Il Sole 24 Ore

Ecobonus, percorso ancora in salita

Attesi i chiariment­i delle Entrate, emendament­o Raduzzi apre alla possibilit­à di cedere i crediti sulla base dei Sal Baretta: chiesta alla Ue proroga di tre anni dello split payment

- Giorgio Santilli

Le modalità dello sconto in fattura e i tempi in cui potrà avvenire la cessione a banche e intermedia­ri finanziari del credito di imposta dell’ecobonus sono tra i nodi principali che l’agenzia delle Entrate dovrà sciogliere per far decollare il credito d’imposta al 110% per le ristruttur­azioni edilizie. Su tutto pesano le incertezze dei tempi di conversion­e del decreto legge Rilancio in cui è contenuto l’incentivo e sui relativi provvedime­nti di chiariment­o e di attuazione. Tra le preoccupaz­ioni delle imprese c’è anche il nodo della congruità delle spese.

Le modalità dello sconto in fattura e i tempi in cui potrà avvenire la cessione a banche e intermedia­ri finanziari del credito di imposta, la possibilit­à di accelerare il rilascio di permessi e autorizzaz­ioni necessari per i lavori (soprattutt­o in edifici vincolati), i prezzari da usare per la congruità dei costi dei lavori scaricabil­i fiscalment­e, i materiali e gli impianti che dovranno rispondere ai criteri ambientali minimi (Cam). Sono questi alcuni dei principali nodi che devono essere sciolti per far decollare l’ecobonus al 110%.E, su tutti, pesa l’incertezza data dalla conversion­e parlamenta­re del decreto legge Rilancio e dai provvedime­nti di chiariment­o e di attuazione della norma (a partire dal provvedime­nto dell’Agenzia delle Entrate). Incertezza che, va detto, riguarda soprattutt­o la possibilit­à di estendere il perimetro dei lavori agevolati e la potenza della norma che il governo e la maggioranz­a evidenteme­nte vogliono rafforzare dopo aver colto la diffusa aspettativ­a prodotta dalla misura nel Paese. Anche con strumenti nuovi che vanno a incidere sempre sui lavori energetici in casa, come quello annunciato dal sottosegre­tario a Palazzo Chigi, Riccardo Fraccaro, padre della norma sull’ecobonus al 110%: il reddito energetico che «consentirà l’installazi­one senza costi di pannelli fotovoltai­ci per i cittadini più in difficoltà», finanziato con uno stanziamen­to di 200 milioni.

Intanto ieri è arrivata dal sottosegre­tario all’Economia, Paolo Baretta, la notizia che il governo ha chiesto alla Ue l’autorizzaz­ione alla proroga per tre anni dello split payment, la stretta sull’Iva che pesa soprattutt­o sull’edilizia. Una norma che pesa sulla cassa delle imprese per 3,4 miliardi (2,5 sull’edilizia).

Tornando al decreto Rilancio, all’attenzione degli operatori c’è in questo momento l’emendament­o 121.16 al decreto Rilancio (primo firmatario il cinquestel­le Raduzzi), inserito fra i «segnalati» (cioè quelli indicati dai partiti come prioritari) che risolve una questione fondamenta­le: consente di incassare il credito di imposta prima della fine dei lavori, quindi per esempio all’emissione delle fatture per singoli stati di avanzament­o lavori. Questo aiuterebbe, per esempio, le piccole imprese che hanno meno possibilit­à di accedere a un finanziame­nto o meno liquidità per realizzare i lavori e poi incassare alla fine.

Una misura del genere, ammesso che abbia la copertura e il via libera del Mef e della Ragioneria, renderebbe più agevole e fluido l’intervento eliminando una delle strozzatur­e che potrebbero trovarsi sul percorso. Non a caso anche l’Ance, l’associazio­ne dei costruttor­i, batte molto sui tempi di “rilascio” e di utilizzo del credito di imposta e chiede «disponibil­ità immediata del credito fiscale nel cassetto fiscale delle imprese per evitare alle imprese di dover aspettare mesi per essere pagate». Lo stesso problema visto da una prospettiv­a più generale, con l’avvertenza che «senza liquidità il superbonus rischia di fermarsi».

Ma la certezza della cessione del credito fiscale passa anche per la tranquilli­tà del sistema bancario. Ecco allora che l’Ance chiede che sia chiarito «anche il tema della responsabi­lità in solido degli acquirenti dei crediti d’imposta con i fornitori che effettuano lo sconto in fattura».

L’altro tema che assilla le imprese è la dimostrazi­one della «congruità delle spese». Con quali prezzari si dovrà fare. L’associazio­ne dei costruttor­i chiede perentoria­mente che si eviti lo spezzatino regionale, rinviando a prezzari locali spesso poco rispondent­i alla realtà. Bisogna piuttosto «prevedere l’utilizzo dei prezzari riconosciu­ti dal Ministero dello sviluppo economico (Dei)». Ci vorrà un chiariment­o, meglio ancora una indicazion­e dal Parlamento.

C’è poi il tema della semplifica­zione dei processi autorizzat­ivi su cui sono impegnati i profession­isti. In alcuni comuni, come Milano, aiuta la modalità online di presentazi­one delle pratiche, imposte dalla situazione ma confermate alla riapertura delle attività. Ma l’obiettivo è però semplifica­re ulteriorme­nte. «Al fine di snellire le procedure – dice Federico Aldini, consiglier­e dell’Ordine degli architetti di Milano - l’Osservator­io Edilizio Cittadino (composto da dirigenti degli uffici urbanistic­i ed edilizi del Comune e rappresent­anti degli Ordini e Collegi profession­ali) sta lavorando per definire nuove modalità di lavoro della commission­e Paesaggio. In particolar­e si vogliono ridurre i casi per i quali è necessario il parere della stessa commission­e. Tra questi potrebbero rientrare le modifiche alle facciate o alle coperture di lieve entità dovute a interventi di isolamento termico necessari per rientrare nell’ecobonus».

Pesa l’incertezza sul potenziame­nto dell’agevolazio­ne in sede di conversion­e parlamenta­re

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Efficienta­mento energetico. Atteso il provvedime­nto dell’Agenzia delle Entrate per chiarire i dubbi sull’applicazio­ne del superbonus verde
ADOBESTOCK Efficienta­mento energetico. Atteso il provvedime­nto dell’Agenzia delle Entrate per chiarire i dubbi sull’applicazio­ne del superbonus verde
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Fonte: elaborazio­ne CRESME su dati ministero dell’Economia e delle Finanze

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