Il Sole 24 Ore

Lavoro, liquidità, Pa: le richieste Ue

Riforme. Le risorse europee dovranno finanziare interventi coerenti con le raccomanda­zioni di maggio Priorità. Urgente un piano di investimen­ti per la sanità, l’Italia punti su scuola, digitale, mobilità ed economia green

- Giuseppe Chiellino

Puntare sull’apprendime­nto a distanza. In Italia l’abbandono scolastico è al 13,5%, 3 punti sopra la media Ue

Tra i nodi irrisolti del pubblico la lentezza delle procedure, soprattutt­o nella giustizia civile, il basso livello di digitalizz­azione

In vista del Consiglio europeo del 19 giugno, la Commission­e Ue delinea il timing per l’attivazion­e delle risorse

Nella definizion­e dell’agenda di riforme per rilanciare il Paese dopo la recessione c’è un interlocut­ore di cui non si potrà non tener conto. È il principale “donatore”, l’Unione europea, da cui nei prossimi anni arriverann­o all’Italia trai 230 e i 260 miliardi, tra prestiti a tassi prossimi allo zero e sovvenzion­i a fondo perduto. L’erogazione di queste risorse, non solo per l’Italia, sarà condiziona­ta a un piano nazionale di riforme coerente con le raccomanda­zioni che la Ue rivolge a ciascun Paese nell’ambito del cosiddetto “semestre europeo”. I finanziame­nti arriverann­o per tranche, col progredire delle riforme, sul modello della Banca mondiale. Le raccomanda­zioni per ciascun Paese sono state pubblicate il 20 maggio e da quelle bisogna partire per creare un canovaccio di riforme e di interventi facilmente finanziabi­li con i fondi europei, evitando faticosi negoziati con la Ue. Non si può ignorare il nodo sovranità, ma con il debito sopra il 150% del Pile la recessione in atto, se si vogliono gli aiuti c’ è po coda discutere.

Piano strategico per la sanità

Il primo punto è quello sanitario. «Le politiche post Covid-19 dovrebbero puntare a colmare la carenza di investimen­ti pubblici nell’assistenza sanitaria» con un «piano di investimen­ti strategici a medio-lungo termine, fondamenta­le per migliorare la resilienza del sistema sanitario e per garantire continuità nella prestazion­e dei servizi di assistenza». Secondo la Ue «la priorità dovrebbe essere la rimozione degli impediment­i alla formazione, all’assunzione e al mantenimen­to in servizio» di medici e infermieri. «Da migliorare» il coordiname­nto tra Stato e regioni.

Ammortizza­tori sociali

«Gli ammortizza­tori sociali dovrebbero essere rafforzati per garantire redditi sostitutiv­i adeguati, in particolar­e ai lavoratori atipici e alle persone più vulnerabil­i». Il reddito di cittadinan­za, utile per un milione di famiglie, si potrebbe migliorare per raggiunger­e chi è più in difficoltà, come dovrebbe accadere con il reddito di emergenza.

Lavoro, istruzione e rete digitale

Per una ripresa sostenibil­e e inclusiva« è fondamenta­le l’ integrazio­ne nel mercato del lavoro delle donne e dei giovani inattivi ». Tuttavia« la capacità di collocamen­to resta modesta e molto variabile» tra regioni. L’emergenza ha dimostrato «la necessità di migliorare l’apprendime­nto e le competenze digitali». Guardando agli obiettivi della transizion­e verde e verde e digitale, digitale, laUe ricordai ritardi nellacoper­tura in fibra soprattutt­o nelle zone rurali: ritardched­ur ante il lockdown hanno tagliato fuori molte Pmi.

Abbandono scolastico

Al digitale si lega anche l’ abbandono scolastico, in Italia al 13,5%,3 punti sopra la media U eme dia U e (33%(33% per gli studenti nati fuori dallaUe). In un contesto di mobilità limitata e di differenze regionali sempre più marcate ,« investire nell’ apprendime­nto a distanza, nelle infrastrut­ture e nelle competenze digitali di docenti e alunni competenze digita lidi docenti e alunni è è particolar­mente importante».

Pa, giustizia civile e liquidità

La lentezza delle procedure, soprattutt­o nella giustizia civile, il basso livello di digitalizz­azione e la scarsa capacità amministra­tiva restano i nodi irrisolti del sistema pubblico che durante l’ emergenzah apersi norallenta­tol’ e rogazione degli aiuti. Occorre rendere interopera­bilità dei servizi digitali, anche per velocizzar­e i controlli, semplifica­ndo normative settoriali e aumentando la concorrenz­a: passaggi essenziali anche per «garantire l’effettiva attuazione» delle misure adottate per assicurare liquidità a imprese (Pmi e imprese innovative in particolar­e) e lavoratori autonomi.

Transizion­e verde

Gli investimen­ti per la transizion­e verde «saranno rilevanti per la ripresa e per aumentare la resilienza». Per trasformar­e l’Italia in un’economia «climaticam­ente neutra bisogna insistere su nuove fonti rinnovabil­i ed efficienza energetica». Mobilità sostenibil­e, economia circolare, gestione delle acque e dei rifiuti soprattutt­o al Sud, e trasformaz­ione industrial­e (ex-Ilva) sono fronti su cui agire per modernizza­re il Paese e per generare posti di lavoro e crescita economica.

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Maxi piano europeo. Tra prestiti a tassi prossimi allo zero e sovvenzion­i a fondo perduto. L’erogazione di queste risorse per l’Italia, sarà condiziona­ta ad un piano nazionale di riforme coerente con le raccomanda­zioni che l’Unione rivolge a ciascun Paese.

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