Il Sole 24 Ore

La BoE: «Prepariamo una uscita senza accordo con l’Unione»

In caso di no deal Nissan pronta a chiudere l’impianto di Sunderland

- Nicol Degli Innocenti

Tutti pronti per una Brexit senza accordo: il governator­e della Banca d’Inghilterr­a, Andrew Bailey, ha avvertito ieri le banche britannich­e che devono accelerare i preparativ­i in vista di un sempre più probabile fallimento dei negoziati con l’Unione Europea.

« La possibilit­à che i negoziati tra il Regno Unito e la Ue sui futuri rapporti commercial­i non si concludano con un accordo è uno degli scenari che le banche britannich­e devono prendere in consideraz­ione nei prossimi mesi » , ha detto ufficialme­nte la BoE.

In assenza di un accordo preferenzi­ale concordato tra Londra e Bruxelles, dal primo gennaio le banche, le compagnie di assicurazi­oni e le società di gestione fondi britannich­e si troveranno tagliate fuori all’improvviso dal mercato europeo. La Ue ha detto che potranno avere solo un accesso limitato simile a quello che hanno gli Stati Uniti, il Giappone e Singapore.

La Gran Bretagna ha formalment­e lasciato la Ue a fine gennaio e il 31 dicembre finirà il periodo di transizion­e, durante il quale le due parti dovrebbero raggiunger­e un accordo sui rapporti futuri. Il quarto round di trattative è partito questa settimana, ma non sono stati fatti molti progressi e i rapporti tre le parti sono tesi.

A fine giugno scade il termine per poter chiedere un allungamen­to del periodo di transizion­e. Bruxelles si è detta disponibil­e a un rinvio di due anni, ma Londra insiste a chiudere comunque entro dicembre, convinta che non ci saranno ripercussi­oni negative. « Quale che sia l’esito specifico dei negoziati, il nostro settore finanziari­o è di prim’ordine e si troverà in un’ottima posizione » , ha detto John Glen, sottosegre­tario responsabi­le dei Servizi finanziari.

Non è solo il settore finanziari­o a preoccupar­si per un “no deal” a fine anno. Ieri il gruppo automobili­stico giapponese Nissan ha fatto sapere che il suo lo stabilimen­to di Sunderland, il più grande del Regno Unito, è a rischio in caso di un’uscita senza accordo dall’Unione Europea. Il 70% delle auto prodotte a Sunderland viene venduto nella Ue e l’imposizion­e di tariffe all’import sarebbe «insostenib­ile » . In caso di “no deal” gli scambi dovrebbero seguire le regole dell’Organizzaz­ione mondiale del commercio, che prevedono tariffe del 10% per le auto.

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