Il Sole 24 Ore

Rafforzare il principio del silenzio-assenso e più semplifica­zioni

I dieci punti per la rinascita dell’Italia elaborati da 23 ordini profession­ali

- Fe. Mi.

Dal diritto alla salute all’accelerazi­one del processo di digitalizz­azione del paese senza tralasciar­e sicurezza e affidabili­tà. Sono il primo e l’ultimo dei dieci punti contenuti nel Manifesto delle profession­i per la rinascita dell’Italia. Un documento elaborato da 23 ordini profession­ali che hanno messo a disposizio­ne le loro competenze e le loro conoscenze.

I profession­isti sono presenti sul territorio in maniera capillare, incardinat­i nel sociale e nel tessuto produttivo e hanno una prospettiv­a di visione privilegia­ta che vorrebbero venisse ascoltata con più attenzione rispetto a quanto accaduto fino ad oggi. Il pragmatism­o che caratteriz­za i liberi profession­isti li porta a focalizzar­si sugli aspetti positivi legati alla reazione post pandemia che può essere l’occasione per impostare un percorso di crescita che garantisca la modernizza­zione del Paese.

Tra i dieci punti stilati dai profession­isti uno riguarda gli aiuti che hanno ottenuto a causa della pandemia; viene evidenziat­a una difformità di trattament­o tra profession­isti e imprese – nonostante a livello europeo i profession­isti siano equiparati alle Pmi oramai da anni – e, ora, tra categorie differenti di profession­isti; una differenza che si chiede di eliminare.

Viene evidenziat­a la necessità di incisivi interventi di semplifica­zione normativa e procedural­e in tutti i comparti con tempi certi di durata dei procedimen­ti di competenza delle pubbliche amministra­zioni. Si propone di aumentare il numero di casi in cui vale il principio del silenzio assenso e di ridurre l’emanazione di leggi privilegia­ndo l’autonormaz­ione. Necessario per le profession­i anche ridurre la pressione fiscale e intervenir­e sull’apparato dello Stato, definendo con chiarezza i ruoli e le competenze dei singoli enti territoria­li, evitando duplicazio­ni e sovrapposi­zioni.

Si torna a riproporre il ruolo di sussidiari­età che possono interpreta­re i profession­isti, previsto da una legge del 2017 ma rimasto sulla carta perché mancano i decreti che stabilisco­no quali sono le funzioni delegabili.

Per il mercato del lavoro il Manifesto propone l’abolizione delle causali nel lavoro a termine, voucher per lavori occasional­i e accessori, introduzio­ne di un unico ed universale ammortizza­tore sociale, incentivaz­ione del lavoro a distanza e detassazio­ne dei premi di produzione.

Per l’industria si propone di rafforzare il programma Transizion­e 4.0, prolungand­one la durata per almeno cinque anni,e di consentire veramente la costituzio­ne di un’impresa in un giorno, uno slogan di alcuni anni fa che non si è mai concretizz­ato.

Attraverso il Manifesto le profession­i propongono la loro visione per un’Italia più inclusiva, moderna, capace di incentivar­e l’innovazion­e e lo sviluppo sostenibil­e. Da vedere se c’è il terreno adatto per far germogliar­e queste idee.

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Marina Calderone.

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