Pavimenti, personalità anche sotto i piedi
Cemento, graniglia, cotto e materiali sintetici, senza tralasciare le reinterpretazioni del sempre amato parquet: sono molte le alternative creative ai rivestimenti classici
«Il più bello…, grande e magnifico… che mai fusse stato fatto » . Così Giorgio Vasari definì il pavimento della Cattedrale di Siena. Per realizzarla ci vollero 500 anni, dal Trecento all’Ottocento, e l’opera di grandi artisti. Oggi, chi vuole rendere protagonista ciò che sta sotto i nostri piedi, cercando la personalità dove spesso se ne trova poca, non ha che l’imbarazzo della scelta.
Se il parquet appare come un’opzione scontata, seppure sempre validissima, perché non reinterpretarlo o semplicemente evocarlo. Punta sul colore Perigal, pavimento che nasce dall’incontro tra Listone Giordano e Paola Lenti: forme geometriche accarezzate da pennellate di colore che lasciano visibili le naturali venature del materiale. Acqua, Grafite, Olio e Ottanio sono le colorazioni tra cui scegliere e da cui partire per un interior di carattere. Sempre Listone Giordano fornisce la materia prima per Undici, collezione di parquet inciso a laser realizzata con Inkiostro Bianco che si distingue per intagli indelebili, incavature, decori che sembrano quasi scolpiti a mano.
Cita, ma non scimmiotta, il legno Stone Parquet, disegnato da Piero Lissoni per Salvatori. Si tratta di un’evoluzione in pietra naturale dei pavimenti tradizionali, sia nella versione a doghe di diversa larghezza e lunghezza per posa a correre che a listelli per la posa a lisca di pesce, un’alternativa preziosa disponibile in Bianco Carrara, Crema d’Orcia, Imperiale e Pietra d’Avola. L’effetto è tutt’altro che freddo e sottolinea ancora una volta l’incredibile versatilità del marmo. È sempre frutto di un’appassionata ricerca sui materiali il cotto grigio di Fornace Brioni, che nasce da un’antica modalità di cottura dell’argilla messa a punto negli anni e tramandata a voce tra le varie maestranze. Il cotto grigio si presenta in molte tonalità diverse e, nella versione a listello, posato come un parquet regala agli ambienti un tocco insieme moderno e vissuto. Per un effetto grafico più deciso, la storica manifattura di Gonzaga, che dal 2017 conta sulla direzione artistica di Cristina Celestino, propone collezioni che guardano al futuro, come Giardino all’Italiana, che ha come protagonista il cotto variegato alternato al colore in un gioco di contrasti tra la linea retta e la curva.
Per chi ama definire i propri spazi con colori e geometrie originali le cementine sono una soluzione sempre più apprezzata e declinata nei colori e nei decori più svariati. Nate alla fine dell’Ottocento come rivestimento “povero”, oggi sono amatissime da architetti e interior designer che le scelgono per i loro progetti sia in versione classica sia nella reinterpretazione in gres porcellanato di più semplice manutenzione. Oggi a firmare le mattonelle sono anche i grandi nomi del design, da Patricia Urquiola per Mutina a India Mahadavi e Jaime Hayon per Bisazza, oltre ad aziende artigianali che hanno saputo andare oltre la tradizione per rendere le cementine più adatte al gusto contemporaneo. Tra le più interessanti, Pophamdesign, brand fondato nel 2007 a Marrakech da due americani, Caitlin et Samuel Dowe-Sandes, e che incarna perfettamente l’ibrido tra modernità e tradizione. Ogni mattonella è fatta a mano dagli artigiani locali così da dare alle realizzazioni un aspetto vivo e mai uguale a se stesso, ma ciò che più colpisce della collezione sono i colori e il design, oltre alle forme, che spaziano dal quadrato all’esagono, dal diamante all’attualissimo pentagono irregolare.
L’alternativa vinilica per chi ama giocare con colore e geometrie e desidera un pavimento totalmente personalizzato è iD Mixonomi di Tarkett, azienda leader nella produzione di superfici viniliche, vincitore del Red Dot Award 2017 per il design. Grazie a 11 diversi formati e 34 colori ognuno può creare, attraverso il configuratore online, il proprio pavimento ispirandosi a una palette di colori all'interno della quale ogni sfumature è in perfetta armonia con tutte le altre.
La tendenza è scegliere pavimenti complessi, che restituiscano immagini compiute, magari influenzate dai frattali, i motivi geometrici che si trovano in natura. Si recuperano e reinventano così grandi classici, come il terrazzo veneziano, il tipico pavimento composto da graniglie di marmo e cemento che oggi è utilizzato anche come rivestimento e come materiale per creare arredi postmoderni. Il gres è la strada scelta da Ceramica Sant’Agostino per creare l’effetto seminato in graniglia di marmo realizzato in Digital Technology per la collezione Newdecò che ha come punta di diamante i decori Palladian Dark e Light, una versione macro del Terrazzo veneziano. Micro, invece, Veneziana, micromosaico firmato dalla designer Gupica per la collezione Grand Tour di Mutaforma, un tappeto di tessere di vetro quadrate in cinque misure differenti, tra gli 1,5 mm e i 7 mm, e declinate in tre i quattro gradazioni ciascuna per catturare la luce e farla rimbalzare tra le pareti di casa.