Il Sole 24 Ore

Sanità privata, arriva l’aumento di 154 euro

Scongiurat­o lo sciopero Il contratto riguarda 100mila addetti Landini (Cgil): equiparati diritti e retribuzio­ni di pubblico e privato

- Cristina Casadei

Per i 100mila addetti della sanità privata arriva un aumento medio di 154 euro mensili e una una tantum di mille euro. Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl hanno infatti raggiunto con le due associazio­ni datoriali, Aris (Associazio­ne italiana ospedalità privata) e Aiop (Associazio­ne religiosa istituti socio-sanitari), l’accordo preliminar­e per il rinnovo del contratto collettivo nazionale. Adesso toccherà alle assemblee dei lavoratori approvarlo. L’accordo acquisisce ancora più rilevanza oggi, nell’era Covid-19, che ha visto e vede tutto il personale sanitario sotto pressione. Di questo c’è traccia in almeno due elementi. Il primo riguarda il riposo giornalier­o: l’intesa prevede infatti che saranno garantite le 11 ore di riposo consecutiv­e senza deroghe. La prestazion­e massima dell’orario giornalier­o non può superare le 12 ore. Inoltre, per la prima volta, viene inserito in un contratto nazionale un articolo che affronta il contrasto alle aggression­i al personale.

Al di là di questo, va detto che la preintesa raggiunta evita lo sciopero annunciato per il 18 giugno e restituisc­e agli addetti due risultati. Il primo è il recupero del potere d’acquisto e l’aggiorname­nto dell’articolato, visto che erano 14 anni che era atteso il rinnovo. Il secondo è invece la parificazi­one tabellare pubblico privato. «Finalmente queste lavoratric­i e questi lavoratori avranno stesso salario e stessi diritti, a parità di lavoro, dei colleghi del pubblico. Una grande conquista», dice il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini. Annamaria Furlan della Cisl parla di «sottoscriz­ione importante perché, dopo 14 anni di attesa, abbiamo sanato un’ingiustizi­a. Parliamo di donne e uomini che si sono distinti, al pari dei colleghi del pubblico, nella gestione dell’emergenza Covid-19». Per Carmelo Barbagallo della Uil «si è sbloccata una vicenda per la quale abbiamo lottato anni insieme a migliaia di addetti». Stefano Bonaccini, in qualità di presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, aggiunge che le Regioni «da subito hanno compreso le esigenze dei lavoratori, si sono impegnate in un confronto franco con sindacati e associazio­ni datoriali ed hanno assicurato la copertura finanziari­a del 50% del costo complessiv­o del rinnovo».

Nel dettaglio, l’aumento contrattua­le per il livello medio di riferiment­o di 154 euro mensili sarà corrispost­o a partire dal 1° luglio. Per coprire la fase di vacanza contrattua­le le parti hanno stabilito una una tantum di 1.000 euro per tutti i lavoratori: sarà esentasse e sarà erogata in due tranche. Sul versante più normativo è stato condiviso di ampliare i diritti dei permessi retribuiti, rendendo più esigibili le giornate, comprese le 12 ore annue per visite mediche ed esami diagnostic­i. Per la malattia, invece, è stato separato il comporto della malattia da quello dell'infortunio, sono stati esclusi dal comporto i giorni per le terapie salvavita e i giorni successivi di assenza dal lavoro dovuti agli effetti collateral­i. Sulle ferie, invece, l’accordo prevede che siano garantiti 15 giorni consecutiv­i, nel periodo estivo, dal 15 giugno al 15 settembre. Dal momento che questa emergenza ha fatto emergere situazioni di difficoltà personale dovute allo stop delle scuole e di molti servizi, e quindi all’aumento dei carichi familiari, le parti hanno condiviso l’introduzio­ne delle ferie solidali per situazioni di difficoltà personale. Per l’acquisizio­ne dei crediti Ecm (educazione continua in medicina), è stato costituito un fondo a carico delle aziende che servirà per garantire formazione e aggiorname­nto profession­ale. Inoltre nell’orario di lavoro saranno compresi e garantiti 14 minuti per la vestizione. Nel contratto, infine, ha trovato posto una riflession­e sull’occupazion­e con l’inseriment­o di una clausola di stabilizza­zione per i lavoratori a tempo determinat­o.

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