Generali e il dossier Svizzera: vendita o aumento
Il gruppo intanto chiude l’arbitrato su Bsi: impatto di 183 milioni nel semestre
Generali chiude dopo quasi quattro anni l’arbitrato con Btg Pactual sulla cessione di Bsi ma contemporaneamente apre un altro fronte in Svizzera. La compagnia ha infatti avviato una riflessione sul destino da riservare alla controllata Generali Svizzera. Rispetto alla quale all’orizzonte si profila una possibile vendita ma anche la potenziale necessità di venire in supporto dell’azienda con mezzi freschi.
Tornando però alla prima operazione, il Leone ha annunciato ieri di aver raggiunto un accordo transattivo con la controparte che prevede il pagamento di un importo «pari a 245 milioni di franchi svizzeri a titolo di indennizzo e aggiustamento prezzo e l’abbandono dell’arbitrato». L’impatto netto sui risultati del gruppo nel primo semestre 2020 sarà pari a 195 milioni di franchi svizzeri, che equivalgono a circa 183 milioni di euro, tenuto conto di accantonamenti preesistenti a copertura di spese legali.
Quanto al secondo dossier, una decisione su Generali Svizzera non è ancora stata presa ma l’asset è al vaglio del management. E questo per due ragioni. Da un lato perché nell’ambito del più ampio piano di valutazione dei paesi strategici e dell’ottimizzazione della presenza geografica il continuare a operare o meno sul territorio elvetico è un interrogativo al quale la compagnia sta cercando di rispondere. Allo stesso tempo però la recente dinamica dei mercati con la forte tensione sulle piazze finanziarie ha alzato il livello di attenzione su tutte le 350 società che fanno capo al Leone. Questo ha portato al monitoraggio costante degli indicatori di solidità patrimoniale di tutte le aziende che fanno parte del perimetro del gruppo. Sulla Svizzera dunque si sarebbe acceso un faro. Mossa compatibile, come detto, con il contesto attuale. La situazione, in ogni caso, potenzialmente verrà gestita all’interno del gruppo che farà da camera di compensazione tra le differenti posizione delle controllate. Esistono, in questo momento, realtà con capitale in eccesso che possono mettere a disposizione la propria forza patrimoniale ed altre che magari necessitano di un intervento di riequilibrio, il tutto all’interno di una compagnia che ha un profilo solido nel suo complesso. Quanto a Generali Svizzera, evidentemente, potrebbe essere destinataria del supporto della casa madre. In che misura al momento non è dato saperlo.
Detto questo, come scriveva Bloomberg, è possibile che Generali ragioni sull’asset anche in termini di vendita sebbene non risulti sia stata assunta alcuna decisione precisa in proposito, semplicemente sarebbe stata avviata una riflessione attorno all’azienda. Va ricordato che il piano di ottimizzazione geografica, relativo al periodo 2016-2018, ha fruttato alla società circa 2,3 miliardi di dollari e l’uscita da alcuni paesi ritenuti marginali tra i quali Panama, Belgio e Olanda. Nello specifico, la divisione svizzera conta oltre 1 milione di clienti e vale in tutto 2 miliardi di franchi svizzeri di premi. Complessivamente impiega 1.800 persone ed ha una rete di 53 agenzie. Il bilancio 2019 si è chiuso tuttavia con un risultato netto di 70,5 milioni di franchi svizzeri, in calo di 123,7 milioni rispetto all’anno precedente. Questo in virtù del fatto che la compagnia, stante il prolungato periodo di tassi d’interesse bassi, ha deciso di utilizzare parte dei profitti per rafforzare le riserve. La realtà, in ogni caso, ha un certo peso nell’ambito del portafoglio del Leone e anche in virtù di ciò il dossier è finito sulla scrivania del management.