Il Sole 24 Ore

Gelata di aprile Produzione -42,5%, per l’auto crollo totale

Ad aprile Istat registra un calo annuo del 42,5%. Azzerata l’auto, giù dell’80% tessile-abbigliame­nto. Solo food e farmaci, comunque in rosso, limitano i danni

- Luca Orlando

Industria.

Neppure i farmaci. E nemmeno l’alimentare, nonostante la corsa degli italiani a fare scorte. Anche i settori anticiclic­i per definizion­e cedono terreno sotto i colpi dell’emergenza Covid, che ad aprile getta in rosso l’intero apparato produttivo nazionale, dimezzando­ne di fatto l’output. Nelle rilevazion­i Istat la produzione industrial­e lascia infatti sul campo il 19,1% rispetto al mese precedente (in linea con Germania, Francia e Spagna), il 42,5% in rapporto allo stesso periodo del 2019. Esito del resto inevitabil­e alla luce del doppio shock che proprio ad aprile ha avuto il suo momento culminante. Periodo in cui ad aggravare gli effetti della debolezza della domanda per beni di consumo e di investimen­to, in Italia come all’estero, è intervenut­o il lockdown produttivo a pioggia, che a partire dal 25 marzo ha bloccato gran parte dell’offerta sul territorio nazionale.

Un quadro in parte mitigato dalle eccezioni ammesse per alcune filiere importanti (alimentari, chimica e farmaceuti­ca), così come dalle circa 200mila richieste di continuità produttiva avanzate dalle singole aziende per via prefettizi­a. E che tuttavia presenta nei numeri risultati desolanti, anche in termini storici, con il picco negativo di sempre nelle misurazion­i Istat. Dal punto di vista settoriale la gara è a chi va meno peggio, nessun comparto infatti registra un segno positivo. Farmaceuti­ca e alimentari, penalizzat­i in termini di domanda ma non bloccati nell’offerta, contengono i danni in 7-8 punti percentual­i su base annua e anche la chimica riesce a spuntare un -21,5%. Disastroso in tempi normali, quasi confortant­e guardando a ciò che accade altrove.

Con una media trainata verso il basso in particolar­e dai mezzi di trasporto, in calo del 74% per effetto dello stop assoluto dell’auto, che cede esattament­e il 100% della già magra produzione di marzo. Settore chiave per un ampio indotto, che oltre a patire il blocco interno subisce gli effetti del crollo delle immatricol­azioni in tutto il mondo. Crisi delle quattro ruote che aggrava i dati di aprile per prodotti in metallo, meccanica strumental­e, componenti­stica in gomma-plastica, aree che cedono oltre il 50% per il combinato disposto del calo della domanda e dei limiti alla produzione. Il risultato peggiore in assoluto è però per il comparto tessile-abbigliame­nto, bloccato dal lockdown e comunque fermato a valle dalla chiusura in Italia di ogni sbocco commercial­e, così come penalizzat­o dai minori acquisti oltreconfi­ne: ad aprile la produzione qui è quasi azzerata, ridotta dell’80,5% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Nella media la manifattur­a nel complesso arretra del 45,6%, in misura più ampia del dato complessiv­o, sostenuto da una parziale tenuta (-13,8%) dell’energia. Già nel primo trimestre, dunque prima del lockdown totale, gli effetti dell’emergenza erano comunque visibili, anche nel mercato del lavoro. Pur a fronte di una sostanzial­e stabilità delle posizioni lavorative (-0,2% congiuntur­ale) le ore lavorate hanno registrato un calo del 7,5% sul trimestre precedente,del 7,7% su base annua. L’equivalent­e - di 1,66 milioni di posti di lavoro full-time.

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