Banca Profilo, via al riassetto: Arpe prepara l’uscita di Sator
Ipotesi di un impegno diretto di sottoscrittori del fondo. Il titolo vola in Borsa: +26%
Servirà tempo per capire se Banca Profilo sarà oggetto di un’acquisizione da parte di un’altro soggetto finanziario oppure se l’azionariato vedrà un riassetto delle quote tra i soci attuali e nuovi possibili entranti. Di certo da ieri l’azionista di riferimento, il fondo Sator che attraverso Arepo Bp detiene il 62,4% della banca, ha annunciato formalmente il passo indietro, comunicando di voler valorizzare la propria quota e spalancando così le porte a un’Opa. Un’ottima notizia per il mercato, che ha visto subito un appeal sul titolo della banca specializzata nelle gestioni patrimoniali facendone salire le quotazioni del 26,4%, a quota 0,2 euro.
Il cda della banca - che ieri ha approvato anche un nuovo piano Industriale al 2023 e punta dunque a proseguire il lavoro fatto fino ad oggi - ha preso atto della mossa dell’azionista di maggioranza, che si è affidata a Lazard per realizzare il riassetto.
Per il fondo Sator, quello della valorizzazione è un passo pressoché obbligato, visto che il veicolo è oramai al capolinea del suo percorso ultra decennale e la liquidazione ne è lo sbocco naturale. Nel giro di 18 mesi, ovvero entro marzo 2022 – ma è realistico che qualcosa maturi già nei prossimi trimestri - Lazard è chiamata a sondare il mercato alla ricerca di un nuovo assetto azionario.
Quale sarà? Una prima strada è quella della redistribuzione delle quote tra gli attuali quotisti del fondo Sator. A partire dalla Sator Spa, società che vede nel banchiere Matteo Arpe il principale socio (67,5%), nonché figura di riferimento della stessa Banca Profilo, accanto ad altri manager della banca (17,65%) e altri investitori privati ed istituzionali (14,81%) come Fondazione Roma, Fondazione Mps e le famiglie imprenditoriali dei Moratti, Brachetti Peretti e Angelini. Alla luce anche di «preliminari interlocuzioni intercorse», come segnalato ieri dalla banca, ci sarebbe già un interesse di alcuni quotisti all’investimento diretto nel capitale di Banca Profilo. Si vedrà se ci saranno evoluzioni in questo senso. All’interno del fondo ci sono una ventina di soggetti tra cui le stesse fondazioni Roma e Mps e diversi family office che potrebbero essere interessati a reinvestire nel capitale della banca, una volta conclusa l’esperienza nel fondo. Di certo, però, anche ipotizzando un reinvestimento pieno, Sator Spa, che di fatto controlla circa il 12-13% del capitale della banca, non avrebbe la forza per assumere la quota di controllo e servirebbe comunque l’ingresso di nuovi soggetti per dare stabilità all’azionariato e mantenere l'indipendenza della banca. Ai piani alti di Banca Profilo si guarda con favore a una struttura di azionariato misto, sulla falsariga di quanto avveniva in Mediobanca.
Se così non fosse, all’esito dell’Opa che necessariamente scatterà – cambiando la quota di controllo -, si potrebbe ipotizzare il passaggio a un nuovo soggetto industriale, magari specializzato proprio nel comparto delle gestioni patrimoniali. La banca intanto prosegue nel suo percorso di sviluppo, e punta a crescere nel Fintech guardando con favore alla possibilità di salire al 15% in Tinaba, con un’ulteriore opzione per altri 5 punti percentuali.