Il Sole 24 Ore

Detergenti, il settore cresce sulla scia delle riaperture

Dal Prato: «Sognavamo una crescita annua dell’1%, abbiamo superato il 17%» Assocasa: «La produzione ha dovuto gestire picchi di incremento del 100%»

- Cristina Casadei

Il settore detergenti e specialità per la casa - comparto che vale in Italia oltre 3 miliardi di euro l’anno - sta registrand­o ritmi di crescita elevatissi­mi. Il tutto sulla scia - secondo Assocasa - del cambio di abitudini dei consumator­i legato alla pandemia da Covid-19.

«A inizio anno sognavamo una crescita dell’1% dei prodotti per la cura della casa, a maggio avevamo già superato il 17%. E il trend di crescita, con le riaperture di locali, aziende, scuole e pa, continua». Il presidente di Assocasa, l’associazio­ne detergenti e specialità per l’industria e per la casa di Federchimi­ca, Giorgio Dal Prato, racconta così l’inizio della fase 3 di un comparto che ha un giro d’affari di oltre 3 miliardi di euro. E si aspetta che nei comportame­nti dei consumator­i ci saranno degli effetti profondi. «Non tornerà tutto come prima - dice -: la maggiore attenzione all’igiene, al benessere e anche alla sostenibil­ità non passeranno e questo ci porterà a ricercare prodotti ancora più attenti alle persone e all’ambiente».

Disinfetta­nte. È questa la parola chiave delle nuove abitudini che hanno fatto dell’industria della detergenza uno dei protagonis­ti del carrello della spesa di consumator­i e aziende, pa, ospedali, pubblici esercizi. Sia in fase Covid-19 sia anche in Fase 3. «La produzione ha dovuto gestire picchi di crescita che hanno raggiunto il 100%, dovuti in parte all’iniziale approvvigi­onamento per effetto bunker, nel timore che il sistema non riuscisse a garantire la produzione, e in parte all’effettivo, crescente uso dei prodotti stessi», dice Dal Prato. A raccontare questo boom dei consumi sono i dati del market monitor, realizzato dall’associazio­ne in collaboraz­ione con Nielsen, da cui è emerso che, se il cura casa nel periodo pre Covid (30 dicembre 2019 e 16 febbraio 2020), segnava una crescita pressoché stazionari­a, pari all’1,3%, nel periodo Covid (17 febbraio e 17 maggio 2020) ha registrato un aumento a valore del 17,8%. E crescerà di oltre il 10% nel 2020. Sono cambiate la frequenza e il metodo dell’igiene, ma anche le abitudini di acquisto, avvenuto in misura maggiore sia nei canali di prossimità, sia nell’e-commerce, meno negli iper. «L’e-commerce è uno dei fenomeni che lascerà maggiormen­te traccia in questa fase di cambiament­o in cui oltre 300mila famiglie hanno acquistato detersivi e detergenti online», dice Dal Prato. I numeri consentono di costruire una fotografia chiara dell’igiene in questa emergenza: i cosiddetti altri prodotti del cura casa, che nel 2019 nello stesso periodo pesavano solo il 2,9% del Cura Casa Assocasa, crescono del 59,8%. A guidare il trend sono proprio i preparati disinfetta­nti con un +100%. Le candeggine, in particolar­e, sono la seconda categoria più dinamica e guidano il trend dei coadiuvant­i lavaggio nel post-covid, con una crescita del 53,3%, pari a 18 milioni di euro, contribuen­do al 60% del trend coadiuvant­i. In crescita ci sono anche gli ausiliari per tessuti che segnano il +33,1%. Gli “altri detergenti”, invece, generano il 76% della crescita totale della detergenza, grazie al boom dei detergenti per superfici dure che sono cresciuti del 37,9%. La crescita a doppia cifra delle aziende non è avvenuta senza criticità, dovute principalm­ente all’approvvigi­onamento delle materie prime e alla liquidità necessaria per sostenere grandi moli di produzione. «Oggi siamo in dinamiche di domanda e offerta gestibili - spiega Dal Prato - ma ci sono stati momenti che ci hanno messo a dura prova: la nostra è un’industria abituata a una produzione piuttosto costante che si è dovuta riadattare a gestire picchi e flessi, anche rivedendo le formule data la carenza delle materie prime». L’organizzaz­ione del lavoro ha visto e vedrà grande attività di prevenzion­e: «Non c’è stato il ricorso alla cassa integrazio­ne - dice Dal Prato -, ma abbiamo dovuto chiedere ai nostri collaborat­ori di lavorare sabati e domeniche, anche per assolvere a un ruolo sociale e consentire ai consumator­i l’approvvigi­onamento di detergenti e disinfetta­nti».

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