Mes occasione imperdibile per rilanciare la sanità
Walter Ricciardi. Per il consigliere del ministro Speranza i fondi europei possono cambiare il Ssn
Walter Ricciardi, consigliere del ministro della Salute Speranza, non ha dubbi: le risorse del Fondo salva Stati (Mes) sono un’occasione irripetibile per rilanciare il Servizio sanitario nazionale. Intanto avverte: in Lombardia il virus è ancora molto presente.
Per ora l’Italia ha «assorbito bene» le riaperture, soprattutto quella del 4 maggio, come ha certificato anche il report sui contagi nelle Regioni diffuso ieri dal ministero della Salute che parla però ancora di focolai attivi in Italia a dimostrazione che l’epidemia non è conclusa. «Il fatto è che l’Italia è lunga ed eterogenea anche a livello di contagi. E se per quasi tutto il Paese la situazione è ampiamente sotto controllo non si può dire lo stesso della Lombardia e in parte anche del Piemonte dove la circolazione del virus è ancora abbastanza intensa». Walter Ricciardi è consigliere del ministro della Salute Roberto Speranza e rappresentante dell’Italia al Consiglio dell’Oms e monitora il Covid dal primo giorno dell’emergenza, ma è anche uno studioso della Sanità - tra l’altro è membro del Comitato scientifico del Think Tank Welfare di Unipol - e dopo lo tsunami del virus non ha dubbi sulla possibilità diattingere ai fondi Ue del Mes per mettere in sicurezza il Ssn: «È una occasione unica, imperdibile».
Cominciamo dal virus. A che puto è la curva dei contagi?
La situazione in quasi tutta l’Italia è in netto miglioramento. Le aperture del 4 maggio sono state assorbite bene e possiamo cominciarlo a dire anche per quelle del 18 maggio. Resta però un problema in Lombardia e in parte anche in Piemonte dove la circolazione del virus è ancora abbastanza intensa. La mia opinione è nota, per alcune aree del Paese forse avrei aspettato di più ad aprire.
Ma perché questa differenza con il resto del Paese?
Qui il virus è circolato tanto fin dall’inizio attraverso grossi focolai nelle Residenze sanitarie per anziani e, nell’ultima fase, dentro le case con i contagi tra familiari. È mancato un approccio deciso di contenimento del virus con l’assistenza domiciliare.
Quando ci dovremo preoccupare?
Per la Lombardia visto il numero di contagi ancora abbastanza sostenuto bisogna vedere l’R-t e monitorare se supererà l’1 (oggi è allo 0,91, ndr). In questo caso la situazione potrebbe tornare a essere preoccupante. Direi che le prossime due settimane sono cruciali anche perché si vedranno gli effetti della mobilità degli italiani.
L’emergenza Covid ha mostrato i punti deboli del Sistema sanitario nazionale. Non è il momento di metterlo in sicurezza?
Il ministro della Salute Roberto Speranza ha già trovato dall’inizio dell’emergenza risorse importanti che sono state spese per personale e strutture per arginare il Covid.
Ma dopo l’emergenza non bisogna investire di più magari ricorrendo al Mes?
Se si decidesse di utilizzare le risorse del Mes si potrebbero garantire delle condizioni ottimali al Servizio sanitario. Si potrebbe una volta per tutte superare l’imbuto formativo che esclude tanti giovani medici dalla specializzazione. Cosa grave per un Paese come il nostro che ha carenza di medici specialisti e tra l’altro ha bisogno di intervenire sull’organico non solo dei camici bianchi ma anche degli infermieri. E poi molti ospedali sono fatiscenti e vanno rimodernati.
Se ci fosse un maxi-piano quali dovrebbero essere i pilastri?
Il Ssn ha bisogno di investire su tre punti: l’ospedale che va ammodernato anche attraverso il rinnovo del parco tecnologico, la medicina generale, con un ripensamento del ruolo dei medici di famiglia e poi il territorio che deve vedere un potenziamento delle cure a casa per i tanti pazienti anziani e fragili del nostro Paese.
Lei ha citato i medici di famiglia. Forse potevano avere un ruolo maggiore nel fermare il virus?
Sì. A parte qualche eccezione i medici di famiglia non hanno potuto svolgere quel ruolo che potenzialmente avrebbero potuto avere durante l’emergenza. Oggi sono liberi professionisti, credo invece che vada superata la convenzione trovando una modalità per integrarli di più.
E poi?
Non funziona più la Sanità con modelli regionali così diversi. Non dico che bisogna ricentralizzare la Sanità, ma va trovato un equilibrio. Lo Stato deve potere intervenire per evitare Sanità di serie B o C.
‘ ‘ Vanno ammodernati gli ospedali e potenziata la medicina generale e le strutture sul territorio per le cure a casa