L’epidemia piega il Pil del 9,2% nonostante le misure del governo
Da Cura Italia e Rilancio contributo di due punti Investimenti giù del 15%
Il prezzo che l’economia italiana pagherà quest’anno per l'epidemia Covid-19 è una caduta del Pil del 9,2%, nello scenario base disegnato dagli analisti di Bankitalia. Ma potrebbe addirittura arrivare a un - 13,1% se i contagi dovessero ripartire nei prossimi mesi imponendo nuove quarantene antivirus e nuovi blocchi delle produzioni.
Il giorno dopo la riunione del Consiglio direttivo Bce, le banche centrali nazionali hanno rilasciato ieri le consuete proiezioni macroeconomiche nell’ambito dell’esercizio coordinato dell’Eurosistema. Via Nazionale è più pessimista del Governo, che nel Def di aprile stimava ancora una caduta limitata a - 8% e del Fmi (- 9,1%, sempre in aprile) ma si mantiene di tre decimali sopra la stima della Commissione Ue di metà maggio (- 9,5%). La caduta del prodotto è in linea con quella dei consumi delle famiglie, mentre il calo degli investimenti arriverebbe al 15%, recuperando due terzi della diminuzione nel biennio 2021- 2022, con un Pil in ripresa, rispettivamente, del 4,8% e del 2,5%.
Il nuovo scenario previsivo (quello di Istat è atteso per lunedì 8 giugno) incorpora gli effetti mitiganti delle misure varate dal Governo con i decreti “Cura Italia” e “Rilancio”, ai quali con i moltiplicatori tradizionali utilizzati dal modello Bankitalia è attributo un valore del 2%. La moratoria sul credito e le garanzie sui nuovi prestiti sono inoltre giudicati essenziali per scongiurare crisi di liquidità « e il materializzarsi di possibili effetti non lineari associati a gravi conseguenze finanziarie » .
Nella proiezione di base di Bankitalia - peraltro già indicata dal governatore Ignazio Visco nelle Considerazioni finali - si ipotizza che la domanda estera per i beni prodotti nel nostro Paese si riduca del 13,5% quest’anno e che torni poi a espandersi nel prossimo biennio. Ulteriori ripercussioni sull'attività economica derivano dalla caduta dei flussi turistici internazionali (nel 2019 la spesa degli stranieri venuti in Italia aveva superato i 44 miliardi; +6,2%). I profili dei tassi di interesse e del prezzo del greggio sono invece quelli impliciti nelle quotazioni dei mercati nelle dieci giornate lavorative terminanti il 18 maggio. Notevoli gli effetti della recessione imposta dal contemporaneo choc sul lato della domanda e su quello dell’offerta per quanto riguarda il mercato del lavoro.
L’occupazione, misurata in termini di ore lavorate, diminuirebbe quest’anno di quasi il 10%, per recuperare solo metà della caduta nel 2021. Il calo degli occupati sarebbe invece contenuto al 4% grazie all’esteso ricorso alla cassa integrazione, anche in deroga. L’inflazione rimarrebbe pressoché nulla quest’anno e il prossimo, riflettendo gli effetti della caduta del prezzo del petrolio e del forte ampliamento dei margini di capacità inutilizzata, risalendo gradualmente nel 2022. L’inflazione di fondo risentirebbe nel complesso della debolezza della domanda, rimanendo su valori molto contenuti.
Come si diceva l’esercizio offre anche uno scenario più severo. In questo caso Via Nazionale ipotizza in particolare: ( 1) una caduta della domanda estera più marcata di quella dello scenario di base nell’anno in corso (20%) e una ripresa più graduale nel prossimo biennio, sia del commercio mondiale sia dei flussi turistici; ( 2) l’emergere di nuovi focolai dell’epidemia che comporterebbero l’adozione di nuove misure di sospensione delle attività economiche per una quota pari a circa il 5% del valore aggiunto per 4 settimane nei mesi estivi e circa il 15% per 6 settimane tra la fine del 2020 e l'inizio del 2021; ( 3) un aumento dei rendimenti a lungo termine di circa 50 punti base e un irrigidimento delle condizioni del credito pari a circa la metà di quanto osservato durante la crisi finanziaria globale.
Queste ipotesi avrebbero effetti aggiuntivi sul Pil nell’anno in corso rispettivamente di -1,5, -1,3 e -1,2 punti percentuali. Il prodotto cadrebbe di circa il 13% quest’anno e recupererebbe a ritmi più moderati nel 2021.