ACMI: impliantistica Made in Italy
C’è un’azienda in provincia di Parma che compete da oltre trentacinque anni sul mercato internazionale degli impianti d’imbottigliamento. Questa a azienda zienda è l’ACM’ l’ACMI I di Fornovo, fondata da Giacomo Magri insieme ad altri tre soci nel lontano 1984. Fiore all’occhiello della meccanica Made in Italy, o ancora meglio Made in Parma vista l’alta concentrazione di produttori di sistemi per l’industria alimentare e delle bevande presenti nella provincia emiliana, oggi ACMI conta 400 dipendenti, quattro filiali dirette con servizio di assistenza e magazzino ricambi in Messico, Inghilterra, Polonia e Stati Uniti, e un fatturato che si aggira intorno ai cento milioni di Euro. Nata, come spesso capita nelle migliori storie di successo, dall’iniziativa di un pugno di amici, oggi l’azienda parmense è tra i produttori di sistemi di confezionamento più apprezzati sul mercato globale dai grandi gruppi multinazionali dell’imbottigliamento. Non c’è infatti un solo marchio in Europa, America Latina, Stati Uniti, Nord Africa, Medio Oriente e Sud Est Asiatico, dalle bibite alle acque minerali e dalla birra al vino, che non abbia almeno un impianto firmato ACMI. « Quando ho iniziato quest’avventura, insieme ai miei soci, più di trentacinque anni fa, il mondo del confezionamento era molto diverso da quello che è diventato oggi – afferma il presidente Giacomo Magri – e non mi riferisco solamente alle macchine, ma anche ai rapporti con le persone. Alle volte bastava una stretta di mano con il cliente per essere certi che quella fornitura sarebbe andata in porto, s’instaurava una sorta di rapporto di fiducia». Il presidente Magri, affiancato oggi alla guida dell’azienda dal figlio Luca, amministratore delegato, crede fermamente nella realtà che ha costruito e nella quale continua a investire a 360 gradi: « Stiamo lavorando al lancio di nuove macchine per rendere ancora più competitiva la nostra gamma prodotti e rispondere alle nuove esigenze di eco sostenibilità del packaging ». ACMI è un’azienda dinamica con una forte vocazione all’innovazione garantita da un team d’ingegneri giovani e motivati, guidati dall’esperienza di un management che ha saputo adattare con metodo e consapevolezza le proprie strategie ai mutamenti del mercato. «In quest’ultimo periodo – afferma l’Ing. Luigi Brugnoli, già direttore operativo e oggi direttore commerciale di ACMI – abbiamo dovuto adattarci velocemente a questa situazione imprevista attuando sistemi di smart working, progettazione remota e assistenza telematica che stavamo testando da qualche tempo, ma che non avremmo mai pensato di dover attivare in maniera così repentina. L’aver avuto in esame questi strumenti già prima del verificarsi dell’emergenza Covid-19 e la presenza di una buona organizzazione aziendale ci ha permesso di reagire in maniera piuttosto efficace alla situazione ». «Negli ultimi anni – afferma Luca Magri, amministratore delegato – abbiamo ampliato la nostra capacità produttiva per rispondere a una domanda di mercato crescente che ci ha permesso di compiere un importante passo avanti raddoppiando il fatturato nel triennio 2015-2018. Abbiamo così aperto, sempre in provincia di Parma, una sede a Felegara e costruito un nuovo stabilimento a Rubbiano. Oggi possiamo affermare, con una certa soddisfazione, che ACMI è l’unico produttore europeo in grado di fornire tutte le macchine che compongono il fine linea, parliamo di linee ad altissima cadenza, e di gestire la fornitura di linee complete chiavi in mano in qualità di ‘line integrator’. Questo risultato è stato possibile grazie alla visione imprenditoriale di mio padre, ma anche alla dedizione dei nostri dipendenti e a un management capace e responsabile». Info: www.acmispa.it