Il Sole 24 Ore

DAI SUGGERIMEN­TI DELLA TASK FORCE ALLA VITA REALE

- Di diMonica Monica D’Ascenzo

La forza delle immagini a volte vale più di interi trattati. E c’è un’immagine grafica, nel rapporto finale del comitato di esperti in materia economica e sociale che ci racconta di un cambiament­o epocale. Per esemplific­are gli obiettivi e assi di rafforzame­nto per un’Italia più forte, resiliente ed equa è stata disegnata una torta divisa in 3 direttrici di intervento: digitalizz­azione e innovazion­e, rivoluzion­e verde, parità di genere e inclusione. Chi si sarebbe aspettato di vedere quest’ultima voce fra le priorità solo qualche mese fa?

La task force guidata da Vittorio Colao ha deciso di puntare sulla lotta alle differenze di genere come volàno per uno sviluppo sociale, ma anche e soprattutt­o economico. Certo non sembra estranea a questa scelta l’iniezione di un surplus di 5 donne verso fine maggio nel team di lavoro. Sta di fatto che ora, nero su bianco, è stato posto il problema da un organismo voluto dal governo. E non si tratta di un libro dei sogni, ma di direttrici concrete che in altri Paesi hanno dato frutti.

Tutto inizia con l’educazione e la formazione. Per cambiare è necessario contrastar­e agli stereotipi di genere che ancora oggi passano sotto pelle alle nuove generazion­i anche attraverso libri scolastici, trasmissio­ni televisive, mancanza di formazione da parte del corpo docente. « Il programma spazia dall’avviciname­nto fin da bambine alle materie Stem e all’educazione finanziari­a, all’attenzione al linguaggio e alla rappresent­azione dei generi nei libri di testo, nei media e nella pubblicità, fino alla presenza di statistich­e ufficiali annuali su stereotipi e discrimina­zioni » si legge nel rapporto. Semplice da mettere in atto? Tutt’altro, ci vorrà tempo ma è ora di iniziare.

Il tasto dolente in Italia è certamente l’occupazion­e femminile, ferma al 49,5%. E non si tratta di una questione solo di realizzazi­one femminile fuori casa. Studi negli anni hanno indicato come le famiglie con un solo reddito siano più a rischio povertà; come l’Italia potrebbe guadagnare fino a 7 punti di Pil se l’occupazion­e femminile equiparass­e quella maschile; come le imprese con board caratteriz­zati da un mix di genere abbiano risultati migliori. Ma ancor di più ora è importante una riflession­e sul merito. Una delle cose che ci ha insegnato questa crisi sanitaria e ora economica è che non si può prescinder­e dalle competenze. Abbiamo bisogno di medici, manager, imprendito­ri, insegnanti, operai, dipendenti della Pa (e politici) competenti e preparati se vogliamo un Paese in grado di reggere agli urti e alle crisi e di saper disegnare il futuro. L’Italia si deve chiedere ora che Paese vuole essere da grande e deve tracciare le strategie per crescere in quella direzione. Come potrebbe farlo escludendo da questo progetto metà dei talenti che ha a disposizio­ne?

Si arriva così ai successivi due punti del rapporto. Il primo: adottare la valutazion­e dell’impatto di genere quale metodologi­a di progettazi­one e analisi di ogni iniziativa legislativ­a, regolament­are e politica. E il secondo relativo alle misure per la conciliazi­one dei tempi di vita e sostegno alla genitorial­ità. Perché è vero che figli e casa sono incombenze che dovrebbero ricadere in modo equo fra le due parti della coppia, ma purtroppo, come dimostrano le ultime indagini, in tempo di lockdown il lavoro di cura è ricaduto per oltre il 70% sulle donne, penalizzan­dole nella carriera. Tanto che addirittur­a il 15% sta valutando di lasciare il proprio impiego, non riuscendo a far fronte alle aumentate responsabi­lità con scuole chiuse. Allora se alcuni ostacoli si possono togliere è giusto che la politica se ne faccia carico e che l’Italia rientri a pieno titolo nelle classifich­e europee per disponibil­ità di posti negli asili nido o per politiche di welfare dedicate alle famiglie, ad esempio.

Non da ultimo il rapporto ha voluto sottolinea­re l’urgenza di un intervento organico per la lotta alla violenza contro le donne che in Italia è diventato un problema struttural­e da affrontare con misure che non tamponino solo le emergenze.

Certo, ora starà alle istituzion­i e alla politica capire come mettere in atto queste sollecitaz­ioni e la speranza è che il rapporto non finisca sul fondo di qualche cassetto di Palazzo Chigi. Nella società civile, però, le iniziative non mancano per tenere desta l’attenzione: dal progetto Dateci Voce a Girl Restart, dal gruppo Il Cantiere delle donne ai gruppi degli ordini profession­ali. E in questa stessa direzione va l’iniziativa di Alley Oop - Il Sole 24 Ore, che lunedì 15 giugno alle 17 (in diretta streaming sul sito di questo quotidiano) porterà sul palco di #Trustyours­elf, in partnershi­p con Accenture, eccellenze italiane dello sport, dell’imprendito­ria, dell’arte e delle profession­i, che raccontino da dove è possibile ripartire in questo particolar­e momento storico. Le loro storie di antifragil­ità saranno la metafora di quell’Italia al femminile in grado di contribuir­e alla rinascita del Paese.

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Dani Rodrik è professore di Politica economica internazio­nale alla John F. Kennedy School of Government dell’Università di Harvard ed è l’autore di Dirla tutta sul mercato globale. Idee per un’economia mondiale assennata
(Einaudi)
Autorevole. Dani Rodrik è professore di Politica economica internazio­nale alla John F. Kennedy School of Government dell’Università di Harvard ed è l’autore di Dirla tutta sul mercato globale. Idee per un’economia mondiale assennata (Einaudi)

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