La BoE: «Prepariamo una uscita senza accordo con l’Unione»
In caso di no deal Nissan pronta a chiudere l’impianto di Sunderland
Tutti pronti per una Brexit senza accordo: il governatore della Banca d’Inghilterra, Andrew Bailey, ha avvertito ieri le banche britanniche che devono accelerare i preparativi in vista di un sempre più probabile fallimento dei negoziati con l’Unione Europea.
« La possibilità che i negoziati tra il Regno Unito e la Ue sui futuri rapporti commerciali non si concludano con un accordo è uno degli scenari che le banche britanniche devono prendere in considerazione nei prossimi mesi » , ha detto ufficialmente la BoE.
In assenza di un accordo preferenziale concordato tra Londra e Bruxelles, dal primo gennaio le banche, le compagnie di assicurazioni e le società di gestione fondi britanniche si troveranno tagliate fuori all’improvviso dal mercato europeo. La Ue ha detto che potranno avere solo un accesso limitato simile a quello che hanno gli Stati Uniti, il Giappone e Singapore.
La Gran Bretagna ha formalmente lasciato la Ue a fine gennaio e il 31 dicembre finirà il periodo di transizione, durante il quale le due parti dovrebbero raggiungere un accordo sui rapporti futuri. Il quarto round di trattative è partito questa settimana, ma non sono stati fatti molti progressi e i rapporti tre le parti sono tesi.
A fine giugno scade il termine per poter chiedere un allungamento del periodo di transizione. Bruxelles si è detta disponibile a un rinvio di due anni, ma Londra insiste a chiudere comunque entro dicembre, convinta che non ci saranno ripercussioni negative. « Quale che sia l’esito specifico dei negoziati, il nostro settore finanziario è di prim’ordine e si troverà in un’ottima posizione » , ha detto John Glen, sottosegretario responsabile dei Servizi finanziari.
Non è solo il settore finanziario a preoccuparsi per un “no deal” a fine anno. Ieri il gruppo automobilistico giapponese Nissan ha fatto sapere che il suo lo stabilimento di Sunderland, il più grande del Regno Unito, è a rischio in caso di un’uscita senza accordo dall’Unione Europea. Il 70% delle auto prodotte a Sunderland viene venduto nella Ue e l’imposizione di tariffe all’import sarebbe «insostenibile » . In caso di “no deal” gli scambi dovrebbero seguire le regole dell’Organizzazione mondiale del commercio, che prevedono tariffe del 10% per le auto.