I sindacati: ok con i contratti territoriali o aziendali
Via libera al confronto con i datori per garantire la continuità produttiva
Nessuna pregiudiziale da parte dei sindacati sulla proposta di Confindustria Piemonte di tenere le fabbriche aperte ad agosto, in presenza di una ripresa degli ordinativi. Per Cgil, Cisl e Uil, con lo strumento della contrattazione decentrata – a livello aziendale o territoriale – le parti potranno raggiungere accordi modificando l’organizzazione del lavoro per soddisfare la domanda, senza fermare la produzione.
«Nell’attuale contesto economico sarebbe una buona notizia la ripresa di ordinativi e delle commesse – ragiona Ivana Galli, segretaria confederale della Cgil – . Non abbiamo alcuna preclusione a tenere aperto un impianto nel mese di agosto, purché lo si faccia attraverso il confronto con le rappresentanze sindacali aziendali o territoriali. L’emergenza numero uno è il lavoro, dunque siamo disponibili ad individuare percorsi condivisi con le imprese per assicurare la continuità produttiva. Non sarebbe certo una novità, lo abbiamo già fatto in passato per far fronte a picchi produttivi improvvisi. Purtroppo la realtà è caratterizzata ancora da milioni di lavoratori in cassa integrazione e temiamo in autunno un riaccendersi delle tensioni sociali».
Sui giudizi dei sindacati pesano le grandi preoccupazioni legate ad un quadro economico pieno di incognite, come confermato anche ieri dal calo tendenziale del 42,5% della produzione industriale certificato dall’Istat, dalla diminuzione record ad aprile degli occupati (-274mila in un mese, una caduta mai registrata dalle serie storiche dell’Istituto), dal balzo degli inattivi (+746mila) e dal picco storico della cassa integrazione (835 milioni di ore autorizzate, pari a quelle di un anno intero).
«Per difendere l’occupazione e assicurare recuperi di produttività è la contrattazione lo strumento che consente alle parti di trovare soluzioni condivise – sostiene Luigi Sbarra, segretario generale aggiunto della Cisl –. Alla luce dell’emergenza Covid-19 la contrattazione aziendale o territoriale risponde alle specifiche esigenze delle singole realtà produttive, affrontando il tema di come migliorare l’organizzazione del lavoro, regolare istituti come gli orari, la turnistica, i riposi, le ferie, gli investimenti in formazione per la crescita delle competenze, i recuperi di produttività. Siamo convinti che per agganciare la ripresa serva un più forte protagonismo delle parti sociali, la qualità e la responsabilità delle relazioni sindacali diventano centrali in questa tormentata stagione di crisi».
C’è da tenere presente che lo stesso Protocollo del 24 aprile tra le parti sociali sulla regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del Covid-19 ha previsto di incentivare il ricorso alle ferie durante la fase di lockdown, per arginare l’impatto negativo del fermo produttivo sulle buste paga dei lavoratori. Così molte aziende hanno già anticipato le ferie a marzo, prima di attivare gli ammortizzatori sociali.
Da parte della Uil, il segretario generale aggiunto Pierpaolo Bombardieri fissa però alcuni paletti: «Come sindacato abbiamo firmato tantissimi accordi aziendali per consentire lo smaltimento degli ordini, lavorando a ciclo continuo, nei giorni festivi, se necessario la notte. Quindi se ci sono aziende pronte a ripartire, ben vengano questi accordi a livello locale o territoriale. Bisogna valutare caso per caso in modo circostanziato con un atteggiamento pragmatico, non siamo favorevoli invece ad un accordo di carattere generale, che potrebbe tradursi in un arretramento sul terreno dei diritti».