Italia-Francia, asse per aperture extra Ue coordinate entro il 15
Di Maio: «Lo stop di Vienna non è definitivo, ci confronteremo»
«L’Italia mi mancava e sono venuto appena ha aperto». Il ministro degli Esteri francese, Jean-Yves Le Drian, era a Napoli con il presidente Emmanuel Macron per la bilaterale italo-francese il 27 febbraio, pochi giorni prima del lockdown e ha scelto di nuovo l’Italia per il suo primo viaggio all’estero. Frontiere, quelle italo-francesi, sostanzialmente aperte durante tutta l’emergenza sanitaria anche per garantire i movimenti dei lavoratori transfrontalieri sia pure con alcuni controlli.
Ma ora Italia e Francia guardano al futuro, ragionano di come arrivare a decisioni europee sulle aperture evitando il ricorso a ”corridoi turistici” e black list come è per l’Austria il nostro Paese (anche se la decisione non è definitiva). Piena intesa, dunque, tra Le Drian e il ministro degli Esteri italiano, Luigi Di Maio suggellata da una visita alla Protezione civile, da un ricco scambio di dati ed esperienze sulla crisi sanitaria e da un lungo colloquio alla Farnesina che ha spaziato sui principali temi dell’attualità internazionale (oltre al Covid, le questioni europee e la crisi libica).
«L’Italia – ha spiegato Di Maio - ha riaperto oggi le frontiere in anticipo rispetto agli altri Stati membri a tutti i Paesi Ue oltre a Svizzera e Regno Unito; ci aspettiamo reciprocità affinchè il 15 giugno sia il D-day del turismo europeo». Una posizione analoga alla Francia che punta a un’apertura coordinata di tutta l’Ue per il 15 giugno e che condanna come il Governo italiano il ricorso ad eventuali «corridoi turistici». Ma secondo il ministro Le Drian il 15 giugno potrebbe essere anche la data nella quale «cominciare a ragionare anche su aperture a frontiere extra europee».
Il turismo, ha spiegato Di Maio, «rappresenta una nostra risorsa fondamentale su cui molte aziende e posti di lavoro contano così in Italia come in Francia» . Di Maio ha confermato il suo viaggio di domani a Berlino, di sabato a Lubiana e di martedì prossimo ad Atene. «Con le autorità tedesche – ha precisato Di
Maio -affronteremo la questione dei viaggi perché ci sono milioni di tedeschi che intendono venire in Italia e molti italiani che vogliono andare in Germania. Con la Slovenia ci confronteremo tra Paesi confinanti e con la Grecia spero che dopo il mio colloquio con il collega greco si possa arrivare a un accordo che non discrimini i cittadini italiani provenienti da alcune regioni come Lombardia, Veneto e Piemonte».
Sulla situazione del confine con l’Austria l’Italia resta ancora esclusa dai Paesi con libera circolazione. Da Vienna si precisa che «non è una decisione contro l’Italia» e che il governo austriaco effettuerà una nuova valutazione la prossima settimana perché «l’obiettivo resta la riapertura appena i dati lo consentiranno». Ma per il presidente del Consiglio Giuseppe Conte si tratta di «decisioni discriminatorie che ritengo inaccettabili» per l’Italia che «paradossalmente si trova a pagare il prezzo di una grande trasparenza» mostrata sulla pandemia. Di M aio ha chiarito che la decisione «non è definitiva» e «a breve ci sarà un confronto tra i rispettivi ministri della Salute dove noi mostreremo con i dati che la situazione in Italia è migliore rispetto ad altre parti del vecchio continente». Il ministro Le Drian ha apprezzato il lavoro fatto in Italia per l’emergenza Covid dal quale «abbiamo appreso molto sulla gestione della pandemia».
Sulla crisi libica Le Drian ha confermato la volontà di far rispettare insieme all’Italia la road map della conferenza di Berlino sul cessate il fuoco e l’embargo di armi. Posizioni vicine anche sulle misure anticrisi europee e per i Recovery fund che devono potere essere presto disponibili. «Quando l’Italia insieme a Francia e Germania lavorano insieme si portano a casa obiettivi importanti » ha commentato Di Maio secondo il quale «Il primo tempo è stato positivo sui recovery fund ma ora occorre portare a casa il risultato nel secondo tempo e dobbiamo essere uniti».
Le Drian ha anche ricordato che a Napoli Conte e Macron avevano rimesso in moto il processo per arrivare al nuovo Trattato del Quirinale per dare una nuova base giuridica alle relazioni bilaterali su tutti gli argomenti. « Possiamo dire che il Quirinale è ora » ha commentato Le Drian.