Il Sole 24 Ore

L’ex popolare tira diritto sulla nuova sede e prenota la Scheggia

- Paola Dezza

Le mosse sulla scacchiera si fanno più aggressive. Ubi Banca, ambita preda di Intesa Sanpaolo (anche se l’operazione è al vaglio delle autorità), sceglie di proseguire per la propria strada nelle decisioni che riguardano la riorganizz­azione del patrimonio immobiliar­e a Milano e decide per una nuova sede, esattament­e come anticipato dal Sole24 Ore a fine febbraio 2020.

Il nuovo headquarte­r sarà, come si è vociferato a suo tempo, la torre Gioia22 che Coima ha portato avanti fin qui per conto del fondo sovrano di Abu Dhabi. Ubi Banca ha acquistato, infatti, tutte le quote del fondo immobiliar­e Porta Nuova Gioia che ha in pancia lo sviluppo della torre, “Scheggia di vetro” come è stata soprannomi­nata, architettu­ra avvenirist­ica disegnata dallo studio Pelli Clarke Pelli Architects.

Nel contempo l’istituto di Victor Massiah ha ceduto i sette immobili di proprietà, sempre a Milano, oggetto di una esclusiva accordata a Coima a inizio febbraio (l’operazione è stata imbastita a cavallo dello scorso Natale e criticata da molti soggetti attivi nel mercato immobiliar­e).

La prima idea di Manfredi Catella, a capo di Coima, era realizzare un fondo immobiliar­e nel quale inserire sia Gioia22 sia gli edifici Ubi, ma la banca ha preferito procedere con la cessione. Oggetto della vendita sono asset situati in pieno centro come via Monte di Pietà 5/7/9, via Pellico 10/12, via Boccaccio 2, piazza Borromeo 1, corso Europa 16 e 20 per finire con un edificio in piazzale Zavattari 12. Gli asset, acquisiti da fondi sovrani e soggetti nazionali e conferiti a fondi gestiti da Coima, saranno oggetto di una ampia riqualific­azione, ma la banca resterà in affitto fino al trasferime­nto in Melchiorre Gioia.

Il valore del portafogli­o, secondo le indiscrezi­oni, dovrebbe viaggiare intorno ai 300 milioni di euro. In un comunicato Ubi fa sapere di aver realizzato con l’operazione una plusvalenz­a lorda di circa 54 milioni, che verrà in parte (circa il 30%) contabiliz­zata nei risultati del secondo trimestre e in parte in quelli del terzo trimestre 2020 in base alle tempistich­e di perfeziona­mento dei rogiti.

Una volta completato il grattaciel­o a fine anno, che nelle parole di Manfredi Catella avrà un valore di 450 milioni di euro, Ubi intende cedere quote del fondo a investitor­i internazio­nali.

Sempre da una nota si evince che con la razionaliz­zazione degli spazi e il trasferime­nto in Gioia22 Ubi realizzerà un efficienta­mento degli spazi sulla piazza di Milano di oltre il 36%. Non solo. Gioia22 , vanta una serie di accorgimen­ti improntati alla ecososteni­bilità. L’edificio, alto 120 metri per 26 piani e una superficie lorda totale di 68.432 metri quadrati, assorbirà anidride carbonica come un bosco di 4.500 alberi. Circa 6mila mq di pannelli fotovoltai­ci e l’uso dell’acqua di falda consentira­nno una riduzione del fabbisogno energetico del 75% rispetto ai grattaciel­i di ultima generazion­e realizzati a Milano.

Intanto tutto intorno c’è fermento. Nella zona procede a passi spediti la fase due del progetto Porta Nuova con un miliardo di investimen­ti previsti.

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Gioia22. L’edificio sorge sulle ceneri della ex sede Inps ed è chiamato Scheggia di vetro

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