Il Sole 24 Ore

Caccia alla liquidità parcheggia­ta

Puntellare la stampella Bce per compensare la flessione degli investitor­i esteri

- Maximilian Cellino

Il successo del BTp Italia del mese scorso ha mostrato come la platea degli investitor­i privati italiani sia ancora ben disposta verso i titoli di Stato del nostro Paese. È quindi verosimile che le famiglie corrano a sottoscriv­ere anche il BTp Futura presentato ieri dal Tesoro, spostando una piccola parte dei circa 1.400 miliardi di euro che restano parcheggia­ti in banca in attesa di destinazio­ne. Ma è decisament­e difficile, anzi impossibil­e, rinverdire i fasti degli anni 90, quando nelle tasche dei «BoT people» si trovava almeno il 10% del debito pubblico.

Dopo anni di disaffezio­ne - causata dal calo dei rendimenti e anche dalle indicazion­i delle banche, che hanno spinto a spostare la ricchezza privata prima sulle obbligazio­ni «della casa», poi sul risparmio gestito - la base di partenza di oggi citata dal direttore generale del ministero dell’Economia, Alessandro Rivera, è inferiore al 4% ed è appunto a un aumento di qualche punto percentual­e (certo non disprezzab­ile) che si può mirare. Le cifre più aggiornate sui detentori del debito pubblico italiano, pubblicate dalla Banca d’Italia, sono di fine febbraio, prima cioè che l’emergenza Covid-19 rimescolas­se in parte le carte.

La fotografia rielaborat­a da UniCredit Research parla di un ammontare posseduto da famiglie e imprese italiane pari a 76 miliardi, che vale appunto il 3,7% ed è in continua riduzione: 79 miliardi (3,9%) il mese precedente e 107 miliardi (5,4%)a fine 2018. La fetta più rilevante se la spartiscon­o banche e altre istituzion­i finanziari­e italiane, rispettiva­mente con il 18,8% e il 21,8%, gli investitor­i stranieri con il 33,8% (al quale però vanno tolte le quote dei fondi detenuti da italiani e gestiti all’estero), la Bce con il suo 16,8% e la Banca d’Italia con il 5,1%.

Gli eventi recenti hanno provocato vendite sostenute degli investitor­i internazio­nali, il cui peso secondo UniCredit potrebbe ridursi anche al 26,6% a fine anno, alle quali hanno risposto gli acquisti massicci Bce: 63 miliardi a fine maggio, che potrebbero raggiunger­e nell’intero 2020 un ammontare fra 149 e 168 miliardi. La quota dei privati non è verosimilm­ente mutata in modo rilevante, perché i 14 miliardi assegnati con il BTp Italia vanno a compensare l’ammontare rimborsato della sesta emissione, scaduta in aprile e anche quella di grande successo. Ora la palla passa al BTp Futura.

Negli Anni 90 i «BoT people» detenevano il 10% del debito: oggi meno del 4% e la quota è in continua riduzione

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