La crisi del turismo alla sfida di una vacanza alla tedesca
Lalli: rischio di un ulteriore calo delle presenze italiane dopo il blocco degli stranieri
Uno scenario temuto fino dai primi giorni del Covid, quando le aziende hanno iniziato a fare “usare” le ferie per non mettere in cassa integrazione il personale. Ora con la possibilità di un agosto “al lavoro” il mondo del turismo corre il rischio della temuta tempesta perfetta. Pochi ospiti italiani, scarsi turisti stranieri e l’impossibilità di prolungare fino a ottobre la stagione perché a settembre ci saranno le elezioni. «Comprendiamo la ragione alla base della decisione di molte fabbriche e l’appello degli industriali del Nord di tenere aperto anche ad agosto per recuperare la produttività persa - dice Marina Lalli, presidente designata di Federturismo Confindustria -. Ma sarebbe un altro duro colpo inferto al turismo già fortemente provato». Molti italiani poi non andranno in vacanza perché senza budget. Non a caso Marina Lalli parla di «uno scenario apocalittico per il comparto, con un futuro sempre più nero - rimarca -. Siamo seriamente preoccupati». Parole confermate dagli ultimi dati di Confindustria
Alberghi: ha riaperto solo un quarto delle strutture di cui la metà nelle località marine e le restanti nelle città d’arte e campagna. Inoltre la domanda è debolissima e i costi per gestire la sicurezza anti Covid sono significativi. Da Airbnb un segnale di un ritorno delle prenotazioni: +20% di notti prenotate in Italia ma saranno vacanze a corto raggio.
Si cerca così di allungare la stagione, un po’ come fanno da sempre i tedeschi, per salvare il salvabile. «Stiamo lavorando per allungare la stagionalità, un’esigenza che c’è da sempre e che quest’anno potrebbe finalmente avere un’accelerazione per dare più tempo per andare in vacanza» spiega Gabriele Burgio, presidente e ad del Gruppo Alpitour. Da parte sua Giuseppe Pagliara, ad Gruppo Valtur ricorda che «il momento è difficile con una domanda per alcuni versi imprevedibile. L’intervento di Confindustria, se confermato, potrebbe incidere su una reddittività già aggredita dal post Covid e influire sull’occupazione dei villaggi in una stagionalità di per sé ridotta nella durata e nei volumi. Ci auguriamo, comunque, che le istituzioni pensino a misure adeguate di compensazione delle perdite del nostro settore». Maurizio Vianello, presidente FaitaFedercamping, aggiunge: «Siamo coscienti delle difficoltà che ci attendono e confidiamo in un recupero delle quote di ospiti stranieri che, sulla base delle premesse attuali, dovrebbero poter consentire un recupero seppur parziale». Per finire Martin Manera, presidente Consorzio del ricettivo di Lignano Sabbiadoro, lancia un richiamo all’unità. «Il Paese deve fare quadrato, sfruttiamo la nostra attitudine a trovare soluzioni ottimali per le necessità degli ospiti con flessibilità, programmazioni che variano anche all’ultimo minuto - dice -. I soggiorni brevi saranno il trend della stagione e settembre può diventare un’occasione di vacanza attraente».