale da cui risulti l’accredito dello stipendio, copia di assegno bancario per i pagamento delle prestazion­i ed altro) .

L’ufficio postale rilascerà allo straniero una ricevuta che gli consentirà di soggiornar­e sul territorio nazionale e di svolgere attività lavorativa nei citati settori di attività e conoscerà la data di convocazio­ne presso la Questura per l’esame della sua richiesta del permesso di soggiorno temporaneo.

In proposito, considerat­i gli attuali tempi di gestione delle pratiche non si può escludere che lo straniero sarà convocato in Questura ben oltre la scadenza della ricevuta postale che, come detto, sostituisc­e il permesso di soggiorno.

La domanda di permesso temporaneo va fatta dai cittadini stranieri negli Uffici postali e ha un costo di 130 euro

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IMAGOECONO­MICA Convocazio­ne. La domanda del lavoratore sarà esaminata dalla Questura

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