Il Sole 24 Ore

Coop: extra costi per oltre 100 milioni

A sostegno dei consumi prezzi fermi e promozioni sui prodotti freschi

- Enrico Netti enrico.netti@ilsole24or­e.com

Tra Fase 1 e 2 la pandemia porta un fardello di oltre cento milioni di extra costi a Coop Italia mentre all’orizzonte si profilano le incognite portate da uno scenario che «si prospetta complesso e tale da generare una ulteriore, drammatica polarizzaz­ione dei consumi - è la premessa di Marco Pedroni, presidente di Coop Italia -. Dobbiamo essere pronti a una recessione che può essere lunga e duratura». Dopo avere bloccato fino alla fine di maggio i prezzi dei prodotti del largo consumo confeziona­to a marchio Coop e di altre marche, un assortimen­to con oltre 18mila prodotti, è stato deciso di prolungare fino alla fine di settembre il congelamen­to dei prezzi dei circa 2mila prodotti confeziona­ti private label e il varo di un sacchetto della spesa basic con pasta, olio, biscotti, latte, birra, pomodori, carta igienica «con un alto profilo qualitativ­o» sottolinea Maura Latini, ad Coop Italia. Un sacchetto con 10 prodotti venduto a 10 euro. La crisi portata dal Covid ha fatto crescere di un quarto le vendite delle private label Coop, aumentate di 2,6 punti percentual­i e superando il 30%. Vi saranno poi promozioni settimanal­i a rotazione, con sconti intorno al 20%, che coinvolgon­o prodotti freschi e freschissi­mi come carne, pesce e ortofrutta a marchio Coop. Continuano così le azioni a supporto del potere d’acquisto delle famiglie senza dimenticar­e i produttori: «agiamo sia a monte, verso i fornitori, che a valle, verso i consumator­i per garantire la stabilità dei prezzi e delle remunerazi­oni dei diversi attori della filiera» ricorda l’ad. Durante il lockdown l’insegna ha registrato in media un aumento delle vendite del 5% ma nel caso dei punti vendita di prossimità il balzo oscillava tra il 15 e il 25% mentre ipermercat­i e i superstore, situati nelle aree extraurban­e, hanno segnato un crollo del 10%. A livello nazionale gli ingressi segnano un -40% ma una crescita dello scontrino medio che tocca i 46 euro dai 26 dei mesi precedenti. «Se nella fase dell’emergenza la maggior parte del nostro investimen­to – circa il 70% - è stato assorbito dalle azioni necessarie a garantire a soci e consumator­i la massima sicurezza e serenità nel fare la spesa, ora la percentual­e si è rovesciata per gli impegni a difesa del potere di acquisto delle famiglie- dice Pedroni -. Avvertiamo la necessità di rispondere con misure concrete a una fase complessa». Nelle ultime settimane si è registrato un rallentame­nto delle vendite dei prodotti a lunga conservazi­one a favore dei freschi. Per quanto riguarda i prossimi mesi Maura Latini prevede che alcune tendenze dei consumi resteranno come quella di fare la spesa nei punti vendita di prossimità che offriranno modalità evolute di consegna a domicilio all’insegna della “smart life”. Per questo Coop Italia prevede un’accelerazi­one dei servizi digitali andando oltre l’e-commerce e puntando a un modello di spesa veloce, semplice e sicura. Preoccupa invece l’assortimen­to non food, “fermo” da mesi che a fine anno peserà sui conti. Il presidente rivendica poi la scelta di non chiedere cassa integrazio­ne o contributi per le mascherine. «È senso di responsabi­lità non chiedere allo Stato di sostenere un settore che non è tra i più colpiti dalla crisi».

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