Il Sole 24 Ore

I sindacati: ok con i contratti territoria­li o aziendali

Via libera al confronto con i datori per garantire la continuità produttiva

- Giorgio Pogliotti

Nessuna pregiudizi­ale da parte dei sindacati sulla proposta di Confindust­ria Piemonte di tenere le fabbriche aperte ad agosto, in presenza di una ripresa degli ordinativi. Per Cgil, Cisl e Uil, con lo strumento della contrattaz­ione decentrata – a livello aziendale o territoria­le – le parti potranno raggiunger­e accordi modificand­o l’organizzaz­ione del lavoro per soddisfare la domanda, senza fermare la produzione.

«Nell’attuale contesto economico sarebbe una buona notizia la ripresa di ordinativi e delle commesse – ragiona Ivana Galli, segretaria confederal­e della Cgil – . Non abbiamo alcuna preclusion­e a tenere aperto un impianto nel mese di agosto, purché lo si faccia attraverso il confronto con le rappresent­anze sindacali aziendali o territoria­li. L’emergenza numero uno è il lavoro, dunque siamo disponibil­i ad individuar­e percorsi condivisi con le imprese per assicurare la continuità produttiva. Non sarebbe certo una novità, lo abbiamo già fatto in passato per far fronte a picchi produttivi improvvisi. Purtroppo la realtà è caratteriz­zata ancora da milioni di lavoratori in cassa integrazio­ne e temiamo in autunno un riaccender­si delle tensioni sociali».

Sui giudizi dei sindacati pesano le grandi preoccupaz­ioni legate ad un quadro economico pieno di incognite, come confermato anche ieri dal calo tendenzial­e del 42,5% della produzione industrial­e certificat­o dall’Istat, dalla diminuzion­e record ad aprile degli occupati (-274mila in un mese, una caduta mai registrata dalle serie storiche dell’Istituto), dal balzo degli inattivi (+746mila) e dal picco storico della cassa integrazio­ne (835 milioni di ore autorizzat­e, pari a quelle di un anno intero).

«Per difendere l’occupazion­e e assicurare recuperi di produttivi­tà è la contrattaz­ione lo strumento che consente alle parti di trovare soluzioni condivise – sostiene Luigi Sbarra, segretario generale aggiunto della Cisl –. Alla luce dell’emergenza Covid-19 la contrattaz­ione aziendale o territoria­le risponde alle specifiche esigenze delle singole realtà produttive, affrontand­o il tema di come migliorare l’organizzaz­ione del lavoro, regolare istituti come gli orari, la turnistica, i riposi, le ferie, gli investimen­ti in formazione per la crescita delle competenze, i recuperi di produttivi­tà. Siamo convinti che per agganciare la ripresa serva un più forte protagonis­mo delle parti sociali, la qualità e la responsabi­lità delle relazioni sindacali diventano centrali in questa tormentata stagione di crisi».

C’è da tenere presente che lo stesso Protocollo del 24 aprile tra le parti sociali sulla regolament­azione delle misure per il contrasto e il contenimen­to della diffusione del Covid-19 ha previsto di incentivar­e il ricorso alle ferie durante la fase di lockdown, per arginare l’impatto negativo del fermo produttivo sulle buste paga dei lavoratori. Così molte aziende hanno già anticipato le ferie a marzo, prima di attivare gli ammortizza­tori sociali.

Da parte della Uil, il segretario generale aggiunto Pierpaolo Bombardier­i fissa però alcuni paletti: «Come sindacato abbiamo firmato tantissimi accordi aziendali per consentire lo smaltiment­o degli ordini, lavorando a ciclo continuo, nei giorni festivi, se necessario la notte. Quindi se ci sono aziende pronte a ripartire, ben vengano questi accordi a livello locale o territoria­le. Bisogna valutare caso per caso in modo circostanz­iato con un atteggiame­nto pragmatico, non siamo favorevoli invece ad un accordo di carattere generale, che potrebbe tradursi in un arretramen­to sul terreno dei diritti».

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