Da Bankitalia e Antitrust faro sui ritardi delle banche
L’Antitrust avvia 4 istruttorie e 12 moral suasion su sospensioni di finanziamenti Via libera dal Mef: operativa la garanzia Sace sui 100 milioni erogati a Ovs
Rimuovere subito «eventuali cause di ritardo imputabili a loro carenze»: è il monito che Bankitalia ha inviato a un gruppo di banche con erogazioni di prestiti garantiti più basse della media rispetto alle richieste. Intanto l’Antitrust ha avviato 4 istruttorie e 12 moral suasion verso 16 tra banche e finanziarie per tardive informazioni ai clienti sulle varie misure di sostegno, come la sospensione di mutui e prestiti.
Nelle ultime settimane il sistema bancaria ha mostrato «significativi progressi» nell’erogazione di credito di emergenza a imprese e famiglie ma il pressing delle autorità non cessa. Ieri Bankitalia ha inviato una nuova comunicazione agli istituti che mostrano performance inferiori alla media per chiedere informazioni «sulle cause dei ritardi» e sollecitare, pur nel rispetto della loro piena autonomia, una più rapida esecuzione. Mentre l’Antitrust ha avviato quattro istruttorie e 12 moral suasion nei confronti di sedici tra banche e società finanziarie per «condotte relative alla sospensione dei prestiti ed all’erogazione di nuovi finanziamenti». Sullo stato di attuazione delle misure di finanziamento attivate in piena epidemia è intervenuto ieri il capo della Vigilanza, Paolo Angelini, che ha offerto alla Commissione parlamentare d'inchiesta sul sistema bancario gli ultimi dati disponibili.
A fine maggio le banche avevano ricevuto 1,2 milioni di richieste di moratoria da parte delle piccole imprese per un valore di 149 miliardi e le hanno approvato nel 94% dei casi. Se alle moratorie richieste in base al dl “Cura Italia” si aggiungono quelle concesse dalle banche su iniziativa privata si arriva un totale di 178 miliardi di prestiti sospesi per le sole Pmi e a 266 miliardi se si considerano anche le richieste delle famiglie, superiore a 81 miliardi; complessivamente le domande approvate sono l’88%. Sempre a fine maggio le domande di prestiti garantiti dal Fondo centrale di garanzia, che pure hanno mostrato una dinamica più contenuta, sono state 797mila, per un controvalore di 50 miliardi. Di queste, la gran parte (724.000) è rappresentata da domande di prestiti di importo inferiore a 25.000 euro interamente garantiti dallo Stato, a cui peraltro fa capo meno di un terzo dell’importo. La crescita del numero di richieste di garanzia al FCG è stata eccezionale - ha sottolineato Angelini - ricordando che agli inizi di aprile erano poco più di 8.000. Nell’analisi dei dati è stata evidenziata una maggiore lentezza nell’esecuzione delle procedure da parte delle banche più piccole ma è stato anche ricordato che nelle settimane della quarantena molti istituti hanno dovuto far fronte a picchi di richieste con molti addetti costretti in smart working. Angelini, rispondendo a una domanda, ha anche riconosciuto che nei mesi a venire le stesse banche potrebbero incontrare difficoltà: una caduta del Pil del 9% «non potrà non incidere sulle imprese e, a catena, sulla banche, che sono esse stesse imprese». Angelini ha spiegato che dopo una prima fase critica i meccanismi hanno mostrato un progressivo miglioramento, soprattutto per le moratorie. Sui prestiti garantiti dallo Stato serve equilibrio - ha concluso Angelini - perchè «ci sono tre esigenze tutte da tutelare: la rapidità dei prestiti che è sacrosanta, la tutela dei conti dello Stato verso chi sicuramente non li restituirà con una perdita per i contribuenti e la tutela della legalità». Ieri intanto il ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri, ha reso operativa la garanzia di Sace a copertura dell’80% del prestito da 100 milioni siglato da Ovs con un pool di banche italiane, guidato da Unicredit. Si tratta della prima garanzia con procedura specifica per grandi gruppi.