Caccia alla liquidità parcheggiata
Puntellare la stampella Bce per compensare la flessione degli investitori esteri
Il successo del BTp Italia del mese scorso ha mostrato come la platea degli investitori privati italiani sia ancora ben disposta verso i titoli di Stato del nostro Paese. È quindi verosimile che le famiglie corrano a sottoscrivere anche il BTp Futura presentato ieri dal Tesoro, spostando una piccola parte dei circa 1.400 miliardi di euro che restano parcheggiati in banca in attesa di destinazione. Ma è decisamente difficile, anzi impossibile, rinverdire i fasti degli anni 90, quando nelle tasche dei «BoT people» si trovava almeno il 10% del debito pubblico.
Dopo anni di disaffezione - causata dal calo dei rendimenti e anche dalle indicazioni delle banche, che hanno spinto a spostare la ricchezza privata prima sulle obbligazioni «della casa», poi sul risparmio gestito - la base di partenza di oggi citata dal direttore generale del ministero dell’Economia, Alessandro Rivera, è inferiore al 4% ed è appunto a un aumento di qualche punto percentuale (certo non disprezzabile) che si può mirare. Le cifre più aggiornate sui detentori del debito pubblico italiano, pubblicate dalla Banca d’Italia, sono di fine febbraio, prima cioè che l’emergenza Covid-19 rimescolasse in parte le carte.
La fotografia rielaborata da UniCredit Research parla di un ammontare posseduto da famiglie e imprese italiane pari a 76 miliardi, che vale appunto il 3,7% ed è in continua riduzione: 79 miliardi (3,9%) il mese precedente e 107 miliardi (5,4%)a fine 2018. La fetta più rilevante se la spartiscono banche e altre istituzioni finanziarie italiane, rispettivamente con il 18,8% e il 21,8%, gli investitori stranieri con il 33,8% (al quale però vanno tolte le quote dei fondi detenuti da italiani e gestiti all’estero), la Bce con il suo 16,8% e la Banca d’Italia con il 5,1%.
Gli eventi recenti hanno provocato vendite sostenute degli investitori internazionali, il cui peso secondo UniCredit potrebbe ridursi anche al 26,6% a fine anno, alle quali hanno risposto gli acquisti massicci Bce: 63 miliardi a fine maggio, che potrebbero raggiungere nell’intero 2020 un ammontare fra 149 e 168 miliardi. La quota dei privati non è verosimilmente mutata in modo rilevante, perché i 14 miliardi assegnati con il BTp Italia vanno a compensare l’ammontare rimborsato della sesta emissione, scaduta in aprile e anche quella di grande successo. Ora la palla passa al BTp Futura.
Negli Anni 90 i «BoT people» detenevano il 10% del debito: oggi meno del 4% e la quota è in continua riduzione