La Bce raddoppia lo scudo anti virus «Piano boom» tedesco da 130 miliardi
Il programma di acquisto titoli per l’emergenza sale da 750 a 1.350 miliardi L’intervento è prolungato per tutto il 2021. I rimborsi saranno reinvestiti fino al 2022 La Germania annuncia un nuovo pacchetto per il mercato interno
Edizione chiusa in redazione alle 22 La Bce ha aggiunto 600 miliardi di euro al programma di acquisto di titoli per l’emergenza pandemica (Pepp) portando la capacità complessiva a 1.350 miliardi e prolungandone la durata fino a giugno 2021. Il consiglio direttivo inoltre ha deciso il reinvestimento del capitale rimborsato dei titoli in scadenza almeno fino a fine 2022. Intanto il governo tedesco ha annunciato il secondo pacchetto di misure da 130 miliardi per stimolare consumi, nuove tecnologie e investimenti, e per finanziare un nuovo bonus per le famiglie con figli. Le Borse hanno reagito prendendo fiato dopo il rally, mentre lo spread è sceso ai minimi da marzo.
«Sell on news».
«Buy the rumor and sell the news». L’antico adagio di Borsa ha trovato piena conferma nell’ultima giornata quando di fronte al potenziamento del piano espansivo annunciato dalla Bce, i mercati azionari hanno tirato il fiato dopo i forti rialzi partiti dal 22 maggio. Piazza Affari ha chiuso pressoché invariata (- 0,04%) all’interno di una seduta volatile consolidando il +14% messo in cascina in questo mini-ciclo “toro” in cui Milano ha sostanzialmente triplicato la performance di New York. Le Borse europee hanno ceduto in media lo 0,3% in scia all’andamento contrastato di Wall Street che si è presa una pausa per osservare nuovamente da vicino i massimi di tutti i tempi ( all’indice S& P 500 manca il 7,7% e al tecnologico Nasdaq appena l’ 1,17%).
Il fatto che una seduta di consolidamento sia terminata con ribassi residuali indica tuttavia che il trend, perlomeno nel breve periodo, resta positivo. Questo è il parere prevalente tra gli addetti ai lavori che considerano il forte aumento dei volumi delle ultime sedute come il segnale di ingresso degli investitori istituzionali.
La Bce ha provato a stupire le già elevate attese degli investitori annunciando un ampliamento degli acquisti di titoli di 600 miliardi portando il bazooka del piano pandemico (Pepp) a 1.350 miliardi. Inoltre ha esteso la durata del pacchetto a giugno 2021 con cedole e titoli in scadenza che saranno però reinvestiti almeno fino alla fine del 2022. « Secondo nostri calcoli sulle esigenze di finanziamento la prima azione era necessaria, mentre la seconda supera addirittura le nostre aspettative, sconfinando nel 2022 – spiega Monica Defend, global head of research di Amundi -. Ciò mitiga i timori del mercato e il rischio che la crescita sia meno resiliente. L’annuncio della Bce arriva insieme alle misure di politica fiscale tedesche e alla proposta del recovery fund. Tutto sommato – prosegue l’esperta - l’impegno e il capitale politico nell’Ue sono impressionanti. Accogliamo con favore le misure preventive e reattive per aiutare e sostenere i fondamentali economici in un momento in cui i mercati finanziari si erano spinti probabilmente troppo oltre e questo giustifica il consolidamento contenuto di ieri sul lato azionario. Complessivamente, sono tutte notizie positive e dovrebbero sostenere le asset classe dell’Ue nel breve periodo » .
L’annuncio della Bce ( a cui farà seguito il 10 giugno quello della Fed che) avrebbe potuto sorprendere ancor di più. C’è un punto, infatti, in cui gli investitori più aggressivi sono rimasti delusi. L’istituto di Francoforte al momento non sta prendendo in considerazione l’ipotesi di rompere la barriera degli acquisti anche per i “bond spazzatura”. «Non ne abbiamo discusso», ha detto il governatore Christine Lagarde. «La Bce ha chiarito che non è pronta a oltrepassare il Rubicone, quando si parla di acquisti di bond con rating inferiore all’investment grade, almeno per ora – sottolinea Wolfgang Bauer, fund manager del Public Fixed Income team di M&g investments -. Considerando il forte rally degli spread sul credito high-yield europeo rispetto ai livelli di marzo – l’iTraxx Xover è sceso di oltre 700 punti base a circa 375pb – potrebbe essere il momento di ridurre l’esposizione e realizzare un po’ di profitti. L’assenza del supporto tecnico legato agli acquisti della Bce potrebbe rendere questa classe di attivi vulnerabile a qualsiasi peggioramento della crisi Covid- 19 o a dati macroeconomici peggiori delle attese ». » .
Ma intanto il mercato dei bond governativi della periferia ha beneficiato in modo netto e immediato della nuova manovra della Bce. Il BTp a 10 anni ieri si è apprezzato dell’ 1,2% segnando la migliore seduta da due mesi. Il rendimento è sceso all’ 1,43% e lo spread con il Bund tedesco ( che nel frattempo è stato venduto con la risalita del tasso a -0,32%) si è attestato a 175 punti, tornando ai livelli di fine marzo. Forti acquisti anche sui titoli spagnoli e portoghesi con i rendimenti a 10 anni tornati in area 0,5%. L’idea degli investitori è che il mix di riforme monetarie e fiscali fin qui annunciate ( quindi Pepp della Bce e il recovery fund della Commissione europea) potrebbero in prospettiva portare i Paesi della periferia europea a ridurre il gap con i Paesi nordici. Se così fosse nella logica dei mercati ne beneficerebbe l’intera unione come dimostra il nuovo forte scatto dell’euro che ieri ha sfondato al rialzo quota 1,13. Dal 18 maggio la divisa unica (allora valeva 1,08 dollari) si è apprezzata nel 5% nei confronti del biglietto verde. Una notizia che piacerà meno agli esportatori ma che dà il segnale che gli investitori credono che l’Eurozona si stia ritrovando.
L’unica delusione riguarda i mancati acquisti di bond spazzatura: possibili effetti sui mercati