Il Sole 24 Ore

Pagamenti senza criterio nel silenzio del governo

- Gianni Trovati

Come volevasi dimostrare. L’inchiesta condotta in questa pagina sulle scelte tributarie delle città evidenzia per tabulas gli effetti pratici del caos fiscale in cui sono piombati i Comuni: quasi nessuno ha deciso di spostare l’acconto Imu da pagare entro il 16, e sui rifiuti l’allegro carnevale di regole e scadenze che caratteriz­za la tariffa anche in tempi normali si ripresenta moltiplica­to dalla crisi.

È il risultato, prevedibil­e, del silenzio scelto dal governo. Che non ha deciso proroghe o moratorie generalizz­ate di interessi e sanzioni, come pure era stato immaginato. Non ha finora diffuso istruzioni ufficiali ai Comuni, come pure era stato previsto. E non ha creato un fondo per finanziare le riduzioni della Tari per le categorie più colpite dalla quarantena nazionale, come pure era stato indicato da Arera, l’Autorità del settore che sta ora provvedend­o in proprio. In teoria, quindi, le imprese, che per settimane non hanno prodotto nulla, e i commercian­ti, che per due mesi non hanno potuto vendere un caffé o un calzino, dovrebbero presentars­i puntuali alla cassa. Ma nel fisco italiano non è mai saggio fermarsi alla teoria. Perché nella pratica si sa che la macchina della riscossion­e è inceppata, quella amministra­tiva è ingolfata e la scelta sul rispetto delle regole è lasciata al buon cuore (o al buon portafogli­o) dei contribuen­ti. Che di fatto possono disinteres­sarsi delle scadenze e rinviare semmai i pagamenti a tempi migliori, confidando nelle sanzioni ultralegge­re assicurate dal «ravvedimen­to lungo» esteso da quest’anno ai tributi locali. Così il problema si risolve alla radice.

Certo, resta qualche dettaglio irrisolto: che le tasse locali servono a finanziare i servizi dei Comuni, che la crisi ha ingigantit­o la domanda di welfare di base (come confermato dalle conferenze stampa in pompa magna a Palazzo Chigi per presentare i 400 milioni dei «buoni alimentari») e che con i pagamenti lasciati al caso sarà impossibil­e trovare un criterio condiviso per misurare il mancato gettito da compensare. Ma nemmeno questa è una sorpresa.

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