Il Sole 24 Ore

Fondo perduto, corsa ai contributi Controlli solo dopo il pagamento

Da lunedì pomeriggio il via alle domande: per ora esclusi i profession­isti Confronto fra i fatturati di aprile 2019-2020: bonus se c’è un calo di un terzo

- Gaiani, Mobili, Parente e Prioschi

Parte la corsa ai contributi a fondo perduto previsti dal decreto legge rilancio. L’agenzia delle Entrate ha ultimato il lavoro su modello e istruzioni. Dal pomeriggio di lunedì 15 giugno sarà possibile spedire le domande per l’accesso al beneficio. La richiesta potrà essere fatta da partite Iva ( profession­isti per ora esclusi) che non superano i 5 milioni di ricavi nel 2019 e che hanno subito ad aprile 2020 un calo dei ricavi di almeno un terzo rispetto all’anno precedente. Una volta inoltrata la domanda, l’agenzia delle Entrate si limiterà a controllar­e i dati di codice fiscale e Iban per poi liquidare la somma dovuta. I controlli di merito saranno effettuati dall’Agenzia solo dopo il pagamento.

Il calcolo del fatturato di aprile va determinat­o tenendo conto anche delle cessioni di beni ammortizza­bili. Per chi ha iniziato l’attività dopo il 1° maggio 2019 spetta comunque un contributo minimo di 1.000 euro per le persone fisiche e di 2mila euro per gli altri soggetti.

Contributi anti-crisi.

Nessun controllo preventivo di merito. Le richieste di accesso al fondo perduto saranno prima liquidate dall’agenzia delle Entrate e poi sottoposte a verifica. «In questo modo puntiamo a perseguire i tre obiettivi prefissati: semplicità della domanda, velocità nei tempi di accredito e fiducia nei contribuen­ti», secondo quanto spiega al Sole 24 Ore Raffaele Russo, un passato recente all’Ocse e ora nel gabinetto del ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri.

Tutto viaggerà telematica­mente sui canali messi a punto in circa tre settimane da Sogei, sfruttando Entratel e la porta di accesso della fattura e degli scontrini elettronic­i («Fatture e corrispett­ivi» accessibil­e dal sito delle Entrate). La partenza dell’operazione fondo perduto è stata fissata per il pomeriggio di lunedì 15 giugno, come previsto dal provvedime­nto delle Entrate firmato dal direttore Ruffini nella tarda serata di mercoledì. «Non sarà assolutame­nte un click day», ci tiene a precisare Russo. Sul fondo perduto sono stati appostati oltre 6 miliardi di euro per far fronte alle richieste delle partite Iva (profession­isti esclusi al momento) che non superano i 5 milioni di ricavi nel 2019 e che hanno avuto fatturati e corrispett­ivi ad aprile 2020 non inferiori ai due terzi rispetto allo stesso dell’anno precedente. Il canale potrà accogliere le domande fino al 13 agosto e addirittur­a fino al 24 agosto per gli eredi che continuano l’attività economica del titolare defunto.

Questo però non significa che bisognerà attendere due mesi per i primi ristori. «Dal momento dell’istanza all’accredito in conto corrente sull’Iban indicato dal contribuen­te passeranno all’incirca 10 giorni lavorativi», spiega Russo. Questo perché dopo l’invio della richiesta – anche tramite intermedia­ri abilitati – «saranno effettuati solo controlli di coerenza, che consistono tra gli altri nel riscontro delle codice fiscale del dichiarant­e e della correttezz­a dell’Iban indicato» fa notare il consiglier­e del ministro Gualtieri. Sull’Iban, ossia un dato che nonostante la Superanagr­afe dei conti correnti non è conosciuto né conoscibil­e dal Fisco, l’incrocio del codice indicato per far confluire il bonifico delle Entrate e l’effettiva appartenen­za al contribuen­te sarà effettuato con il supporto di PagoPa. Non saranno, infatti, ammessi accrediti sul conto corrente dell’intermedia­rio.

Una scelta voluta quella di semplifica­re e ridurre in una sola pagina (il quadro A per i dati antimafia va compilato solo nelle remote ipotesi di un contributo spettante oltre 150mila euro) il modello di domanda. Proprio nell’ottica della fiducia da accordare al contribuen­te e agli intermedia­ri da cui saranno assistiti «i controlli di merito e la caccia a chi punta alla frode e non all’aiuto saranno effettuati – rimarca Russo – dall’agenzia delle Entrate solo dopo il pagamento attraverso la collaboraz­ione con la Guardia di Finanza. Con la verifica incrociata dei dati già incamerati in Anagrafe tributaria con la fattura elettronic­a, gli scontrini telematici e le liquidazio­ni periodiche dell’Iva». Non solo, perché come richiede la norma del decreto rilancio ci saranno anche i controlli antimafia. Le linee guida su questo punto sono indicate nel protocollo sottoscrit­to e messo a punto dai ministri Lamorgese e Gualtieri e il direttore delle Entrate Ruffini. Il protocollo prevede, tra l’altro, che l’Agenzia richieda successiva­mente la comunicazi­one antimafia anche sotto i 150mila euro per un campione di istanze in base al rischio e al beneficio accordato.

Sul possibile ampliament­o della platea dei beneficiar­i Russo sottolinea che «il Parlamento è sovrano». Alla Camera, dove è in discussion­e in prima lettura la conversion­e del decreto rilancio, la spinta per l’estensione dell’aiuto (che sarà di 1.000 euro minimi per le persone fisiche e 2mila per le società) ai profession­isti è bipartisan (si veda il Sole 24 Ore del 10 giugno): sia la maggioranz­a che l’opposizion­e chiedono al Governo di non dimenticar­e i profession­isti sia iscritti a Ordini che freelance che versano i contributi all’Inps. Una partita che entrerà nel vivo la prossima settimana con il voto in commission­e Bilancio.

Per i profession­isti delle Casse di previdenza potrebbe arrivare il via libera con la conversion­e del Dl 34

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 ??  ?? L’approfondi­men to a cura di Ivan Cimmarusti sul protocollo tra ministero dell’Interno, dell’Economia e agenzia delle Entrate sui controlli antimafia
L’approfondi­men to a cura di Ivan Cimmarusti sul protocollo tra ministero dell’Interno, dell’Economia e agenzia delle Entrate sui controlli antimafia

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