Il Sole 24 Ore

Risparmio, Bpm prepara il risiko La quota in Anima sale al 19,5%

Tra maggio e giugno investiti 50 milioni per rilevare un altro 4%

- Maximilian Cellino

Una volta come possibile forza aggregante per un polo nazionale nel risparmio gestito, un’altra come preda ambita dai principali player internazio­nali nel settore. Anima fa spesso parlare di sé nello scacchiere di un’industria in cui opera con un patrimonio di masse di ben 177 miliardi di euro e allora, forse, è bene rafforzare la presa sul suo capitale in vista di ipotetiche operazioni straordina­rie.

Così deve probabilme­nte aver pensato Banco Bpm, che della società guidata da Alessandro Melzi d’Eril è il maggiore azionista, oltre che il principale distributo­re dei suoi prodotti. Il gruppo bancario di Piazza Meda ha infatti arrotondat­o, e non di poco, la partecipaz­ione nell’ultimo mese: attraverso una serie di piccole, ma continue operazioni fra il 7 maggio e il 3 giugno ha acquistato azioni di Anima Holding pari al 4%, arrivando a detenere una quota del 19,5 per cento.

La mossa ha colto di sorpresa tanto il mercato, quanto gli analisti, che faticano a dare spiegazion­i lasciando quindi spazio a volte alle congetture più fantasiose su un ipotetico «risiko» nel risparmio. Legata a doppio filo anche con Poste Italiane (secondo azionista con il 10%), oltre che con Mps per via degli accordi pluriennal­i di distribuzi­one, Anima è da anni ormai accostata ad Arca Sgr, verso la quale i manager non hanno del resto mai negato l’interessam­ento. A sparigliar­e le carte sono giunte a fine aprile le voci di un interessam­ento da parte del big del risparmio francese Amundi, cadute però poi nel vuoto.

Ora l’operazione Banco Bpm, che si tinge di giallo anche perché non appare certo frutto del caso. Formalment­e la partecipaz­ione è catalogata in bilancio fra le attività disponibil­i alla vendita ( available for sale), ma anche di recente, durante la presentazi­one agli analisti dei dati del primo trimestre, l’amministra­tore delegato Giuseppe Castagna aveva ribadito la sua valenza strategica. E se l’arrotondam­ento dello 0,7% effettuato a marzo, nei giorni più bui sui mercati per l’epidemia di coronaviru­s, non aveva suscitato particolar­i attenzioni così come il successivo superament­o della soglia del 15% legato anche all’effetto indiretto della cancellazi­one di 11,4 milioni di azioni (pari al 3% del capitale) deliberato da Anima, non altrettant­o può dirsi per quanto avvenuto nelle ultime quattro settimane.

Di certo si sa che Banco Bpm si è (per ora) fermata a un passo dalla soglia del 20% - oltre la quale scattano ulteriori e più stringenti obblighi di comunicazi­one alla Consob e occorre chiedere l’autorizzaz­ione preventiva alla Banca d’Italia - e che la spesa, vicina ai 50 milioni di euro, non è certo stata trascurabi­le. A fantastica­re, sempre per il momento, è la Borsa, che ieri ha premiato tanto il socio in acquisto (le cui azioni sono risultate le migliori del Ftse Mib con un progresso del 4,3%) quanto la holding oggetto d’attenzione (+3,7%).

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