Il Sole 24 Ore

La ricerca del consenso ha bloccato ogni riassetto

Per la Corte dei Conti contribuen­ti consapevol­i solo con altre informazio­ni

- Marco Rogari

Crescono senza sosta. Sembra un destino scolpito da decenni sulle tavole contabili che fanno da sfondo a entrate fiscali e bilancio pubblico quello delle spese fiscali. Eppure con la precisione di un orologio svizzero i cosiddetti “bonus” sono sistematic­amente presenti, o quasi, all’appuntamen­to primaveril­e di ogni Def, sotto le voci “razionaliz­zazione” e “revisione”. Una sorta di rito che nel breve lasso di tempo che intercorre tra la presentazi­one del Documento di economia e finanza e il varo della legge di bilancio vera e propria vede l’impegno assunto nei quadri programmat­ici affievolir­si di peso, se non addirittur­a scomparire, sotto la spada di Damocle del probabile boomerang in termini di consensi elettorali. L’ultimo che ha operativam­ente provato a intervenir­e sulla fitta rete di tax expenditur­es è stato l’ex ministro Giovanni Tria, che nel preparare la manovra per il 2019 aveva ipotizzato un riordino da almeno 5 miliardi, ma con la caduta del Governo Conte 1 il piano è rimasto in un cassetto del ministero dell’Economia. Che con l’ultima manovra del Conte 2 ha rispolvera­to una “sforbiciat­a” sulle detrazioni al 19% per chi ha redditi superiori a 120mila euro.

E così al contatore azionato di anno in anno dall’apposita commission­e del Mef per la redazione annuale del rapporto sulle spese fiscali non resta che salire.

Dall’ultimo report, quello dell’autunno del 2019, elaborato con una pre-selezione a monte, sono emersi 533 bonus fiscali per un valore, in termini di minor gettito, di 62,4 miliardi nel 2020. Quasi un terzo di questi sconti ha un costo per le casse dello Stato inferiore ai 10 milioni, 13 invece sono quelli che superano quota un miliardo. E proprio questi numeri fanno capire che un monitoragg­io, seppure necessario, da solo non basta per affrontare di petto la questiones­conti fiscali. A farlo notare è la stessa Corte dei conti: «se il monitoragg­io della spesa fiscale non costituisc­e una base di partenza per analisi di impatto e di efficacia finisce con il fornire solo una immagine fallace del gettito potenzialm­ente recuperabi­le», sostengono i magistrati contabili.

Per aprire il Vaso di Pandora degli sconti fiscali è indispensa­bile far prima comprender­e ai contribuen­tielettori la necessità e l’opportunit­à di ridurre la tendenza a ricorrere in senso generalizz­ato allo strumento del bonus fiscale. Perché c’è una chiara differenza, come sottolinea la stessa Corte dei conti, tra le agevolazio­ni che rispondono a obiettivi di policy condivisi, come ad esempio le politiche della famiglia, gli incentivi alla ricerca e all’istruzione o per l’accelerazi­one della transizion­e energetica, da quelle che rappresent­ano non giustifica­bili riduzioni del carico fiscale a beneficio di pochi soggetti. Il passaggio obbligato è quello di una nuova consapevol­ezza. Per i magistrati contabili ci si può arrivare ripensando il ciclo con cui vengono diffuse le informazio­ni sulle spese fiscali. Ma è forse anche necessario che il Governo faccia una scelta definitiva sugli strumenti necessari per avviare la promessa potatura uscendo dall’incertezza tra l’approccio orizzontal­e, con la revisione del regime un po’ caotico di franchigie e tetti massimi di deducibili­tà, il taglio lineare delle detrazioni e le operazioni mirate per settore. Dopo aver sminato il terreno dai rischi di bocciature elettorali e aver fatto chiarezza e sullo strumento da utilizzare, l’eliminazio­ne dei bonus fiscali potrebbe diventare davvero possibile. Anche se per centrare finalmente l’obiettivo potrebbe essere necessario rispettare un preciso paletto evocato in passato dall’Ufficio parlamenta­re di bilancio: la soppressio­ne dovrebbe essere preceduta non solo dalla quantifica­zione dell’impatto finanziari­o complessiv­o e dei beneficiar­i coinvolti, ma soprattutt­o da un’analisi ex-post degli effetti redistribu­tivi che la cancellazi­one di ogni agevolazio­ne determiner­ebbe.

Con le ultime misure salgono a oltre 550 le agevolazio­ni fiscali che determinan­o un onere per le casse dello Stato

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Gli approfondi­menti dedicati alla circolare 14/E e alla risoluzion­e 32/E dell’Agenzia sul tax credit per gli affitti di carattere commercial­e ntplusfisc­o. ilsole24or­e.com
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