La carica delle proposte investe anche l’Irap
Più di un terzo dei 7.995 emendamenti al decreto Rilancio arriva dai quattro partiti che compongono la maggioranza. Scongiurato il record di oltre 10mila emendamenti alla manovra inizialmente ventilato ieri a Montecitorio, è il Pd ad aver depositato più proposte tra gli alleati, 1.109, seguito dal Movimento 5 Stelle che ha firmato 1.048 emendamenti. Italia Viva si è fermata a 561 , i deputati di Leu a 286. Per le opposizioni è Forza Italia a toccare la vetta più alta con 1.450 correttivi, seguita dalla Lega con 1.407 e da Fratelli d’Italia con 1.055. Ma attenzione, non tutti andranno al voto della Commissione. I cosiddetti emendamenti segnalati saranno 1.200, con M5S e Lega che ne potranno indicare fino a 209, Fi 205 e il Pd 164. Per Fdi e Leu i segnalati non potranno essere , rispettivamente, più di 128 e 64.
Per Pd e Leu fari puntati non solo sull’ecobonus maggiorato ma anche su una rimodulazione del taglio Irap di giugno che dovrà riguardare solo chi ha subito una perdita di fatturato di almeno il 33%, non tutte le imprese come prevede ora il decreto rilancio. Per Orlando occorre vincolare lo stop al versamento del saldo Irap 2019 e della prima rata dell’acconto 2020 a cali del fatturato di un terzo nel confronto tra aprile 2020 e 2019. Condizione che non si applica a chi ha avviato la propria attività da gennaio 2019 e a chi, con l’emergenza Coronavirus, ha il domicilio fiscale o la sede operativa nel territorio dei comuni più colpiti dal Covid. I risparmi andranno però a rafforzare le misure di ristoro a fondo perduto per le Pmi. Stessa cosa per Fassina (Leu) che però vuole destinare le risorse recuperate al potenziamento del Fondo affitti e alle locazioni dei rami d’azienda che coinvolgono soprattutto il settore turistico. In senso diametralmente opposto Fdi e Forza Italia: per Giacomoni occorre cancellare i versamenti Irap per tutte le imprese sia per l’anno d’imposta 2019 sia per quello targato 2020.
Sul tema bonus affitti c’è più di un intervento di maggioranza e opposizioni. Come ad esempio quello di Amitrano (M5s) che punta a sostenere economicamente, con un credito d’imposta del 60% del canone di locazione, lavoratori e studenti fuori sede che per i mesi di lockdown hanno pagato gli affitti a vuoto restando confinati fuori dall’abitazione in uso.
Tema che fortifica la maggioranza e trova il pieno sostegno delle opposizioni è, invece, quello dell’estensione degli aiuti a fondo perduto agli autonomi. Autonomi intesi come liberi professionisti iscritti alle casse di previdenza, cosiddetti ordinistici, e quelli non iscritti alle casse private. Per la Lega la loro esclusione dal testo in vigore dell'articolo 25, sottolinea Massimo Garavaglia, è solo «un refuso da correggere».
Cavallo di battaglia dei 5 Stelle è la piattaforma elettronica per la gestione dei nuovi «Conti correnti fiscali», per la cessione e l’acquisto dei crediti d’imposta,
I cosiddetti emendamenti segnalati saranno 1.200: M5S e Lega ne potranno indicare fino a 209, Fi 205 e il Pd 164
Per il Pd il taglio Irap di giugno dovrebbe riguardare solo chi ha perso almeno il 33% di fatturato
nonché i nuovi «Conti correnti di risparmio». Secondo il firmatario Cabras (M5s), si vuole consentire all’Italia di autofinanziarsi puntando sul risparmio degli italiani assegnando conti di risparmio a cittadini e aziende dove sarà possibile depositare somme che abbiano il capitale garantito dallo Stato e un equo rendimento. I residenti dello Stato potranno in sostanza utilizzare questo conto corrente elettronico di risparmio per i pagamenti verso altri conti dello stesso tipo. Saranno aperti gratuitamente e consentiranno il deposito volontario di somme come forma alternativa di investimento in Titoli di Stato dematerializzati in euro, senza scadenza e rimborsabili.
In materia di cessione di crediti d’imposta e di crediti Iva interviene anche la Lega. Per trasformarli in liquidità vera occorre superare il «merito del credito» con un debito effettivo. La via, secondo Garavaglia, è quella di far transitare il tutto sulle finanziarie regionali che potranno compensare le tasse che devono pagare (debito effettivo) con un credito oggettivo ( quelli certificati dall’agenzia delle Entrate, come i bonus per i lavori o quelli Iva).
Italia Viva punta invece al rafforzamento patrimoniale delle imprese con un credito d’imposta del 25% (ora è al 20% ) per conferimenti in denaro, in una o più società. Il bonus fiscale spetta per gli aumenti di capitale di società che abbiano ricavi fino a 250 milioni (anziché 50 milioni) e indipendentemente dall’aver subìto una riduzione dei ricavi pari almeno al 33%, a causa dell’emergenza Covid.
Ance Fratelli d’Italia vuole riscrivere i bonus fiscali per la capitalizzazione delle imprese. I due crediti d’imposta sui conferimenti e sulle perdite dovrebbero essere sostituiti da un Ace rafforzato con coefficiente nozionale al 4,5% e un credito d’imposta del 20% per chi immette liquidità in azienda fino a un massimo di 1,5 milioni. Per chi è in perdita potrebbe intervenire il carry back, ossia la possibilità di ridurre il prelievo sugli utili 2019 con la perdita 2020.