Aifi e Casse: incentivi fiscali per investire nelle imprese
Fondi pensione, crediti d’imposta per investire nel private equity Nasce la piattaforma InvestAifi, un tavolo che collega fondi e investitori
Aifi, fondi pensione e Casse previdenziali chiedono al Governo incentivi fiscali per le somme che la previdenza investe in private equity e debt.
Ormai non è più solo questione di dare ai fondi pensione o alle assicurazioni rendimenti più appetibili rispetto a quelli dei mercati obbligazionari. Ormai non è più solo questione di dare ai fondi di private equity e di private capital maggiori “munizioni” rispetto agli 1,5 miliardi raccolti nel 2019. Ai tempi del Covid 19 la posta in palio è decisamente più alta: ormai è necessario sostenere con tutte le forze le imprese italiane, che da questa crisi usciranno ancora più indebitate e ancora meno capitalizzate di prima. Per questo Aifi (l’associazione dei fondi di private equity, private debt e venture capital) e le principali associazioni di fondi pensione e Casse previdenziali hanno rafforzato la voce presso il Governo per ottenere agevolazioni fiscali a favore dei fondi pensione che investono in economia reale. E questa volta, dai primi feedback, il terreno sembra essere diventato davvero fertile. «Dal Governo c’è una forte sensibilità a riguardo» afferma il presidente Aifi, Innocenzo Cipolletta.
Il problema di far confluire ai soggetti che investono in piccole e medie imprese (o sotto forma di capitale come i fondi di private equity o sotto forma di credito come quelli di private debt) i soldi “pazienti” dei fondi pensione e delle assicurazioni, è di lunga data. In Italia, per vari motivi, entrambi hanno sempre investito pochissimo in questi strumenti: secondo i dati dell’Aifi, tra il 2015 e il 2019 il contributo dei fondi pensione e delle Casse a private equity e private capital è stato di 2,5 miliardi, contro gli 81,7 miliardi della Gran Bretagna e gli 8,2 della Francia. Peggio di noi solo la Spagna (un miliardo). Stesso discorso per le assicurazioni: nello stesso arco di tempo in Italia hanno messo nei fondi di private equity e private debt appena 1,9 miliardi, contro i 17,6 inglesi e i 13 francesi. Se prima del Covid questo era un problema, ora lo è ancora di più: «Le imprese si trovano oggi in enormi difficoltà perché hanno contratto molti debiti durante la pandemia - osserva Cipolletta -, e domani avranno bisogno di capitale perché saranno richiesti forti investimenti».
Così l’Aifi e le associazioni dei fondi pensione e delle Casse, che ieri si sono riuniti e poi hanno incontrato (via web) la stampa, hanno avviato due iniziative. La prima, come detto, è rivolta al Governo. Si è mossa Aifi, chiedendo un credito d’imposta per le somme che i fondi pensione investono in fondi di private debt ed equity. Ma si sono mosse (da molto tempo in realtà) anche le varie associazioni: «I fondi pensione oggi subiscono una doppia tassazione, sul patrimonio e sulle prestazioni - lamenta Nunzio
Luciano, presidente di Cassa Forense -. Questo è un unicum in Europa. Se però le Casse devono aumentare gli investimenti in economia reale, servono incentivi fiscali». «Tra pochi giorni daremo il via a un fondo di fondi di private equity fatto con Cdp e Fondo italiano - rivela Giovanni Maggi, presidente di Assofondipensione -. Abbiamo incontrato il ministero dell’Economia per chiedere, in primo luogo, una fiscalità agevolata per chi investe in questo strumento. Il Mef ci sta lavorando, qualche novità potrebbe arrivare già settimana prossima».
L’altro terreno su cui si è mossa l’Aifi è la creazione di una piattaforma, chiamata InvestAifi, che metta in contatto il mondo dei private equity e private debt con i fondi pensione, casse e investitori istituzionali. «Si tratta di una piattaforma di lavoro appena lanciata a cui già aderiscono alcuni investitori istituzionali, con la speranza che aumentino - spiega Anna Gervasoni, direttore generale Aifi -. L’obiettivo è di migliorare la comunicazione tra domanda e offerta, segnalando i fondi che sono in raccolta e mettendo insieme le forze per fare fronte comune e rivolgersi al Governo con un’unica voce».
L’obiettivo è di far confluire una parte maggiore del patrimonio previdenziale non solo nell’economia reale del Paese, ma soprattutto nel suo futuro. «Bisogna avere una visione strategica del futuro - sottolinea Alberto Oliveti, presidente di Adepp -. Gli investimenti vanno indirizzati nella sanità, ma anche nelle infrastrutture digitali perché il Covid 19 ha dimostrato che il digital divide causa diseguaglianze sociali. Bisogna investire anche in energia, per favorire la transizione energetica. E potenziale l’efficienza delle telecomunicazioni».