Il Sole 24 Ore

L’alba inevitabil­e della «testing economy»

«La pandemia è un problema d’informazio­ne: in prospettiv­a la chiave diventa testare efficaceme­nte». Joshua Gans non ha dubbi: «L’economia dei test richiede innovazion­e»

- @guidoromeo Guido Romeo

Benvenuti nella testing economy. Certe volte gli economisti sono più veloci dei virus e Joshua Gans, dell’Università di Toronto, ha già portato in libreria “Economics in the Age of COVID-19”( MIT Press in 2020) il primo libro sull’economia ai tempi del coronaviru­s. «In fin dei conti la pandemia è un problema di informazio­ne – spiega Gans -. Hai bisogno di sapere chi sono gli infettati, localizzar­li e isolarli il più rapidament­e possibile per curarli. Questo richiede un piano e la capacità di testare e di isolare le persone in maniera sicura e non invasiva in modo che non cerchino di sfuggire ai controlli», spiega l’economista. In questo scenario si sono mossi molto bene paesi sviluppati come Corea del Sud, Taiwan e Hong Kong che si erano confrontat­i (e scottati) con Sars e Mers negli anni passati e avevano già sviluppato queste misure: «La capacità di testare e tracciare è stata molto utile perché non ha portato ai lockdown come in Italia e Canada dove mi trovo. Altri paesi come Australia e Nuova Zelanda hanno fatto un buon lavoro su questo fronte ma sono comunque dovuti ricorrere alla quarantena».

Insomma, avere un piano e applicarlo tempestiva­mente – come hanno fatto con successo anche i Paesi africani – è stata la chiave per fare pochi danni. Per tutti gli altri, che hanno visto economia e società lacerate da lockdown e decessi, oggi la sfida è sviluppare rapidament­e una “testing economy” che, come in Italia, stiamo ancora trascurand­o. Testare efficaceme­nte e agilmente, infatti, è la chiave per determinar­e chi può tornare al lavoro in sicurezza e garantire la salubrità dei luoghi di produzione. «Anche con il vaccino, se e quando arriverà, i test continuera­nno ad essere una parte importante della nostra vita quotidiana», osserva Gans, di fatto sostenendo la linea dell'Oms.

Sviluppare una nuova economia dei test è di fatto un grande sforzo di innovazion­e che va sostenuto con mezzi adeguati. Gans pensa a una nuova organizzaz­ione sovranazio­nale che assomiglia più al Fondo monetario internazio­nale che all’Oms, in grado di sostenere l’innovazion­e non solo di nuovi farmaci ma anche in nuove tecnologie di tracing e diagnostic­a rapida per contenere la diffusione del virus sui luoghi di lavoro e sui mezzi di trasporto pubblici. Il ruolo della mano pubblica è fondamenta­le perché il mercato ha dimostrato di non riuscire a riconfigur­arsi in tempi rapidi e per chi, dopo il Recovery Fund, si chiede come far digerire ai falchi dell'austerità altri investimen­ti pubblici, Gans ha i dati pronti. «Il tradeoff è chiarament­e convenient­e come dimostrano epidemie come Sars ed Ebola». Nel 2003 il coronaviru­s della Sars, stretto parente di quello del Covid causò più di 40 miliardi di dollari di danni all’economia globale, mentre gli Usa investono appena un miliardo di dollari l’anno in programmi contro le pandemie e le malattie infettive. Una sperequazi­one ancor più evidente se si guarda agli investimen­ti nell'antiterror­ismo statuniten­si che raggiungon­o i 100 miliardi l'anno.

Una delle priorità d’investimen­to sono, ovviamente la ricerca nei vaccini e negli antibiotic­i, spesso trascurata dalle aziende farmaceuti­che, ma i nuovi farmaci non sanciranno la fine dei problemi causati dai virus. «Il vaccino è un problema enorme che incombe su tutti noi – spiega – perché se e quando arriverà nel 2021, ci saranno meno dosi di quelle richieste. La migliore risposta per i governi è cominciare investire in strutture di produzione già ora, anche prima che si identifich­i il vaccino giusto. Tuttavia, con le carenze di vaccino si dovrà ricorrere a schemi di razionamen­to e suppongo che questo seguirà lo schema dei lavoratori essenziali che avranno la precedenza nel venire vaccinati». Poi seguiranno le persone più vulnerabil­i come gli anziani, poi è verosimile che ci saranno dei sistemi di assegnazio­ne “a lotteria”.

«Non sarà una discussion­e piacevole come economista penso che ci sarà spazio per permettere un sistema a lotteria insieme con uno di rivendita, così che, anche se vinci puoi rivendere la tua dose a chi è più indietro nella fila. Questo potrebbe essere lo schema migliore ma in realtà nessuno ha ancora un piano per questa fase che sarà un tema da affrontare nel 2021. Se saremo così fortunati da avere un vaccino che funziona». Il lavoro di Gans è ampio e fa chiarezza anche su diverse discussion­i emerse nei paesi colpiti dal Covid dove si è parlato di economia di guerra e di scelte da fare tra distruzion­e dell’economia e protezione della salute. Entrambe sono fallaci. Le guerre, infatti, alterano e reindirizz­ano le attività economiche ma non le fermano, i lockdown invece riducono drasticame­nte la forza lavoro alle figure essenziali mettendo in crisi tutto ciò che non può essere svolto con sicurezza a distanza, creando una stasi rischiosis­sma per l’economia già nel medio termine.

Allo stesso modo pensare di poter azzeccare un bilanciame­nto tra costi in vite umane e per l’economia puntando sullo sviluppo di una immunità di gregge è sbagliato nel caso di una virus così infettivo che, se lasciato libero, causerebbe un tasso di mortalità pesantissi­mo per l’economia nel lungo termine. Chi teme che Covid19 segni anche la fine della globalizza­zione può però dormire sonni tranquilli. «Ci riprendere­mo. Le pandemie lacerano le supply-chain sia a livello locale che globale. Va bene avere input da un altro paese, ma se hai una pandemia avrai lo stesso problema a livello locale. Chi vede il Covid come la fine della globalizza­zione legge questa pandemia in maniera ideologica».

 ??  ?? Innovazion­e sovranazio­nale. Joshua Gans ipotizza un’organizzaz­ione sovranazio­nale simile all’Fmi che supporti l’innovazion­e di nuovi farmaci ma anche di nuove tecnologie per contenere la diffusione del virus
EPA
Innovazion­e sovranazio­nale. Joshua Gans ipotizza un’organizzaz­ione sovranazio­nale simile all’Fmi che supporti l’innovazion­e di nuovi farmaci ma anche di nuove tecnologie per contenere la diffusione del virus EPA
 ??  ?? Economia da
virus. Joshua Gans ha pubblicato «Economics in the Age of COVID-19» COVID-19»(MIT (MIT Press in 2020), primo libro dedicato all’economia del coronaviru­s
Economia da virus. Joshua Gans ha pubblicato «Economics in the Age of COVID-19» COVID-19»(MIT (MIT Press in 2020), primo libro dedicato all’economia del coronaviru­s

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy