Il Sole 24 Ore

Un po’ palcosceni­co, palestra e altare: quanta nuova vita c’è su tetti e terrazzi

Finito il lockdown, da Roma a New York continua la riscoperta dello spazio comune che espande la casa e sostituisc­e la piazza

- Donata Marrazzo

Come un palcosceni­co, una piazza, un altare, un giardino, una palestra, una fattoria, un orto. In quartieri di periferia o nei centri storici, in edifici di lusso o popolari, terrazzi condominia­li e tetti diventano spazi e sfondi di una nuova socialità. Da sempre luogo iconico del cinema - ricordate Sophia Loren e Marcello Mastroiann­i tra i panni stesi del terrazzo condominia­le di Palazzo Federici nel film di Ettore Scola “Una giornata particolar­e”? - il lastrico solare, riveduto e corretto, si è trasformat­o in bosco con i progetti dell'architetto Stefano Boeri: gli alberi come elemento costitutiv­o. E in serre e giardini pensili sul tetto dell'Urban Rural di Istanbul (dello studio Eray Carbajo). Ma erano solo gli anni '60 quando il rooftop del numero 3 di Savile Row, a Londra, entrava nella leggenda del rock, ospitando l'ultima esibizione dal vivo dei Beatles.

Nel Brasile prima di Bolsonaro, i tetti delle baraccopol­i di Rio de Janeiro hanno fatto da spazio espositivo per la mostra aerea “Deu Na Telha”: le opere, realizzate da collettivi di artisti, hanno coperto la sommità delle favelas per 680 metri e coinvolto i giovani delle aree più degradate. Sempre a Rio, Regina Tchelly, cuoca totale, ha lanciato “Favela Organica”, piccoli orti sui tetti per un’economia domestica, biologica e sostenibil­e.

Ma è stato il lockdown, cui ci ha costretto la pandemia, a farci riscoprire nuove forme e nuovi spazi da abitare, modificand­o le fisionomie urbane. I sacerdoti sono saliti sui tetti per celebrare messa con i fedeli affacciati a balconi e finestre. Come al Tuscolano, a Roma, sulla sommità di San Gabriele dell'Addolorata: don Simone ha ovviato alle restrizion­i dei decreti arrampican­dosi sulla scala antincendi­o che sbuca sul tetto. E così don Pietro, che la domenica di Pasqua era con casse e microfono sulla cupola della chiesa di San Salvatore in Lauro.

E tutte quelle foto degli skyline al tramonto postate sui social durante la quarantena? Scattate sul tetto. L'appuntamen­to era in terrazzo, pochi condomini per volta, distanziat­i. Prima un nucleo familiare, poi un altro. In cima a un edificio di Trastevere c'era chi praticava yoga alle 18,30, chi aspettava che calasse il sole con una birra un'ora dopo. E si continua a fare. A Roma come a New York. Cesare Vangeli, autore, regista, ballerino e insegnante di Tap, in lockdown nella Grande Mela, durante l'isolamento ha continuato ad allenarsi e a dare lezioni da remoto ai suoi allievi tra i tetti di Hell's Kitchen. In cima ai palazzi di Tel Aviv è da anni che si pratica yoga e krav-maga, si mangia e si fa musica.

Non è solo tendenza: «La pandemia ci ha costretti ad accelerare tanti processi – spiega Gianni Massa, architetto e vicepresid­ente vicario dell'ordine nazionale degli Ingegneri – in particolar­e quelli che riguardano l'abitare e gli stili di vita connessi. Dobbiamo ripensare tutto il costruito e comprender­e che c'è la necessità di espandere gli spazi delle case. Ripartire da Le Corbusier e capire quale sia oggi lo spazio minimo abitabile per arrivare a considerar­e i terrazzi condominia­li come una estensione della casa. Adattarla ad altre forme di vita, a nuovi bisogni, che comprendon­o sport, smart working, orti urbani – continua Massa – e immaginare degli spazi “filtro” comuni. Tecnicamen­te possiamo fare molto, gli incentivi del 110% per interventi legati all'efficienta­mento energetico sono un segnale. Ma manca una visione culturale più ampia, quella dell'architettu­ra della rigenerazi­one».

Ne sono una rappresent­azione gli orti urbani, in Italia e nel mondo: la loro installazi­one in cima agli edifici è ormai quasi un passaggio obbligato di ogni processo di costruzion­e, recupero e rigenerazi­one, da Torino a Parigi, da Shangai a New York. I vantaggi sono ambientali e sociali. Il più grande sarà a Parigi, sul tetto del padiglione 6 della fiera a Porte de Versailles, un esempio di ecososteni­bilità, sul modello dei giardini pensili di Babilonia. A New York sulla sommità di due stabili è nato Brooklyn Grange, 11 ettari di agricoltur­a urbana. A Torino la Lidl ha installato 1.400 metri quadrati di orti sul tetto. Milano punta a realizzarn­e 13 milioni di metri quadrati, con un progetto di fondi europei Horizon 2020. Intanto Boeri progetta a Tirana il quartiere del futuro di una vera smart (safe) city. Gli abitanti si ritroveran­no sui tetti, come prima avveniva nei cortili, tra pannelli fotovoltai­ci, laboratori e orti.

Dall’indimentic­abile duo Loren-Mastroiann­i in “Una giornata particolar­e” alle lezioni di yoga, Tap e aperitivi

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 ??  ?? Spazio per tutti. A fianco, Cesare Vangeli, che durante l'isolamento, a New York, ha continuato a dare lezioni di Tap tra i tetti di Hell's Kitchen; sotto una lezione di yoga a Tel Aviv e la celebrazio­ne di una messa a Roma durante il lockdown
Spazio per tutti. A fianco, Cesare Vangeli, che durante l'isolamento, a New York, ha continuato a dare lezioni di Tap tra i tetti di Hell's Kitchen; sotto una lezione di yoga a Tel Aviv e la celebrazio­ne di una messa a Roma durante il lockdown

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