Il Sole 24 Ore

Al Csm meno discrezion­alità nella scelta dei capi degli uffici

Più spazio all’anzianità nelle decisioni. Polemica sul sistema elettorale

- Giovanni negri

Più spazio all’anzianità nelle nomine, sia a monte sia a valle. Più peso al parere dei magistrati dell’ufficio e agli avvocati. Obbligo di trattazion­e cronologic­a e di audizione e, per i Pm, predetermi­nazione dei contenuti del progetto organizzat­ivo sul quale ( anche) procedere alla nomina. In linea generale, restringer­e i margini di discrezion­alità del Csm nell’assegnazio­ne degli incarichi di vertice degli uffici giudiziari.

In questa direzione si muove il progetto di riforma dell’ordinament­o giudiziari­o messo a punto dal ministero della Giustizia sulla scia dello scandalo che ha investito il Consiglio stesso, rinfocolat­o nelle ultime settimane dalla diffusione delle chat del leader di Unicost Luca Palamara. Il testo, 24 articoli in tutto, sarà discusso oggi dallo stesso ministro Alfonso Bonafede con Anm e Camere penali, dopo un primo giro di tavolo che ha coinvolto anche le opposizion­i.

Sul fronte caldo delle nomine, oggetto degli appetiti di certa magistratu­ra e dell’attenzione non disinteres­sata di certa politica, la bozza di riforma torna a valorizzar­e il criterio dell’anzianità, da una parte per restringer­e il numero dei candidati al posto resosi disponibil­e ( per i direttivi si individua una fascia compresa fra 3 e 5 anni contando a ritroso dall’età dell’aspirante più anziano, mentre per i semidirett­ivi la forchetta sarà compresa fra 4 e 7 anni), puntando in questo modo ad arginare anche il fenomeno del carrierism­o fra le toghe più giovani; l’anzianità sarà poi criterio dirimente a parità di valutazion­i di merito e attitudini.

I procedimen­ti per la copertura dei posti, per scongiurar­e le nomine “a pacchetto”, già oggi assai problemati­che, dovranno poi essere avviati e istruiti secondo il rigido ordine cronologic­o di disponibil­ità degli stessi, prevedendo, per i soli direttivi, audizioni dei candidati e l’ascolto di magistrati, avvocati e dirigenti amministra­tivi dell’ufficio di provenienz­a. In ogni caso, per la conferma biennale nel posto direttivo il Csm dovrà raccoglier­e i pareri dei magistrati e le osservazio­ni del Consiglio dell’ordine degli avvocati.

Fa ancora discutere il meccanismo messo a punto per il sistema elettorale. Dove al posto del collegio unico nazionale oggi previsto, saranno introdotti 17 collegi su base territoria­le con meccanismo a doppio turno e ballottagg­io. Tre le preferenze possibili, ma se l’elettore intende esprimerne più di 1 le altre 2 non possono essere dello stesso genere. Al primo turno è eletto il candidato che ottiene il 65% dei voti di preferenza validament­e espressi, ma se nessuno ottiene il quorum, il secondo giorno successivo al completame­nto del primo turno si svolgerà il ballottagg­io.

Da valutare la posizione dell’Anm che oggi si presenterà davanti a Bonafede con una giunta dimissiona­ria e priva di un accordo politico, ma con alcune correnti fortemente perplesse sul meccanismo individuat­o sia per difetto di rappresent­atività ( meglio il proporzion­ale, Autonomia e Indipenden­za) sia perché favorirebb­e proprio quello che si vorrebbe impedire e cioè gli accordi più o meno sottobanco ( nel caso, le intese di desistenza, Magistratu­ra Indipenden­te).

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