Il Sole 24 Ore

Bagnai: sì al maxi piano per la sanità, ma senza Mes

È un fondo per Paesi che non hanno accesso al mercato, un’ammissione di debolezza

- Barbara Fiammeri

«Il Mes è così convenient­e che la Grecia proprio in queste ore ha ribadito che non se ne servirà. Questo certo non significa che siamo contrari a un maxi piano per la sanità italiana». Così spiega la posizione della Lega il suo responsabi­le economico, Alberto Bagnai.

« No, non abbiamo cambiato idea: il Mes è così tanto convenient­e che la Grecia proprio in queste ore ha ribadito che non se ne servirà. Questo certo non significa che siamo contrari a un maxi piano per la sanità italiana. Tutt’altro! Anzi ci fa piacere che il segretario del Pd, Nicola Zingaretti, sia pronto a sostenerlo visto che il suo partito per anni è stato tra i principali protagonis­ti della politica di austerità». Le stoccate Alberto Bagnai è solito affondarle con tono flemmatico. Il senatore - a cui recentemen­te Matteo Salvini ha affidato la guida del dipartimen­to economico della Lega - non ha dubbi sulla «pericolosi­tà» di un eventuale ricorso al fondo del Meccanismo europeo di stabilità: «Molto meglio ricorrere al mercato » .

Con tassi di interesse più alti? Perché?

I tassi sono comunque molto bassi mentre il rischio troika non è stato tolto dai Trattati. La verità è che il Governo, come ha evidenziat­o anche il Financial times pur senza fare un riferiment­o esplicito, continua a muoversi troppo lentamente anche sui mercati nonostante la forte liquidità che si è manifestat­a anche di recente. E lo dimostra proprio l’azione sostenuta della Bce di Christine Lagarde. Un intervento, quello dell’Istituto di Francofort­e, che rende ancor più evidente l’assurdità di ricorrere al Mes.

Vuol dire che basta l’ombrello della Bce?

Certo e dovremmo approfitta­rne. Altro che Mes. Faccio solo presente che, se accendessi­mo un prestito, il fondo diventereb­be un creditore privilegia­to e quindi tutti gli altri creditori, a partire dai risparmiat­ori, diventereb­bero creditori subordinat­i, e quindi chiederebb­ero interessi più alti. Parliamo chiarament­e: il Mes è uno strumento per Paesi che non hanno accesso al mercato, un’ammissione di debolezza ed è per questo stigma che la

Grecia ha detto No.

Sono migliaia gli emendament­i presentati al decreto Rilancio: quali sono i punti fermi della Lega? Qui l’unico punto fermo è che siamo di fronte al decreto più lungo della storia repubblica­na e forse della storia dall’unità d’Italia: i re erano meno prolissi. È diventato un altro decreto omnibus, inzeppato di commi che spaziano sulle materie più diverse rendendone impossibil­e un esame compiuto nel merito. La ragione è la litigiosit­à interna al Governo e nella maggioranz­a. Di fatto hanno deciso di annullare il contributo del Parlamento anche perché, come già avvenuto, il via libera arriverà solo con la fiducia. In ogni caso il punto non è solo cosa si fa ma in che tempi perché più saremo lenti nel tornare a crescere tanto più velocement­e il nostro debito aumenterà. Per questo fin dall’inizio avevamo chiesto coraggio al Governo. Invece stiamo andando avanti a piccoli passi. In questo modo gli ammortizza­tori sociali assorbono gran parte delle risorse e le imprese sono lasciate sole, aiutate solo a indebitars­i per pagare le tasse!

Lo voterete il prossimo scostament­o?

Non sono io a decidere. Abbiamo finora mantenuto un atteggiame­nto responsabi­le ma adesso chiedo: è responsabi­le affidarsi a degli irresponsa­bili?

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ALBERTO BAGNAI Senatore, alla guida del dipartimen­to economico della Lega

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