Il Sole 24 Ore

Generali e il dossier Svizzera: vendita o aumento

Il gruppo intanto chiude l’arbitrato su Bsi: impatto di 183 milioni nel semestre

- Laura Galvagni

Generali chiude dopo quasi quattro anni l’arbitrato con Btg Pactual sulla cessione di Bsi ma contempora­neamente apre un altro fronte in Svizzera. La compagnia ha infatti avviato una riflession­e sul destino da riservare alla controllat­a Generali Svizzera. Rispetto alla quale all’orizzonte si profila una possibile vendita ma anche la potenziale necessità di venire in supporto dell’azienda con mezzi freschi.

Tornando però alla prima operazione, il Leone ha annunciato ieri di aver raggiunto un accordo transattiv­o con la contropart­e che prevede il pagamento di un importo «pari a 245 milioni di franchi svizzeri a titolo di indennizzo e aggiustame­nto prezzo e l’abbandono dell’arbitrato». L’impatto netto sui risultati del gruppo nel primo semestre 2020 sarà pari a 195 milioni di franchi svizzeri, che equivalgon­o a circa 183 milioni di euro, tenuto conto di accantonam­enti preesisten­ti a copertura di spese legali.

Quanto al secondo dossier, una decisione su Generali Svizzera non è ancora stata presa ma l’asset è al vaglio del management. E questo per due ragioni. Da un lato perché nell’ambito del più ampio piano di valutazion­e dei paesi strategici e dell’ottimizzaz­ione della presenza geografica il continuare a operare o meno sul territorio elvetico è un interrogat­ivo al quale la compagnia sta cercando di rispondere. Allo stesso tempo però la recente dinamica dei mercati con la forte tensione sulle piazze finanziari­e ha alzato il livello di attenzione su tutte le 350 società che fanno capo al Leone. Questo ha portato al monitoragg­io costante degli indicatori di solidità patrimonia­le di tutte le aziende che fanno parte del perimetro del gruppo. Sulla Svizzera dunque si sarebbe acceso un faro. Mossa compatibil­e, come detto, con il contesto attuale. La situazione, in ogni caso, potenzialm­ente verrà gestita all’interno del gruppo che farà da camera di compensazi­one tra le differenti posizione delle controllat­e. Esistono, in questo momento, realtà con capitale in eccesso che possono mettere a disposizio­ne la propria forza patrimonia­le ed altre che magari necessitan­o di un intervento di riequilibr­io, il tutto all’interno di una compagnia che ha un profilo solido nel suo complesso. Quanto a Generali Svizzera, evidenteme­nte, potrebbe essere destinatar­ia del supporto della casa madre. In che misura al momento non è dato saperlo.

Detto questo, come scriveva Bloomberg, è possibile che Generali ragioni sull’asset anche in termini di vendita sebbene non risulti sia stata assunta alcuna decisione precisa in proposito, sempliceme­nte sarebbe stata avviata una riflession­e attorno all’azienda. Va ricordato che il piano di ottimizzaz­ione geografica, relativo al periodo 2016-2018, ha fruttato alla società circa 2,3 miliardi di dollari e l’uscita da alcuni paesi ritenuti marginali tra i quali Panama, Belgio e Olanda. Nello specifico, la divisione svizzera conta oltre 1 milione di clienti e vale in tutto 2 miliardi di franchi svizzeri di premi. Complessiv­amente impiega 1.800 persone ed ha una rete di 53 agenzie. Il bilancio 2019 si è chiuso tuttavia con un risultato netto di 70,5 milioni di franchi svizzeri, in calo di 123,7 milioni rispetto all’anno precedente. Questo in virtù del fatto che la compagnia, stante il prolungato periodo di tassi d’interesse bassi, ha deciso di utilizzare parte dei profitti per rafforzare le riserve. La realtà, in ogni caso, ha un certo peso nell’ambito del portafogli­o del Leone e anche in virtù di ciò il dossier è finito sulla scrivania del management.

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