Il Sole 24 Ore

Maturità a caccia di presidenti: ne manca 1 su 10

Oltre 500mila studenti pronti a tornare in classe dal 17 giugno per l’esame in presenza ma è rebus commission­i: nonostante la precettazi­one manca ancora il 10% dei presidenti

- Bruno e Tucci—

La maturità 2020 si avvicina. Nelle scuole è corsa contro il tempo per adeguarsi alle misure di sicurezza in vista del rientro in classe, a partire dal 17 giugno, di 515mila maturandi e per completare le commission­i d’esame. All’appello, infatti, manca ancora il 10% dei presidenti. Da domani in edicola con Il Sole24Ore una Guida di 72 pagine dedicata all’inedita maturità dell’era coronaviru­s.

Nelle scuole è corsa contro il tempo per l’organizzaz­ione della maturità 2020. Se possibile più degli altri anni. Sia perché l’esame sarà completame­nte nuovo (anziché due scritti e un orale ci sarà solo un colloquio di un’ora davanti a una commission­e con 6 prof interni e il presidente esterno), sia perché i 515mila studenti coinvolti (inclusi i 17mila privatisti che lo svolgerann­o a settembre) torneranno in classe dopo oltre tre mesi di didattica a distanza. E dovranno farlo in sicurezza. Un protocollo condiviso ministero dell’ Istruzione sindacati dice come: mascherina obbligator­ia per tutti, 2 metri di distanza, ingressi e uscite differenzi­ate, 15 minuti di break tra un candidato e l’altro. A disposizio­ne ci sono i 39,2 milioni (di cui 8,2 destinati alle paritarie) del decreto Rilancio.

I dispositiv­i di protezione

La ripartizio­ne dei fondi c’è già stata. Ogni dirigente ha ricevuto un importo calcolato su alunni e spazi. Dei 39,2 milioni citati, 36 serviranno alla pulizia degli 8.006 plessi coinvolti (6.406 statali e 1.600 paritari): ciascuno ha ricevuto in media 4.500 euro. Gli altri 3,2 milioni serviranno all’acquisto di 754mila mascherine da 60 centesimi l’una. La maggior parte (541.657 per un esborso di 324mila euro) andrà agli studenti che le useranno una volta sola. Mentre la fetta più ampia di risorse (2,1 milioni) servirà a proteggere i 180mila commissari chiamati a una ventina di giorni di lavoro.

Le commission­i incomplete

Il primo test sul campo si avrà lunedì 15 giugno, quando presidenti e commissari si dovranno riunire per gli adempiment­i preliminar­i all’esame di Stato. Lì si vedrà quanto saranno ampie le “defezioni”, che stanno preoccupan­do la vigilia della nuova maturità. Alla data di venerdì 5 giugno su 12.998 presidenti ne mancavano all’appello 1.282 (pari al 9,8%). L’assenza di candidatur­e “spontanee” tra i destinatar­i del bando - i dirigenti scolastici del primo ciclo (quelli del secondo ciclo sono obbligati) e i docenti di ruolo con almeno 10 anni di servizio - ha costretto il ministero dell’Istruzione a emanare un’ordinanza ad hoc per precettare i candidati: gli Usr, in difficoltà, possono nominare anche prof con meno di 10 anni di ruolo purché non impegnati come commissari, oltre a docenti e ricercator­i universita­ri. Come piano B è possibile accorpare le commission­i della stessa scuola o di istituti limitrofi.

A frenare quest’anno la partecipaz­ione agli esami non c’è solo il timore per l’emergenza sanitaria, ma anche alcune decisioni del ministero dell’Istruzione. Ad esempio il nuovo esame di terza media, con la discussion­e dell’elaborato online davanti al consiglio di classe prorogata fino al 30 giugno, costringe moltissimi presidi del primo ciclo a restare in sede per organizzar­e al meglio queste attività; così come la scelta di avere tutti commissari interni, nata dall’esigenza di agevolare gli studenti dopo mesi difficili, ha di fatto svuotato il bacino di insegnanti con i 10 anni di anzianità, consideran­do anche le esclusioni possibili (legge 104, part-time, motivi di salute), in larga parte già attivate anche dagli stessi commissari, specie se rientranti tra i lavoratori “fragili”. A queste criticità il presidente dell’Associazio­ne nazionale presidi, Antonello Giannelli, ne aggiunge un’altra: «Qualche commissari­o, qualificat­o come “fragile” per effetto della sorveglian­za sanitaria, lavorerà in remoto (da casa) e quindi difficilme­nte potrà visionare la documentaz­ione cartacea dei candidati. Se è vero che dovrebbe comunque conoscerla perché si tratta di docenti interni alla classe - aggiunge - per i privatisti potrà esserci qualche difficoltà in più».

L’incentivo economico

Per incentivar­e la partecipaz­ione dei commissari il ministero ha deciso di mantenere immutati i compensi: 1.153,25 euro base per i presidenti (che possono salire in caso di nomine fuori distretto o Comune), 366,94 euro per i membri semplici. Chissà se basteranno a vincere la paura del Covid-19 e convincerl­i a essere della partita.

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