MCP e gli altri fondi italiani resilienti alla pandemia
Le aziende di MCP resistono bene alla crisi. Opportunità per i nuovi investimenti
Uno Tsunami. Non c’è immagine migliore per raccontare quello che il Covid-19 ha rappresentato per l’economia italiana e mondiale. Un’onda anomala, preceduta dalle avvisaglie cinesi di inizio anno, ma che fifino fino a fifine fine febbraio in questa parte del mondo stentavamo a percepire nella sua devastante gravità. Per i fondi di private equity italiani come MCP sono settimane intense. Si lavora a valutare i danni ma il sentimento che prevale è quello di un crescente ottimismo. Già da un paio d’anni i gestori, nell’attesa di una recessione dopo anni di ciclo espansivo, si erano orientati verso investimenti in settori meno correlatati al ciclo, come l’alimentare, la cosmetica, il medicale. Abbiamo quindi portafogli che in media hanno retto bene il colpo e sembrano pronti ad una buona ripartenza. Nella gran parte già nella seconda metà dell’anno si tornerà su livelli ante crisi. Per le aziende nei fondi di MCP il 2020 si dovrebbe chiudere in media con fatturati in calo del 5% rispetto al 2019, ma con una seconda parte dell’anno in netto miglioramento.
Sul fronte dei nuovi investimenti i trimestri che abbiamo davanti si presentano molto interessanti. La crisi ha calmierato i multipli dei margini con cui si valutano le società. E l’intervento dei fondi di PE nei trimestri a venire sarà percepito come il toccasana in situazioni rese diffificili difficili dal Covid-19 ma con un’economia mondiale in decisa ripresa. Si aprono quindi importanti spazi di creazione di valore per la nostra economia e di realizzazione di robuste performance per gli investitori. MCP e gli altri fondi italiani sono pronti per la missione.