Ritornano gli acquirenti per i grandi hotel del lusso
Gli investitori si aspettano sconti importanti ma i proprietari resistono
Passo dopo passo il mondo dell’ospitalità di lusso cerca una nuova strada da percorrere in sicurezza per aprire ai clienti. Protocolli nuovi contro il coronavirus, rimodulazione della parte food, percorsi all’interno delle strutture che garantiscano il distanziamento e nuove aree private per garantire la sicurezza. È il metodo nuovo imposto dalla pandemia da Covid-19, che deve fare i conti con esigenze di guadagno da un lato e di tutela dei clienti dall’altro.
Lontani i volumi del 2019
Su un tema gli esperti sono concordi: dimentichiamo i volumi di investimento del 2019. Quei 3,3 miliardi di euro, boom dello scorso anno, quest’anno non si potranno replicare. Ma si iniziano a delineare operazioni all’orizzonte e a definire i deal che erano stati imbastiti nei mesi scorsi. Degli ultimi giorni la notizia della vendita del Bauer Palace di Venezia, hotel cinque stelle affacciato su Canal Grande vicino a San Marco che passa così dal fondo americano Elliott al gruppo internazionale Signa per una cifra intorno a 240- 260 milioni di euro. In dirittura di arrivo ci sarebbe anche la vendita dell’asset della Giudecca, a un investitore privato francese, che a suo tempo era stato scorporato da Bauer Spa, a seguito dell’acquisizione del debito da parte di Elliott nel 2016. Renzo Rosso, invece, ha acquistato attravers la sua holding Red Circle Investments il più antico albergo di Cortina, l’hotel Ancora.
Nel terzo trimestre 2020 si siglerà anche il contratto definitivo - per il momento è stato firmato il preliminare - della vendita degli hotel The Dedica Anthology da Varde a Covivio. Un deal che vale 640 milioni di euro e per il quale Covivio vorrebbe trattare sul prezzo dopo che è scoppiata la pandemia. Aldrovandi è sul mercato ma fa fatica a trovare un compratore.
Fatturati per camera in calo
« C’è stata una caduta importante del RevPar ( fatturato generato per camera disponibile) - dice Claudia Bisignani, responsabile della divisione hotel di Jll -. Il primo trimestre 2020 se comparato al 2019 nei mercati principali registra una perdita del RevPar del segmento lusso a Roma, del 43,7%, a Milano del 22,6%, a Firenze del 40% e a Venezia del 44,5%. Il decremento afferente il primo quarter 2020 è attribuibile al tasso di occupazione registrato nel mese di marzo, pari all’ 1% per i mercati sopra indicati, tranne a Roma dove è stato del 3% » .
La elevata liquidità in circolazione in cerca di investimenti interessanti non ha però accantonato il mercato italiano, dove ci sono molti asset di pregio guardati con interesse soprattutto da investitori internazionali. Si vocifera nel settore che si potrebbe profilare la vendita del Caesar Augustus di Capri.
« Confermo che l’interesse verso il mercato alberghiero italiano rimane forte da parte dei principali investitori di mercato – dice ancora Bisignani -, sebbene l’attuale scenario di incertezza abbia imposto in alcuni player un atteggiamento più cauto » .
La richiesta di sconti
Lo scenario per il futuro è molto legato all’epidemia. Ci sarà un rimbalzo nel 2021? Sconfitto il virus, con il vaccino o una cura, si tornerà a viaggiare e gli alberghi a fatturare. « Per adesso il mercato sarà domestico - dice Bisignani -, ma si delineano molte aperture, soprattutto per i resort » . Alla finestra ci sono anche gli investitori opportunistici, a caccia di occasioni.
«L’aspettativa da parte degli acquirenti è di sconti importanti - Marco Zalamena, head of hospitality di EY - e i proprietari, se non in difficoltà, resistono. Le operazioni chiuse erano già tutte finanziate, ne sono saltate altre che erano subject to financing » . Gli investitori “core” stanno cercando di capire se verranno pagati gli affitti. EY sta vendendo due ex hotel Valtur, a Favignana e a Caporizzuto, circa 700 camere che erano di proprietà della famiglia Patti.