INVESTIMENTI NELLA SCIENZA PER ALIMENTARE FUTURI POSSIBILI
Il World Economic Forum ha trovato un concetto interessante per definire il carattere della sua prossima edizione: “the Great Reset”. Il patron Klaus Schwab ha spiegato come si svolgerà il Forum, l'incontro dei potenti della Terra, nel 2021 dopo che il peggio dell'epidemia di Covid-19 sarà passato, come tutti si augurano, ma prima del vaccino. Ha scritto che la clausura ha mostrato come cambiamenti radicali siano possibili, ha ricordato che il pianeta ne ha bisogno e che l'umanità può generarli. Il Forum sarà in parte a Davos e in parte distribuito in altre località connesse e discuterà di come può avvenire il cambiamento: in breve discuterà del “reset del capitalismo”.
La metafora scelta è digitale. Reset, concetto generico di riordinamento, è una parola “calda” nel mondo dei computer, perché riguarda in genere le manovre drastiche che si fanno per superare eventuali problemi di funzionamento, riportando la macchina alle condizioni in cui si trovava all'accensione, o addirittura ripristinando le condizioni di fabbrica. Insomma si “resetta” per eliminare un accumulo di errori o dati inutili e per ripartire. Non è dunque un concetto rivoluzionario quello che arriva da Davos. Le strutture del capitalismo restano ma tornano alle origini, senza i loop introdotti dalle forme autoreferenziali della finanza speculativa e con l'obiettivo di servire non gli stockholder (gli azionisti) ma gli stakeholder (la comunità). È il superamento di Milton Friedman, nel momento in cui la crisi più profonda e globale che si ricordi si deve affrontare con l'immissione di una quantità di denaro pubblico mai vista. Ma impone persino una riqualificazione della formula del keynesismo banalizzato: non basta fare buche e riempirle con i soldi pubblici, occorre scegliere come investire le risorse, e decidere la direzione da imprimere allo sviluppo. Perché, sebbene sia difficile prevedere l'avvenire, si sa che il futuro è la conseguenza di ciòche si fa nel presente.
Per questo, per guardare avanti, gli studiosi del futuro, come Martin Raymond, cofondatore di The Future Laboratory, insegnano che il pensiero critico va sviluppato considerando attentamente i fatti attuali in modo da immaginare e comparare una pluralità di futuri possibili, plausibili, probabili e preferibili. L'intelligenza artificiale descritta nel libro-intervista a Paolo Massimo Buscema, presidente e direttore di Semeion è, anche, un modo per considerare “attentamente” i fatti e i dati per arrivare a leggerne le conseguenze: ma non a caso il libro curato da Vittorio Capecchi, sociologo, si intitola “L'arte della Previsione” (Mimesis 2020).
Su questa scorta si possono immaginare alcune direttrici: i soldi pubblici possono andare ai consumi ma generano conseguenze più ricche se vengono investiti; gli investimenti hanno moltiplicatori più elevati perché oltre ad alimentare la domanda immediata producono a valle altra domanda. La scienza, nell'epoca della tecnologia digitale, produce innovazione e alimenta le possibilit e genera sembra essere una dimensione di questo tipo. E se ne discuterà nei prossimi giorni a R2B - Research to Business, la mostra internazionale sulla ricerca industriale e le competenze per l'innovazione della Regione Emilia-Romagna, che quest'anno sarà totalmente online.