Listini globali e mondo reale? Sono Dr Jekyll e Mr Hyde
Va bene che la fine dei lockdown non sta portando ad una nuova ondata di contagi. Va bene che le risposte monetarie e fiscali, in giro per il mondo, sono di una portata senza precedenti. Va bene bene che qualche sprazzo di luce, nei dati economici neri, ogni tanto si vede. Ma questo può giustificare un rally delle Borse globali che fino a mercoledì ha regalato a Wall Street i 50 giorni migliori di tutta la sua storia (secondo Lpl Financial) e alle Borse europee rimbalzi dai minimi di marzo compresi tra il 32,5% di Milano e il 47% di Francoforte? È insomma giustificato il fatto che il Nasdaq sia tornato a un soffio (-1,17%) dai massimi storici? Ha senso che Wall Street sia ad appena 7,7, Francoforte a 9,8 e le Borse globali a 8,7 punti percentuali dai rispettivi record, nonostante la crisi economica e le crescenti tensioni geopolitiche?
Ormai sul mercato sono sempre di più le voci che evidenziano lo scollamento tra economia e mercato. Sempre più hedge fund, per esempio, iniziano a scommettere su una nuova caduta delle Borse. Se dovesse arrivare è difficile da dirsi, ma di certo confrontare oggi i numeri che vengono dal mercato azionario con quelli che arrivano dal mondo reale è come immergersi nelle pagine del celebre «Dr Jekyll e Mr Hyde» di Robert Louis Stevenson.
L’economia, Mr Hyde, sta pagando il conto salato del Covid 19. Per l’Europa la Bce prevede un Pil in contrazione dell’8,7% quest’anno, con un certo recupero (+5,2% e +3,3%) nel 2021 e nel 2022. Il Premier Conte ieri ha affermato che il Pil italiano tornerà ai livelli del 2000. Per gli Stati Uniti le stime più recenti parlano di un Pil in caduta nel 2020 dell’8% (Merrill Lynch) o del 6,6% (JP Morgan) o del
3,3% (Citigroup). La disoccupazione europea è prevista sempre dalla Bce al 9,8% nel 2020 e al 10,1% nel 2021, mentre quella americana è attesa (il dato arriva oggi) al 19,5%. Si tratta del tasso di senza-lavoro più elevato dagli anni ’30.
E anche la geopolitica non promette bene. Le tensioni tra Stati Uniti e Cina, che nel 2018 mandarono al tappeto le Borse mondiali, stanno riemergendo. Brexit è ancora incerta e tra i vari Paesi produttori di petrolio non scorre buon sangue. Eppure le Borse non fanno una piega. Anzi volano (escludendo ieri), portando il rapporto tra prezzo e utili a Wall Street su livelli che non si vedevano dai tempi della bolla Internet di inizio secolo. Bisogna cambiare metriche(come sostengono alcuni) oppure tutto questo è esagerato? Ha ragione Dr Jekyll o Mr Hyde?
La realtà è che la principale motivazione di questa corsa dei listini azionari è la mancanza di alternative. Con la marea di liquidità che le banche centrali hanno iniettato sui mercati, gli investitori si trovano pieni di soldi e con poche possibilità per investirli: se sui mercati obbligazionari ci sono tassi bassi e 12mila miliardi di dollari di titoli a rendimenti sotto zero, l’unico vero posto dove riversare l’abbondante liquidità è la Borsa. Soprattutto sui settori più al riparo dal Covid 19, tecnologia in testa. Così la Borsa vola. Fino al giorno in cui i listini si scontreranno con la realtà, oppure la realtà diventerà come le Borse la immaginano.