Bain sfida Cvc per i diritti tv: sul piatto 3 miliardi per rilevare il 25%
Irrompe un altro private equity: superata la proposta di 2,2 miliardi per il 20% Cvc ha una esclusiva a fine giugno: i club guardano a una possibile asta al rialzo
Nuovo colpo di scena nella partita per i diritti televisivi della Serie A di calcio. Secondo quanto risulta al Sole 24 Ore, il private equity internazionale Bain Capital avrebbe una proposta concorrente a quella di Cvc: una valutazione di 3 miliardi per il 25% della «media company» che verrà creata dalla Lega e che avrà in pancia i diritti tv decennali del massimo campionato a partire dal 2021, quando dovranno essere rinegoziati i contratti con i broadcaster.
Nuovo colpo di scena nella partita per i diritti televisivi della Serie A di calcio. Sulla scena, secondo quanto risulta al Sole 24 Ore, irrompe infatti il private equity internazionale Bain Capital con una proposta concorrente a quella di Cvc: una valutazione di 3 miliardi per il 25% della “media company”, dove dovrebbero confluire i diritti tv decennali del massimo campionato a partire dal 2021. Con l’aggiunta di un minimo garantito. L’offerta di Bain Capital (affiancato dalla banca d’affari Nomura sia sul lato dell’advisory sia del finanziamento) sarebbe arrivata nelle ultime ore. La proposta di Bain Capital sarebbe appunto concorrente a quella di Cvc, che secondo quanto trapelato nelle scorse settimane, avrebbe messo sul piatto un’offerta da 2,2 miliardi per il 20% della “media company”.
Resta ora da capire cosa succederà. Cvc ha infatti un’esclusiva a trattare fino a fine giugno. Nelle ultime settimane la Lega Serie A, presieduta da Paolo Dal Pino, ha intavolato discussioni e nei prossimi giorni dovrebbe essere indicato un advisor finanziario da parte della Lega per valutare le offerte. I legali sono invece già in campo: per la Lega Serie A lo studio Gianni Origoni Grippo Cappelli e, per Cvc, lo studio Gattai Minoli Agostinelli.
In questo contesto i presidenti dei club stanno valutando l’evolversi della situazione. Non c’è ancora piena sintonia sulle offerte, ma tutti i vertici delle squadre sono intenzionati a esplorare questa possibilità di valorizzazione dei diritti tv. Nell’ultima settimana, in uno scenario in divenire, si è inoltre concretizzato anche l’interesse di Fsi (si veda Il Sole 24 Ore di ieri), investitore di lungo periodo guidato da Maurizio Tamagnini, che punterebbe a entrare come socio di minoranza, nel caso di riassetto con un private equity internazionale.
I vertici di Fsi avrebbero discusso con alcuni presidenti di club e sarebbe emersa la necessità di avere, a fianco di un fondo estero, anche un ruolo di minoranza per un investitore di matrice tricolore.
Si attendono dunque gli sviluppi. Ora l’offerta di Bain Capital rischia di sparigliare le carte, e quantomeno di costringere Lega e club a valutare le differenti opzioni sul tavolo.
Resta invece da scoprire nei dettagli il piano dei private equity per creare valore tramite lo sfruttamento dei diritti tv della Serie A di calcio. A prima vista non si tratta infatti di un’operazione tradizionale di private equity. Qualche osservatore tra i manager dei club avrebbe espresso nelle passate settimane qualche dubbio sulla tipologia dell’operazione: valida ad esempio in altri Paesi più sviluppati sul fronte calcistico, come la Premier League inglese, ma meno applicabile in Italia.
Il piano industriale sarà dunque fondamentale per capire le strategie. Probabile che il rendimento per un fondo sia nascosto nella valorizzazione, tramite la “media company”, non solo dei diritti tv del calcio italiano, rinegoziabili in termini migliorativi con i broadcaster, ma anche di altri filoni di business collegati alla Serie A, da quello immobiliare (nuovi stadi da riqualificare o da sviluppare tramite un fondo infrastrutturale) fino al merchandising della Serie A.
Intanto dopo tre mesi torna il calcio, con la Coppa Italia e, fra una settimana, il campionato. In questo quadro, come dimostrano gli incontri del ministro Spadafora, con Sky ma non solo, si cerca una quadra che potrebbe passare attraverso formule di visione in chiaro (o comunque con minimo scarto fra live e trasmissioni). Sintesi non facile, con il pallino in mano alla Lega guidata dall’ad Luigi De Siervo che è in attesa di ulteriori interlocuzioni con il Governo.