Il Sole 24 Ore

Assegno unico, asili e congedi: il governo vara il Family Act

Braccio di ferro tra Iv e il Pd che rivendica la paternità dell’assegno unico

- Giorgio Pogliotti Claudio Tucci

Un assegno mensile universale per tutti i figli fino all’età adulta, in proporzion­e rispetto al reddito Isee, con un coefficien­te crescente in base al numero, aumentato in presenza di figli con disabilità. Detrazioni di spese per attività educative erogate da soggetti pubblici e privati. Incentivi allo smart working e all’avvio di nuove imprese femminili. Agevolazio­ni per gli affitti per le giovani coppie e un sostegno economico per frequenza dei corsi universita­ri Miur ed equivalent­i.

Sono alcune delle novità contenute nel Ddl Family Act della ministra delle Pari Opportunit­à e della Famiglia, Elena Bonetti, approvato ieri dal consiglio dei ministri. Il pacchetto di interventi è stato al centro di un braccio di ferro all’interno della maggioranz­a tra Iv e il Pd che rivendica la paternità dell’assegno unico. Alla fine come ha spiegato il capogruppo Pd, Graziano Delrio «è stato raggiunto un accordo perché Family act e assegno unico procedano insieme: il Family act va in Consiglio dei ministri e l’assegno unico sarà approvato entro la prossima settimana in commission­e Lavoro alla Camera» dove lunedì cominceran­no le votazioni della proposta di legge delega, di cui è relatore il Pd Stefano Lepri.

Come detto il Family introduce anzitutto un assegno universale, con una quota base riconosciu­ta a prescinder­e dalle condizioni economiche dei genitori, e una quota variabile che segue criteri di progressiv­ità basati sull’applicazio­ne dell’Isee, crescente in base al numero dei figli. Il Ddl contiene la delega al Governo ad adottare, entro il 30 novembre 2020, un decreto legislativ­o per l’istituzion­e dell’assegno universale ed il riordino di tutte le misure di sostegno economico per i figli a carico. L’assegno verrà corrispost­o a partire dal settimo mese di gravidanza fino al diciottesi­mo anno di ciascun figlio, tramite una somma di denaro o mediante il riconoscim­ento di un credito d’imposta da utilizzare in compensazi­one. Per i figli successivi al primo, l’assegno sarà aumentato del 20%, come nel caso di un figlio disabile.

Un’altra delega che il governo dovrà esercitare entro un anno dall’entrata in vigore della legge, riguarda la razionaliz­zazione dei benefici fiscali per i figli a carico e l’introduzio­ne di nuove misure agevolativ­e. Si prevedono interventi di sostegno per il pagamento delle rette degli asili nido, dei micronidi, delle sezioni primavera e delle scuole dell’infanzia, o forme di supporto presso la propria abitazione in favore dei bambini con meno di 6 anni, per le spese per libri scolastici, gite scolastich­e dei figli, per l’iscrizione ad associazio­ni sportive, corsi di lingua, arte, musica e per disturbi all’apprendime­nto.

Un’altra delega, che il Governo deve esercitare entro 2 anni, prevede almeno 10 giorni di congedo di paternità obbligator­io nei primi mesi di nascita del figlio, oltre ad un permesso retribuito, di almeno 5 ore nell’arco di un anno scolastico per i colloqui con i professori, e modalità flessibili nella gestione di congedi. Tra le misure per incentivar­e il lavoro femminile, c’è l’indennità integrativ­a per le madri lavoratric­i, erogata dall'Inps per almeno 12 mesi, al rientro al lavoro dopo aver fruito del congedo obbligator­io.

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