Lavoro, liquidità, Pa: le richieste Ue
Riforme. Le risorse europee dovranno finanziare interventi coerenti con le raccomandazioni di maggio Priorità. Urgente un piano di investimenti per la sanità, l’Italia punti su scuola, digitale, mobilità ed economia green
Puntare sull’apprendimento a distanza. In Italia l’abbandono scolastico è al 13,5%, 3 punti sopra la media Ue
Tra i nodi irrisolti del pubblico la lentezza delle procedure, soprattutto nella giustizia civile, il basso livello di digitalizzazione
In vista del Consiglio europeo del 19 giugno, la Commissione Ue delinea il timing per l’attivazione delle risorse
Nella definizione dell’agenda di riforme per rilanciare il Paese dopo la recessione c’è un interlocutore di cui non si potrà non tener conto. È il principale “donatore”, l’Unione europea, da cui nei prossimi anni arriveranno all’Italia trai 230 e i 260 miliardi, tra prestiti a tassi prossimi allo zero e sovvenzioni a fondo perduto. L’erogazione di queste risorse, non solo per l’Italia, sarà condizionata a un piano nazionale di riforme coerente con le raccomandazioni che la Ue rivolge a ciascun Paese nell’ambito del cosiddetto “semestre europeo”. I finanziamenti arriveranno per tranche, col progredire delle riforme, sul modello della Banca mondiale. Le raccomandazioni per ciascun Paese sono state pubblicate il 20 maggio e da quelle bisogna partire per creare un canovaccio di riforme e di interventi facilmente finanziabili con i fondi europei, evitando faticosi negoziati con la Ue. Non si può ignorare il nodo sovranità, ma con il debito sopra il 150% del Pile la recessione in atto, se si vogliono gli aiuti c’ è po coda discutere.
Piano strategico per la sanità
Il primo punto è quello sanitario. «Le politiche post Covid-19 dovrebbero puntare a colmare la carenza di investimenti pubblici nell’assistenza sanitaria» con un «piano di investimenti strategici a medio-lungo termine, fondamentale per migliorare la resilienza del sistema sanitario e per garantire continuità nella prestazione dei servizi di assistenza». Secondo la Ue «la priorità dovrebbe essere la rimozione degli impedimenti alla formazione, all’assunzione e al mantenimento in servizio» di medici e infermieri. «Da migliorare» il coordinamento tra Stato e regioni.
Ammortizzatori sociali
«Gli ammortizzatori sociali dovrebbero essere rafforzati per garantire redditi sostitutivi adeguati, in particolare ai lavoratori atipici e alle persone più vulnerabili». Il reddito di cittadinanza, utile per un milione di famiglie, si potrebbe migliorare per raggiungere chi è più in difficoltà, come dovrebbe accadere con il reddito di emergenza.
Lavoro, istruzione e rete digitale
Per una ripresa sostenibile e inclusiva« è fondamentale l’ integrazione nel mercato del lavoro delle donne e dei giovani inattivi ». Tuttavia« la capacità di collocamento resta modesta e molto variabile» tra regioni. L’emergenza ha dimostrato «la necessità di migliorare l’apprendimento e le competenze digitali». Guardando agli obiettivi della transizione verde e verde e digitale, digitale, laUe ricordai ritardi nellacopertura in fibra soprattutto nelle zone rurali: ritardchedur ante il lockdown hanno tagliato fuori molte Pmi.
Abbandono scolastico
Al digitale si lega anche l’ abbandono scolastico, in Italia al 13,5%,3 punti sopra la media U eme dia U e (33%(33% per gli studenti nati fuori dallaUe). In un contesto di mobilità limitata e di differenze regionali sempre più marcate ,« investire nell’ apprendimento a distanza, nelle infrastrutture e nelle competenze digitali di docenti e alunni competenze digita lidi docenti e alunni è è particolarmente importante».
Pa, giustizia civile e liquidità
La lentezza delle procedure, soprattutto nella giustizia civile, il basso livello di digitalizzazione e la scarsa capacità amministrativa restano i nodi irrisolti del sistema pubblico che durante l’ emergenzah apersi norallentatol’ e rogazione degli aiuti. Occorre rendere interoperabilità dei servizi digitali, anche per velocizzare i controlli, semplificando normative settoriali e aumentando la concorrenza: passaggi essenziali anche per «garantire l’effettiva attuazione» delle misure adottate per assicurare liquidità a imprese (Pmi e imprese innovative in particolare) e lavoratori autonomi.
Transizione verde
Gli investimenti per la transizione verde «saranno rilevanti per la ripresa e per aumentare la resilienza». Per trasformare l’Italia in un’economia «climaticamente neutra bisogna insistere su nuove fonti rinnovabili ed efficienza energetica». Mobilità sostenibile, economia circolare, gestione delle acque e dei rifiuti soprattutto al Sud, e trasformazione industriale (ex-Ilva) sono fronti su cui agire per modernizzare il Paese e per generare posti di lavoro e crescita economica.