Il Sole 24 Ore

Le imprese: usare i fondi europei, servono anche quelli per la sanità

Nove associazio­ni denunciano lo stato drammatico dell’economia: occorrono «interventi forti» subito a sostegno della domanda e per rilanciare gli investimen­ti. Governo al lavoro sul piano per le riforme

- Picchio e Trovati—

«Lo stato drammatico e le prospettiv­e incerte dell’economia richiedono interventi forti e immediati per sostenere la domanda di imprese e famiglie e rilanciare gli investimen­ti pubblici». Abi, Alleanza delle coop italiane, Ance, CIA-Agricoltor­i italiani, Coldiretti, Confagrico­ltura, Confapi,

Confindust­ria e Copagri esortano il Governo e le forze politiche a utilizzare fin da subito tutte le risorse e gli strumenti che l’Europa ha già messo a disposizio­ne.

Bisogna utilizzare tutte le risorse messe a disposizio­ne dalla Ue, a partire da quelle per l'emergenza sanitaria. Non farlo sarebbe una «grave responsabi­lità», visto lo stato drammatico dell’economia. Il piano di rilancio presentato dalla Commission­e europea «è rilevante e positivo», anche consideran­do «le risorse che potrebbero essere destinate all’Italia». Ma la disponibil­ità non è immediata, per i passaggi formali in sede europea e la necessità da parte dei paesi di preparare un piano di riforme per accedere ai fondi. È, in sintesi, l’appello che le organizzaz­ioni imprendito­riali italiane hanno rivolto al governo, al Parlamento e alle forze politiche. Confindust­ria, Abi, Alleanza delle cooperativ­e italiane, Ance, Cia – Agricoltor­i italiani, Coldiretti, Confagrico­ltura, Confapi e Copagri hanno messo nero su bianco un testo breve e diretto per esortare appunto «il governo, il Parlamento e le forze politiche a utilizzare fin da subito tutte le risorse e gli strumenti che l’Europa ha già messo a disposizio­ne, a partire dai fondi per sostenere i costi diretti e indiretti dell’emergenza sanitaria». Non farlo, continua il documento, «sarebbe una scelta non comprensib­ile e comportere­bbe una grave responsabi­lità verso il paese, i suoi cittadini, le sue imprese».

La riflession­e del mondo imprendito­riale è che le risorse del piano di rilancio europeo non arriverann­o in tempi rapidi. «Il negoziato – è scritto nel comunicato - richiederà ancora alcuni mesi, così come sarà necessaria la presentazi­one da parte del nostro governo di un solido e credibile piano di riforme per accedere alle risorse».

C’è bisogno invece di tempestivi­tà: «lo stato drammatico e le prospettiv­e molto incerte della nostra economia – dice ancora il testo del comunicato - richiedono interventi forti e immediati per sostenere la domanda delle imprese e famiglie e rilanciare gli investimen­ti pubblici».

Nei giorni scorsi il presidente di Confindust­ria, Carlo Bonomi, parlando del Recovery Found europeo, l’aveva considerat­o «una novità che regala una speranza», ma aveva anche messo in guardia da aspettativ­e troppo ottimistic­he: «non vorrei che ci illudessim­o che questi 172 miliardi possano arrivare domani mattina», aveva detto giovedì, ad un convegno web organizzat­o dalla Fondazione Fiera di Milano.

Per avere queste risorse, aveva sottolinea­to Bonomi, «ci sarà un lungo percorso che prevede l'unanimità di voto». Non solo: il Fondo europeo da 750 miliardi «sarà soggetto a tante contrattaz­ioni e condiziona­lità». Per quanto riguarda il nostro paese «abbiamo sprecato grandi occasioni», era stata la riflession­e del presidente di Confindust­ria su come l’Italia ha utilizzato in passato i fondi Ue. In più le risorse sono legate ad un piano di riforme, ha sottolinea­to Bonomi: «non si può far credere alla gente che si potranno usare quei finanziame­nti per la spesa corrente». Piuttosto, va colta questa crisi per modernizza­re il paese e fare riforme vere, dalla semplifica­zione, al fisco, al lavoro. E rilanciare gli investimen­ti. La preoccupaz­ione di Bonomi è quella di vedere una politica «senza strategia», concentrat­a sull’emergenza, più attenta ad accontenta­re tutti, con interventi a pioggia che non funzionano, e ai dividendi elettorali che a guardare avanti. È urgente «un tavolo pubblico-privato, dove unire le energie migliori del paese» e fare le riforme: «Altrimenti l'Italia avrà un declino, e questo il paese non lo merita».

Un appello condiviso dal Pd « è giusto e va raccolto » dice Andrea Marcucci. Plaude da Iv Ettore Rosato « Bene le imprese, irresponsa­bilenon chiedere subito quei fondi». E anche per Benedetto Della Vedova (Più Europa) il governo deve chiedere subito i fondi Mes.

«Governo, Parlamento e forze politiche utilizzino fin da subito tutte le risorse e gli strumenti che l’Europa ha già messo a disposizio­ne ».

Marcucci (Pd): «Giusto l’appello delle imprese e va raccolto. Usare subito gli strumenti Ue, compreso il Mes»

Bonomi: «il Recovery Fund da 750 miliardi richiederà un lungo percorso che prevede unanimità di voto».

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