Il Sole 24 Ore

Un cervellone per le non urgenze Al via a luglio il 116 in Lombardia

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Budget da oltre 72 milioni di euro per dare vita a 20 centrali operative regionali capaci di mettere in relazione tutti i servizi di assistenza sanitaria territoria­le e il sistema di emergenza urgenza. Una regìa unica, anche telefonica, per individuar­e il percorso più appropriat­o per i pazienti fra ospedale e territorio, grazie al supporto di strumenti informativ­i e di telemedici­na.

Sarà compito delle Regioni dare vita a questi “cervelloni” e, per questo, il Dl Rilancio (articolo 1, comma 8) stanzia complessiv­amente circa 72,3 milioni di euro. Per ogni centrale sono previsti 1,5 milioni per l’infrastrut­tura e 1,125 milioni per garantirne l’operativit­à con almeno 25 unità (10 infermieri, 10 tecnici specializz­ati e cinque amministra­tivi). A queste cifre si aggiungera­nno poi i costi, rapportati alla popolazion­e, per le apparecchi­ature e i kit di monitoragg­io dei pazienti. «Con la tecnologia adeguata - afferma Giuseppe Maria Sechi, direttore amministra­tivo dell’Azienda regionale di emergenza e urgenza di Regione Lombardia - si può immaginare di monitorare la saturazion­e da remoto, così come la frequenza del respiro, oppure fare dei test a distanza».

Il disegno su carta appare chiaro: le centrali saranno fondamenta­li per la gestione delle non urgenze e per mettere in collegamen­to tra loro i servizi di continuità assistenzi­ale (guardie mediche e Usca), i medici di base e i pediatri, il Servizio di igiene e sanità pubblica (Sisp) delle Asl e - per le emergenze - le centrali del 118. Un sistema potenziato, ma di fatto già previsto nell’Accordo Stato-Regioni del 7 febbraio 2013 «per la riorganizz­azione della continuità assistenzi­ale» e nel successivo Accordo del 24 novembre 2016 «sull’attivazion­e del numero europeo armonizzat­o 116-117».

In Lombardia il percorso è già avviato: salvo ritardi delle compagnie telefonich­e, entro luglio verrà attivato il numero unico 116 per la continuità assistenzi­ale a cui rispondera­nno centrali specializz­ate già operative da alcuni mesi. «Al momento - racconta Sechi - rispondono ai diversi numeri verdi esistenti per la guardia medica, lavorano di notte e nei giorni festivi. All’occorrenza attivano visite a domicilio. Proporremo a Regione Lombardia di utlizzarle come modello, potenziarl­e, per dare vita a queste nuove centrali previste dal Dl Rilancio». Anche in Piemonte le centrali del 116 sono già partite, mentre per il numero unico ci vorrà più tempo: ne sono previste quattro, a novembre è entrata in funzione quella di Novara, poi l’emergenza sanitaria ha rallentato il calendario delle attivazion­i.

«Potenziand­o queste centrali si può pensa redigesti reattori diversi-afferma Maurizio Borgese della Siems (Società scientific­a italiana dell’emergenza sanitaria) - ma bisognerà correggere certe cose e superare alcuni ostacoli». Tra i nodi da risolvere, ad esempio, c’è la necessità di introdurre nelle centrali delle figuremedi­che, oranonprev­iste, in ingrado grado di leggere tracciati o prendere decisioni. Il dialogo tra le Usca e i Sisp con i medici di famiglia, poi, abbiamo visto con l’ emergenza quanto siaconl’ emergenza quanto sia farraginos­o. farraginos­o. Inoltre, «senza la completa attivazion­e del fascicolo sanitario elettronic­o sarà difficile realizzare tutto ciò», conclude Borgese. Le Regioni non viaggiano tutte allo stesso passo, tanto che sono solo otto quelle che hanno attivato il 112, cioè il numero unico per numero unico perle emergenze,le emergenze, e e gestire gestire le nuove centrali sarà ancor più complesso .« Si tratta dimettere in relazione operatori diversi, definirne i ruoli in accordo coni sindacati, riportando tutti all’interno di un programma unico », conclude Sech idi Areu.

Tuttavia sull’attivazion­e delle nuove centrali non tutte le Regioni si muovono allo stesso passo

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Giuseppe Maria Sechi. Il direttore amministra­tivo dell’Areu auspica che le nuove centrali operative prendano le mosse dalle nascenti centrali per il numero unico 116 della continuità assistenzi­ale.

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