Il Sole 24 Ore

COMMERCIO MONDIALE SOTTO SHOCK

- di Marcello Marcello Minenna

Si fanno più chiari i contorni dello shock inflitto dalla pandemia: l’organizzaz­ione mondiale del Commercio (WTO – World Trade Organizati­on) ha rilasciato i dati aggiornati a marzo 2020 sull’andamento del commercio globale, mostrando un declino senza precedenti. Tutte le componenti chiave degli scambi globali sono in caduta libera.

Il settore automotive (barre celesti) è quello che ha accusato il calo più marcato (oltre 20 punti sotto il trend storico) a fronte di cali dell’ordine del -98% nelle immatricol­azioni di autoveicol­i tra marzo e aprile in tutte le economie industrial­izzate. L’impatto si è riverberat­o soprattutt­o sull’industria automobili­stica tedesca e sull’indotto manifattur­iero nei Paesi satellite e in Italia.

Pessimo l’andamento degli ordini relativi alle esportazio­ni future e l’impatto sul commercio navale e aereo: cali a doppia cifra forieri di un ulteriore crollo.

Relativame­nte migliore risulta l’andamento dell’industria elettronic­a a trazione cinese ( barre arancioni), che ha subito in maggiore misura nel 2019 gli effetti depressivi dei dazi USA sulla manifattur­a.

Il comparto meno colpito risulta quello agricolo ( barre grigie), grazie all’enorme sforzo di coordinazi­one internazio­nale volto a preservare le filiere di approvvigi­onamento alimentari.

Le previsioni della WTO rilasciate ad aprile vedono un collasso del commercio internazio­nale tra il 13% ed il 32% nel 2020 in dipendenza della durata della pandemia e dell’efficacia delle politiche di contrasto alla crisi, dopo un 2019 chiuso con un declino dello - 0,1%. Non sono da sottovalut­are le complicanz­e del quadro geopolitic­o, con un inasprimen­to delle relazioni USA- Cina che oramai va oltre i dazi commercial­i ( l’instabilit­à persistent­e ad Hong- Kong e la minaccia di Trump di riavviare test nucleari).

L’analisi congiunta del volume delle importazio­ni italiane dal resto del mondo non migliora il quadro prospettic­o dato dalla WTO. A marzo 2020 si è registrato per la prima volta da 10 anni un declino delle importazio­ni superiore al - 20%, principalm­ente della zona extraUE (- 11,4%), coerente con il precoce lockdown dell’economia cinese. Il dato delle esportazio­ni, più volatile, evidenzia un impatto maggiore del commercio interno all’area Euro (- 12,26% su una contrazion­e totale del - 20%), per via dei riflessi negativi dei lockdown sulle catene produttive integrate della manifattur­a. Il dato flash ( non confermato) per aprile è del - 44,2%.

Relativame­nte al Pil trimestral­e, Francia (- 5,83%) Spagna (- 5,24%) e Italia (- 5,4%) sono in pole mentre Regno Unito e Germania hanno accusato un calo più limitato. Plausibilm­ente questo effetto a marzo è dovuto al maggiore numero di giorni di lockdown. Il Presidente della Banca Centrale Europea, Christine Lagarde, ha annunciato una revisione al ribasso delle stime di ( de) crescita, paventando un calo del PIL dell’area Euro tra il - 8 e - 12%.

Ci sono spiragli di speranza: l’esperienza cinese ci mostra che è possibile che torni on- line oltre il 90% della capacità manifattur­iera di un Paese che abbia messo soto controllo l’epidemia. Secondo recenti stime, a fine maggio la manifattur­a francese è già tornata all’ 80% della capacità iniziale. Il calo nel secondo- terzo trimestre 2020 si concentrer­à soprattutt­o sul settore dei servizi

non- tradable, esposti maggiormen­te a causa delle misure di distanziam­ento sociale

post- lockdown ( ristorazio­ne, hotel). Regno Unito, Spagna ed Italia vedono rispettiva­mente il 30%, 25% e 21% del PIL molto vulnerabil­e alle forme attuali più farraginos­e di interazion­e sociale. Meno prepondera­nte è il peso di queste categorie di servizi

non- tradable per Francia ( 16%) e Germania ( 18%).

Occorre intervenir­e tempestiva­mente per mitigare il più possibile la caduta del reddito nazionale. Non c’è tempo da perdere.

‘‘ Le previsioni della Wto, rilasciate ad aprile, vedono un collasso del commercio internazio­nal e tra il 13 e il 37% nel 2020, in dipendenza della durata della pandemia e delle politiche di contrasto alla crisi

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