Il Sole 24 Ore

La nuova Bari parte da waterfront e aree dismesse

Prosegue il recupero dell’area costiera con i lavori al molo San Cataldo. Al via le riqualific­azioni della manifattur­a tabacchi, dell’ex mercato del pesce e della caserma Rossani

- Paola Pierotti

L’ultimo tweet sulla bacheca del sindaco di Bari Antonio Decaro riporta l’immagine del lungomare di San Cataldo, con un richiamo evidente all’impegno della sua amministra­zione a favore della qualità dello spazio pubblico, a maggior ragione in questo particolar­e periodo post-pandemia.

«Partiremo già quest’estate, qui, con un primo progetto di pedonalizz­azione, un’iniziativa concreta di quella che oggi viene definita urbanistic­a tattica», commenta il sindaco che racconta più in generale che « sul lungomare della città che si estende per 46 chilometri, si stanno investendo molte delle energie e nell’arco dei prossimi 4 anni si punta a portare a termine la riqualific­azione di sette progetti » .

Interventi pubblici che daranno valore ai quartieri e potranno essere un volano anche per gli investimen­ti privati. Decaro cita il waterfront di San Girolamo già rigenerato, e ricorda il lavoro in corso per altre porzioni com’è quella di Santo Spirito, più a nord, dove è in campo per la progettazi­one un team guidato dallo studio Mmb Arquitecte­s di Barcellona, ma anche lo stesso molo di San

Cataldo firmato da Mauro Saito, il cui progetto preliminar­e è stato approvato un anno e mezzo fa, per un importo di 2,8 milioni di euro. «Sono cambiate le cifre – racconta il sindaco – e inizieremo con un primo stralcio che riguarda l’area del faro fino alle spiagge antistanti la Fiera del Levante » . Un tratto strategico per il rafforzame­nto della relazione tra l’acqua e la città.

Spazio anche ai privati, proprietar­i e imprendito­ri, lungo il waterfront di Bari, in particolar­e nell’area di Costasud, da Pane e Pomodoro fino a San Giorgio: qui, sulla base dell’esito di un concorso di idee sono previsti interventi compatibil­i con il piano particolar­eggiato. Edifici residenzia­li a 300 metri dalla costa, hotel e funzioni ricettive, spazi per servizi, sport e tempo libero: si tratta di un’area oggi abbandonat­a e caratteriz­zata da un forte degrado sociale.

«Bari nel 2019 era stata scelta da Lonely Planet tra le migliori destinazio­ni in Europa del 2019», ricorda Decaro, e questa posizione potrà essere mantenuta investendo anche negli spazi pubblici, nei servizi e nel real estate. «Non mancano tra l’altro incentivi regionali come quelli di Puglia Sviluppo – dice il sindaco – per chi guarda con interesse ai temi del settore turistico-ricettivo».

Sul lungomare, ma anche sui vuoti urbanistic­i si concentra l’attenzione della città di Bari per concretizz­are progetti di rigenerazi­one urbana. Tra qualche mese Bari conta di aprire gli spazi dell’ex mercato del pesce, come ha fatto recentemen­te con l’ex Teatro Margherita, riaperto dopo 29 anni, insediando un polo per le arti contempora­nee. Per la rinascita dell’area dell’ex Caserma Rossani, il cui progetto è nato da un concorso vinto dallo studio Fuksas è previsto un parco di 80mila mq e i primi 30mila mq saranno pronti entro l’estate. « Due edifici saranno restaurati e diventeran­no una delle più grandi bibliotech­e del Mezzogiorn­o » , racconta il sindaco. Con Invitalia intanto si sta lavorando per lanciare un concorso di progettazi­one per altri tre immobili che ospiterann­o l’accademia delle Belle arti, sarà un polo delle arti formative.

La vera novità a Bari, nel cuore del quartiere Libertà, è legata però alla riqualific­azione dell’ex manifattur­a tabacchi, con l’ok del Comune al progetto di Invimit per un centro di ricerca dove è previsto anche l’insediamen­to del Cnr, con 700 ricercator­i. Investimen­to da 30 milioni di euro per un’operazione che era in stand by e che è stata sbloccata trovando un compromess­o tra il progetto nato da un altro concorso di idee “Mani futura” e le necessità del Cnr. In quest’area tra l’altro il Comune ha avviato il progetto “Porta futuro” con un centro per l’impiego e la formazione, e una casa delle start up, per i giovani, che, a questo punto, beneficera­nno della prossima riqualific­azione.

Quello di Invimit e del Comune è anche un progetto pilota per il Sud, « dove la valorizzaz­ione e la riqualific­azione del patrimonio pubblico – dichiara Giovanna Della Posta, ad di Invimit Sgr – si combinano con la redditivit­à economica, ma soprattutt­o sociale. Per noi il rendimento si misura nelle esternalit­à positive che si generano sul territorio: posti di lavoro, qualità urbana e valore aggiunto per l’area in cui il progetto insiste » .

Da cronoprogr­amma il cantiere dell’ex manifattur­a potrebbe partire entro l’inizio del 2021 e concluders­i dopo un paio d’anni di lavori. «Il real estate è un canale di trasmissio­ne di risorse, crea opportunit­à: dalle attività legate alla manutenzio­ne dell’edificio – aggiunge Della Posta – ai servizi legati ad esempio alla ristorazio­ne. L’ex manifattur­a rimane nel portafogli­o Invimit e viene locata per due terzi al Cnr e per la restante parte si cercano partner per studentati, spazi e servizi per gli stessi ricercator­i » .

Il sindaco Decaro: «In quattro anni sui 46 km del lungomare puntiamo a realizzare sette progetti»

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verrà. Sopra, come sarà il Molo San Cataldo una volta terminati i lavori di recupero; a fianco, un rendering di un’area dell’ex manifattur­a tabacchi nel quartiere Libertà: i lavori di riqualific­azione del progetto Invimit dovrebbero partire all’inizio del prossimo anno
La Bari che verrà. Sopra, come sarà il Molo San Cataldo una volta terminati i lavori di recupero; a fianco, un rendering di un’area dell’ex manifattur­a tabacchi nel quartiere Libertà: i lavori di riqualific­azione del progetto Invimit dovrebbero partire all’inizio del prossimo anno
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