Vativision, online la Netflix dei contenuti religiosi
Vanno on demand film, serie tv, documentari Pareggio previsto nel 2021
Se già per definizione sono infinite, è evidente che nel terzo millennio le vie del Signore non possono che passare anche per l’on demand.
E così sarà da lunedì prossimo, 8 giugno, quando entrerà in funzione Vativision, una “Netflix dei contenuti religiosi” che fra film, serie Tv, documentari, punta a conquistare un target di persone «interessate ai contenuti di qualità, che hanno a che fare con la religione cattolica, la fede, ma anche la cultura e l’arte in senso lato», spiega Luca Tomassini, presidente di Vativision e amministratore delegato del Gruppo Vetrya. Quest’ultimo, quotato all’Aim e attivo nello sviluppo di servizi digital, piattaforme cloud computing, servizi broadband, partecipa al 25% in questa avventura, con il 75% nelle mani della società Officina della Comunicazione che, con base a Bergamo, è una piccola società di produzione documentaristico-cinematografica che negli anni ha instaurato collaborazioni dalle parti del Vaticano.
A completare il quadro c’è Ubi Banca come main sponsor di un’iniziativa che punta a pescare in una platea che comprende potenzialmente «oltre un miliardo di fedeli nel mondo. Di questi – ha aggiunto Tomassini durante la presentazione del servizio che girerà su una piattaforma messa a disposizione proprio da Vetrya – 500 milioni sono in 7 Paesi»: Argentina, Brasile, Filippine, Messico, Italia, Polonia, Spagna.
Per ora si parte in Italia, con un catalogo molto mirato. C’è la produzione “Lourdes”, cui hanno partecipato France Télévisions, e Canal+, ma anche “I Grandi Papi” e altri film e documentari come quello su Padre Pio, solo per fare alcuni esempi. L’idea è comunque di portare Vativision anche negli altri Paesi, con i suoi contenuti in modalità Tvod: si paga solo per ciò che si vede, con prezzi dai 4,99 euro in su. Più che Netflix il modello è quindi quello di Chili e ci si potrà arrivare attraverso browser, collegandosi a www.vativision.com oppure come app su smartphone, tablet, smart tv e set-top box. Da lunedì sarà ospitata anche da Timvision.
Una scommessa, senza dubbio, ma che per Tomassini, padre del lancio di Cubovision (ex Timvision) in
Telecom, «già alla fine di quest’anno arriverà a break even» con un modello di revenue sharing con tutta la catena di produzione e distribuzione con cui saranno ripartiti i proventi degli acquisti effettuati.
Arriva «un servizio di valore, frutto della sensibilità, della conoscenza e dell’esperienza che Officina della Comunicazione e Vetrya hanno maturato negli anni nei loro rispettivi settori», è il commento degli amministratori delegati della società, e di Officina della Comunicazione, Nicola Salvi ed Elisabetta Sola. «Siamo davanti a un dono di Dio, cioè a una risorsa che può portare frutti di bene», ha commentato dal canto suo monsignor Dario Edoardo Viganò, vicecancelliere della Pontificia Accademia delle Scienze e della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali.
Attenzione però. «È una iniziativa laica nell’approccio, che, al di là dei contenuti, non è istituzionale. Non è una cosa del Vaticano o della Chiesa», ha voluto precisare Paolo Ruffini, prefetto del Dicastero vaticano per la Comunicazione. Insomma un Vaticano che «non è né il censore né il detentore della linea editoriale», ma che benedice l’iniziativa: in vista del lancio mondiale, nei prossimi giorni la piattaforma sarà presentata personalmente a Papa Francesco.