Liquidità, torna il rischio caos per avere l’aumento dei prestiti
Le modifiche elevano a 30mila euro e a 10 anni i prestiti garantiti al 100% Ma in 400mila devono rifare la domanda. Il fondo per le Pmi dovrà rivedere tutte le procedure
Le domande accolte dal fondo di garanzia per le Pmi per i prestiti fino a 25 mila euro sono arrivate ieri a quota 413 mila. La macchina è entrata finalmente a regime, dunque. Fantastico, ma proprio ora la prospettiva è che molte di queste pratiche debbano ripassare dal Via come nel Monopoli e i cittadini debbano compilare un nuovo modulo. Nelle scorse settimane la commissione Finanze della Camera ha approvato emendamenti al decreto Liquidità che introducono novità importanti: l’innalzamento dell'importo di 25 mila euro a 30 mila euro, sempre con la soglia massima del 25% del fatturato. E ancora: l’allungamento della durata da 6 a 10 anni. Poi c’è il rafforzamento dello strumento dell'autocertificazione - per tutti i finanziamenti garantiti, anche quelli coperti da Sace - che sposta a carico del richiedente la responsabilità della veridicità delle informazioni e esonera le banche dall'esame del merito di credito. Un approfondimento ancora obbligatorio anche per i prestiti entro i 25 mila euro (nonostante questi già avessero un'autocertificazione), come del resto ricordato venerdì scorso anche dal Governatore della Banca d’Italia, e che tiene ferme molte pratiche, soprattutto quelle superiori a 25 mila euro.
La situazione che si verrà a creare con l'entrata in vigore della legge, attorno al 10 giugno, è alquanto complessa da dipanare. Con gli emendamenti è stato, infatti, anche cambiato il parametro per il calcolare l’importo erogabile: non sono più i ricavi di fine 2019, ma il fatturato oppure la somma pari al doppio dei costi. Chi vorrà aumentare l’importo del finanziamento - e potrà farlo anche chi si è già visto erogare il prestito - dovrà compilare un nuovo modulo, che include anche la certificazione rafforzata, al quale sta già lavorando il fondo di garanzia per le Pmi. Per chi, invece, vorrà chiedere il prolungamento da 6 a 10 anni, probabilmente basterà presentare una semplice richiesta alla banca. Certezze, però, ancora non ci sono. Dovrà essere il fondo a stabilire come adeguare la garanzia pubblica già fornita a un prolungamento (si allunga anche la durata della garanzia?) oppure al nuovo prestito. L’incremento dell’importo rispetto ai 25 mila euro (anche se qualcuno fa notare che l'introduzione del nuovo parametro in alcuni casi potrebbe anche comportare una riduzione dell'importo già erogato) come deve essere considerato? Probabilmente come nuovo finanziamento (con un tasso di interesse diverso) da riportare sotto la garanzia già concessa.
Chi ha presentato richiesta alla banca e ancora non ha avuto l’ok del fondo, se vuole aumentare l’importo, dovrà comunque compilare il nuovo modulo. Tutte le pratiche per le quali si chiedono modifiche, in ogni caso, devono essere rimandate al fondo. E qui si apre un’altra complicazione: il fondo dovrà a sua volta modificare di nuovo le procedure informatiche - soprattutto quelle per gli invii massivi - per recepire in particolare la modifica del parametro per il calcolo dell’importo. C’è poi il capitolo delle rinegoziazioni garantite che devono avere un ammontare minimo aggiuntivo nuovo del 10% da parte dell’istituto erogante. Ora quella soglia è stata elevata al 25 per cento: questo riporterà a zero le lancette di tutte le pratiche - e sarebbero migliaia - che gli istituti di credito avevano già cominciato a istruire con tempi medi che vanno dai 30 ai 40 giorni.
La vicenda dei prestiti garantiti diventa ancora più incredibile se si va a vedere come si sono regolate le banche diverse dagli istituti di credito tradizionali di grandi e medie dimensioni. I dati sono stati raccolti dalla commissione di inchiesta sulle banche. Ci sono molte banche che hanno deciso di non erogare questi prestiti: Banca Generali afferma di aver preferito fornire ai propri clienti aperture di credito di conto corrente a revoca; le decine e decine di Bcc altoatesine (Raiffeisen) dicono che i loro clienti hanno preferito le misure messe a disposizione dalla provincia di Bolzano; Allianz bank non li eroga (Banca Mediolanum invece sì), Finecobank dice che non li fa perché finanzia solo persone fisiche e non Pmi; Fca bank ci sta pensando su.
Rivisti il metodo per calcolare gli importi e l’autocertificazione: dovrà essere compilato un nuovo modulo