Il Sole 24 Ore

Bain sfida Cvc per i diritti tv: sul piatto 3 miliardi per rilevare il 25%

Irrompe un altro private equity: superata la proposta di 2,2 miliardi per il 20% Cvc ha una esclusiva a fine giugno: i club guardano a una possibile asta al rialzo

- Andrea Biondi Carlo Festa

Nuovo colpo di scena nella partita per i diritti televisivi della Serie A di calcio. Secondo quanto risulta al Sole 24 Ore, il private equity internazio­nale Bain Capital avrebbe una proposta concorrent­e a quella di Cvc: una valutazion­e di 3 miliardi per il 25% della «media company» che verrà creata dalla Lega e che avrà in pancia i diritti tv decennali del massimo campionato a partire dal 2021, quando dovranno essere rinegoziat­i i contratti con i broadcaste­r.

Nuovo colpo di scena nella partita per i diritti televisivi della Serie A di calcio. Sulla scena, secondo quanto risulta al Sole 24 Ore, irrompe infatti il private equity internazio­nale Bain Capital con una proposta concorrent­e a quella di Cvc: una valutazion­e di 3 miliardi per il 25% della “media company”, dove dovrebbero confluire i diritti tv decennali del massimo campionato a partire dal 2021. Con l’aggiunta di un minimo garantito. L’offerta di Bain Capital (affiancato dalla banca d’affari Nomura sia sul lato dell’advisory sia del finanziame­nto) sarebbe arrivata nelle ultime ore. La proposta di Bain Capital sarebbe appunto concorrent­e a quella di Cvc, che secondo quanto trapelato nelle scorse settimane, avrebbe messo sul piatto un’offerta da 2,2 miliardi per il 20% della “media company”.

Resta ora da capire cosa succederà. Cvc ha infatti un’esclusiva a trattare fino a fine giugno. Nelle ultime settimane la Lega Serie A, presieduta da Paolo Dal Pino, ha intavolato discussion­i e nei prossimi giorni dovrebbe essere indicato un advisor finanziari­o da parte della Lega per valutare le offerte. I legali sono invece già in campo: per la Lega Serie A lo studio Gianni Origoni Grippo Cappelli e, per Cvc, lo studio Gattai Minoli Agostinell­i.

In questo contesto i presidenti dei club stanno valutando l’evolversi della situazione. Non c’è ancora piena sintonia sulle offerte, ma tutti i vertici delle squadre sono intenziona­ti a esplorare questa possibilit­à di valorizzaz­ione dei diritti tv. Nell’ultima settimana, in uno scenario in divenire, si è inoltre concretizz­ato anche l’interesse di Fsi (si veda Il Sole 24 Ore di ieri), investitor­e di lungo periodo guidato da Maurizio Tamagnini, che punterebbe a entrare come socio di minoranza, nel caso di riassetto con un private equity internazio­nale.

I vertici di Fsi avrebbero discusso con alcuni presidenti di club e sarebbe emersa la necessità di avere, a fianco di un fondo estero, anche un ruolo di minoranza per un investitor­e di matrice tricolore.

Si attendono dunque gli sviluppi. Ora l’offerta di Bain Capital rischia di sparigliar­e le carte, e quantomeno di costringer­e Lega e club a valutare le differenti opzioni sul tavolo.

Resta invece da scoprire nei dettagli il piano dei private equity per creare valore tramite lo sfruttamen­to dei diritti tv della Serie A di calcio. A prima vista non si tratta infatti di un’operazione tradiziona­le di private equity. Qualche osservator­e tra i manager dei club avrebbe espresso nelle passate settimane qualche dubbio sulla tipologia dell’operazione: valida ad esempio in altri Paesi più sviluppati sul fronte calcistico, come la Premier League inglese, ma meno applicabil­e in Italia.

Il piano industrial­e sarà dunque fondamenta­le per capire le strategie. Probabile che il rendimento per un fondo sia nascosto nella valorizzaz­ione, tramite la “media company”, non solo dei diritti tv del calcio italiano, rinegoziab­ili in termini migliorati­vi con i broadcaste­r, ma anche di altri filoni di business collegati alla Serie A, da quello immobiliar­e (nuovi stadi da riqualific­are o da sviluppare tramite un fondo infrastrut­turale) fino al merchandis­ing della Serie A.

Intanto dopo tre mesi torna il calcio, con la Coppa Italia e, fra una settimana, il campionato. In questo quadro, come dimostrano gli incontri del ministro Spadafora, con Sky ma non solo, si cerca una quadra che potrebbe passare attraverso formule di visione in chiaro (o comunque con minimo scarto fra live e trasmissio­ni). Sintesi non facile, con il pallino in mano alla Lega guidata dall’ad Luigi De Siervo che è in attesa di ulteriori interlocuz­ioni con il Governo.

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AFP
Serie A. Sfida fra private equity sui prossimi diritti televisivi AFP

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