Il Tar ferma l’accordo Diasorin-San Matteo
La Procura di Milano apre un fascicolo sul caso camici
L’accordo tra il sistema sanitario lombardo - in particolare tra la Fondazione San Matteo di Pavia - e la Diasorin sulla fornitura dei test sierologici non è legittimo, perché non rispetta le regole della concorrenza e della contrattazione pubblica e dà un ingiusto vantaggio ad una sola azienda.
La Procura di Milano intanto ha aperto un fascicolo conoscitivo, al momento senza ipotesi di reato né indagati, sulla vicenda della fornitura di camici nel pieno dell'emergenza Covid da parte della Dama spa, società di cui la moglie del governatore lombardo Attilio Fontana detiene una quota e che è gestita dal cognato.
Il Tar della Lombardia ha chiesto di sospendere l’accordo tra il San Matteo di Pavia e l’azieda di Vercelli, in base al quale la Regione Lombardia ha acquistato 500mila test lo scorso 11 aprile, per un valore di 2 milioni. Il fascicolo verrà inviato adesso dal Tar alla Corte dei conti, perché approfondisca l’ipotesi di un danno alle casse pubbliche. Basti pensare che la centrale acquisti della Lombardia ha poi aperto una gara vera e propria, due mesi dopo l’affidamento diretto alla Diasorin, ma il vincitore è risultato Roche, che per ogni test ha offerto il prezzo di 1,42 euro contro i 4 euro proposti dalla Diasorin. Questa la storia. L’istituto San Matteo di Pavia decide di ospitare nelle sue strutture la ricerca della Diasorin, secondo una possibilità prevista dalla legge. Diasorin, considerata dal San Matteo l’azieda più affidabile, riceve dalla Regione Lombardia un affidamento diretto. La concorrente TechnoGenetics fa ricorso al Tar e un esposto in Procura a Milano, dove i pm hanno aperto un fascicolo conoscitivo. Il giudice monocratico del Tar, pur non riconoscendo la necessità di una sospensiva ( così come il Consiglio di Stato), chiede che la decisione venga presa in modo collegiale, perché si ravvisava il rischio della violazione della concorrenza e di un ingiusto vantaggio alla Diasorin. Ieri il Tar ha deciso. Queste le ragioni: «La Diasorin ha acquisito un illegittimo vantaggio competitivo rispetto agli operatori del medesimo settore». Il San Matteo ricorrerà urgentemente al Consiglio di Stato contro la decisione del Tar.