Le imprese: usare i fondi europei, servono anche quelli per la sanità
Nove associazioni denunciano lo stato drammatico dell’economia: occorrono «interventi forti» subito a sostegno della domanda e per rilanciare gli investimenti. Governo al lavoro sul piano per le riforme
«Lo stato drammatico e le prospettive incerte dell’economia richiedono interventi forti e immediati per sostenere la domanda di imprese e famiglie e rilanciare gli investimenti pubblici». Abi, Alleanza delle coop italiane, Ance, CIA-Agricoltori italiani, Coldiretti, Confagricoltura, Confapi,
Confindustria e Copagri esortano il Governo e le forze politiche a utilizzare fin da subito tutte le risorse e gli strumenti che l’Europa ha già messo a disposizione.
Bisogna utilizzare tutte le risorse messe a disposizione dalla Ue, a partire da quelle per l'emergenza sanitaria. Non farlo sarebbe una «grave responsabilità», visto lo stato drammatico dell’economia. Il piano di rilancio presentato dalla Commissione europea «è rilevante e positivo», anche considerando «le risorse che potrebbero essere destinate all’Italia». Ma la disponibilità non è immediata, per i passaggi formali in sede europea e la necessità da parte dei paesi di preparare un piano di riforme per accedere ai fondi. È, in sintesi, l’appello che le organizzazioni imprenditoriali italiane hanno rivolto al governo, al Parlamento e alle forze politiche. Confindustria, Abi, Alleanza delle cooperative italiane, Ance, Cia – Agricoltori italiani, Coldiretti, Confagricoltura, Confapi e Copagri hanno messo nero su bianco un testo breve e diretto per esortare appunto «il governo, il Parlamento e le forze politiche a utilizzare fin da subito tutte le risorse e gli strumenti che l’Europa ha già messo a disposizione, a partire dai fondi per sostenere i costi diretti e indiretti dell’emergenza sanitaria». Non farlo, continua il documento, «sarebbe una scelta non comprensibile e comporterebbe una grave responsabilità verso il paese, i suoi cittadini, le sue imprese».
La riflessione del mondo imprenditoriale è che le risorse del piano di rilancio europeo non arriveranno in tempi rapidi. «Il negoziato – è scritto nel comunicato - richiederà ancora alcuni mesi, così come sarà necessaria la presentazione da parte del nostro governo di un solido e credibile piano di riforme per accedere alle risorse».
C’è bisogno invece di tempestività: «lo stato drammatico e le prospettive molto incerte della nostra economia – dice ancora il testo del comunicato - richiedono interventi forti e immediati per sostenere la domanda delle imprese e famiglie e rilanciare gli investimenti pubblici».
Nei giorni scorsi il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, parlando del Recovery Found europeo, l’aveva considerato «una novità che regala una speranza», ma aveva anche messo in guardia da aspettative troppo ottimistiche: «non vorrei che ci illudessimo che questi 172 miliardi possano arrivare domani mattina», aveva detto giovedì, ad un convegno web organizzato dalla Fondazione Fiera di Milano.
Per avere queste risorse, aveva sottolineato Bonomi, «ci sarà un lungo percorso che prevede l'unanimità di voto». Non solo: il Fondo europeo da 750 miliardi «sarà soggetto a tante contrattazioni e condizionalità». Per quanto riguarda il nostro paese «abbiamo sprecato grandi occasioni», era stata la riflessione del presidente di Confindustria su come l’Italia ha utilizzato in passato i fondi Ue. In più le risorse sono legate ad un piano di riforme, ha sottolineato Bonomi: «non si può far credere alla gente che si potranno usare quei finanziamenti per la spesa corrente». Piuttosto, va colta questa crisi per modernizzare il paese e fare riforme vere, dalla semplificazione, al fisco, al lavoro. E rilanciare gli investimenti. La preoccupazione di Bonomi è quella di vedere una politica «senza strategia», concentrata sull’emergenza, più attenta ad accontentare tutti, con interventi a pioggia che non funzionano, e ai dividendi elettorali che a guardare avanti. È urgente «un tavolo pubblico-privato, dove unire le energie migliori del paese» e fare le riforme: «Altrimenti l'Italia avrà un declino, e questo il paese non lo merita».
Un appello condiviso dal Pd « è giusto e va raccolto » dice Andrea Marcucci. Plaude da Iv Ettore Rosato « Bene le imprese, irresponsabilenon chiedere subito quei fondi». E anche per Benedetto Della Vedova (Più Europa) il governo deve chiedere subito i fondi Mes.
«Governo, Parlamento e forze politiche utilizzino fin da subito tutte le risorse e gli strumenti che l’Europa ha già messo a disposizione ».
Marcucci (Pd): «Giusto l’appello delle imprese e va raccolto. Usare subito gli strumenti Ue, compreso il Mes»
Bonomi: «il Recovery Fund da 750 miliardi richiederà un lungo percorso che prevede unanimità di voto».