Operazione fabbriche aperte in agosto
Le imprese sempre più convinte: chi ha ordini deve lavorare anche in estate Carraro: è un valore morale Cgil, Cisl e Uil: sì con accordi territoriali o aziendali
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Riaperti attività e confini, l’economia si sta lentamente rimettendo in moto. E tra le imprese sta emergendo la convinzione che in estate le fabbriche dovranno restare aperte. «Produrre ad agosto, per chi ha ordini, lo considero un valore morale» dice Carraro (Confindustria Veneto). Savorani (Confindustria Ceramica): «Vogliamo cogliere le opportunità che arriveranno». La disponibilità del sindacato c’è, sottolineano Dal Poz (Federmeccanica) e Marenzi (Confindustria Moda).
Navigano a vista, alcuni già con ordini in portafoglio, come la filiera del farmaceutico, altri, come l’automotive, in profonda sofferenza, per il crollo della domanda, in Italia e anche in Germania, nostro principale partner. Con le riaperture delle attività e dei confini l’economia si sta lentamente rimettendo in moto. E tra le imprese sta emergendo la convinzione che, se gli ordini arriveranno, ad agosto le fabbriche dovranno restare aperte. Anzi, magari ci fosse questa esigenza, è il pensiero che si percepisce sentendo il mondo imprenditoriale: vorrebbe dire che l’economia è in ripresa, dopo i passati mesi di crollo.
Come andranno i prossimi mesi dipenderà anche dall’impatto dei provvedimenti del governo, uno tra tutti l’ecobonus. E se le fabbriche puntano a continuare l’attività, l’auspicio del presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, è che anche il Parlamento non vada in ferie quest’anno, per continuare l’attività legislativa e dare seguito ai decreti attuativi del decreto Rilancio. Confindustria per prima non chiuderà, ha annunciato recentemente Bonomi, che ritiene anche un fattore di buon senso tenere aperti i luoghi di lavoro, con un pil che crolla.
« Produrre anche ad agosto per chi ha ordini lo considero un valore morale. È un modo di sostenere il paese, di contribuire a recuperare ciò che è stato perso, creando ricchezza per tutti», commenta Enrico Carraro, presidente di Confindustria Veneto. La situazione nel Veneto è a macchia di leopardo, c’è chi ha qualche segnale positivo, per altri tutto fermo. Le ferie? C’è la stagione turistica da non perdere. « Si potranno fare scaglionate » , continua Carraro.
C’è chi, come il settore della ceramica, è in attesa di vedere come sarà applicato il superbonus sulle riqualificazioni edilizie: «c’è molta attenzione su questo aspetto», dice il presidente di Confindustria Ceramica, Giovanni Savorani. Potrebbe essere un volano importante per la ripartenza: « auspichiamo una semplificazione amministrativa e il recepimento dell’emendamento per incentivare l’efficienza idrica – continua Savorani - ad agosto avremo sicuramente aperte sia le spedizioni che le vendite, vogliamo cogliere le opportunità che arriveranno da questa legge sul mercato italiano, ma anche i segnali di recupero che registriamo su alcuni mercati esteri » .
C’è da impostare il dialogo con il sindacato per le aperture estive, oltre che un appoggio da parte della Pubblica amministrazione perché i lavoratori possano continuare a lavorare. La disponibilità del sindacato c’è, come sottolineano sia Alberto Dal Poz, presidente di Federmeccanica, sia Claudio Marenzi, presidente di Confindustria Moda. «Da parte del sindacato c’è la consapevolezza dello stato di tensione delle imprese e che si è tutti coinvolti in questa crisi, aziende e lavoratori», dice Dal Poz, che per i prossimi mesi vede il settore con « le aspettative piuttosto scariche » . Si lavorerà ad agosto nelle imprese della moda: « abbiamo avuto un’ecatombe. Anche il 2021 sarà molto problematico, ci aspettiamo un’uscita dal disastro non prima del 2022. La moda è uno dei settori più colpiti, nella sua interezza, anche il tessile, la concia, i semilavorati. Ad agosto si dovrà lavorare, bisognerà produrre i capi finiti, in ritardo a causa del lockdown», dice Marenzi. Che sollecita il sindacato ad avere la massima flessibilità: «chiediamo di poter lavorare quando ci sarà da fare. Comunque abbiamo riscontrato disponibilità, ci contiamo » .
Ha lavorato sempre, e lavorerà in estate come di consueto, il settore della farmaceutica. «A marzo gli ordinativi sono stati positivi, ad aprile anche superiori a marzo » , dice il presidente di Farmindustria, Massimo Scaccabarozzi. E le prospettive per i prossimi mesi seguono questa tendenza: «abbiamo la responsabilità di produrre i farmaci, già da febbraio ci eravamo organizzati per lavorare in sicurezza», spiega Scaccabarozzi.
Per l’estate « stiamo andando sulla continuità, rispetteremo anche i turni delle ferie. E meglio ancora se i nostri dipendenti resteranno in Italia » , continua il presidente di Farmindustria, che sottolinea anche la stabilità dell’occupazione: solo il 3% del settore ha avuto la cassa integrazione, su un totale di 68mila dipendenti.