Al Csm meno discrezionalità nella scelta dei capi degli uffici
Più spazio all’anzianità nelle decisioni. Polemica sul sistema elettorale
Più spazio all’anzianità nelle nomine, sia a monte sia a valle. Più peso al parere dei magistrati dell’ufficio e agli avvocati. Obbligo di trattazione cronologica e di audizione e, per i Pm, predeterminazione dei contenuti del progetto organizzativo sul quale ( anche) procedere alla nomina. In linea generale, restringere i margini di discrezionalità del Csm nell’assegnazione degli incarichi di vertice degli uffici giudiziari.
In questa direzione si muove il progetto di riforma dell’ordinamento giudiziario messo a punto dal ministero della Giustizia sulla scia dello scandalo che ha investito il Consiglio stesso, rinfocolato nelle ultime settimane dalla diffusione delle chat del leader di Unicost Luca Palamara. Il testo, 24 articoli in tutto, sarà discusso oggi dallo stesso ministro Alfonso Bonafede con Anm e Camere penali, dopo un primo giro di tavolo che ha coinvolto anche le opposizioni.
Sul fronte caldo delle nomine, oggetto degli appetiti di certa magistratura e dell’attenzione non disinteressata di certa politica, la bozza di riforma torna a valorizzare il criterio dell’anzianità, da una parte per restringere il numero dei candidati al posto resosi disponibile ( per i direttivi si individua una fascia compresa fra 3 e 5 anni contando a ritroso dall’età dell’aspirante più anziano, mentre per i semidirettivi la forchetta sarà compresa fra 4 e 7 anni), puntando in questo modo ad arginare anche il fenomeno del carrierismo fra le toghe più giovani; l’anzianità sarà poi criterio dirimente a parità di valutazioni di merito e attitudini.
I procedimenti per la copertura dei posti, per scongiurare le nomine “a pacchetto”, già oggi assai problematiche, dovranno poi essere avviati e istruiti secondo il rigido ordine cronologico di disponibilità degli stessi, prevedendo, per i soli direttivi, audizioni dei candidati e l’ascolto di magistrati, avvocati e dirigenti amministrativi dell’ufficio di provenienza. In ogni caso, per la conferma biennale nel posto direttivo il Csm dovrà raccogliere i pareri dei magistrati e le osservazioni del Consiglio dell’ordine degli avvocati.
Fa ancora discutere il meccanismo messo a punto per il sistema elettorale. Dove al posto del collegio unico nazionale oggi previsto, saranno introdotti 17 collegi su base territoriale con meccanismo a doppio turno e ballottaggio. Tre le preferenze possibili, ma se l’elettore intende esprimerne più di 1 le altre 2 non possono essere dello stesso genere. Al primo turno è eletto il candidato che ottiene il 65% dei voti di preferenza validamente espressi, ma se nessuno ottiene il quorum, il secondo giorno successivo al completamento del primo turno si svolgerà il ballottaggio.
Da valutare la posizione dell’Anm che oggi si presenterà davanti a Bonafede con una giunta dimissionaria e priva di un accordo politico, ma con alcune correnti fortemente perplesse sul meccanismo individuato sia per difetto di rappresentatività ( meglio il proporzionale, Autonomia e Indipendenza) sia perché favorirebbe proprio quello che si vorrebbe impedire e cioè gli accordi più o meno sottobanco ( nel caso, le intese di desistenza, Magistratura Indipendente).