Agosto, le imprese organizzano l’apertura
Automotive pronto, ma aspetta gli incentivi al mercato dell’auto
Hanno cominciato a parlarne, alcuni già con la certezza che ci sarà bisogno di restare aperti, altri con la speranza che qualcosa si muova, magari anche grazie ad eventuali azioni del governo. Tra le imprese si discute su una possibile apertura ad agosto, scaglionando le ferie. E si chiedono disponibilità e flessibilità a lavoratori e al sindacato, registrando in modo diffuso una risposta positiva. «Le maestranze delle nostre terre considerano le aziende un valore sociale importante, fa parte della nostra forza. Questa crisi ha riportato in evidenza in valore del lavoro», dice Pietro Ferrari, presidente di Confindustria Emilia Romagna.
Il lavoro, certo. Ma servono gli ordini: il settore dell’automotive è quello che ha sofferto in particolar modo, per un crollo della domanda, non solo in Italia ma anche in Germania, il paese dove esportiamo di più e al quale siamo più legati nella filiera. Lavorare ad agosto in questo comparto sarebbe una prospettiva auspicata. Per ora le prospettive non fanno intravvedere una ripresa. E il governo potrebbe avere un ruolo: «Auspichiamo che l’inversione di tendenza del mercato sia tanto violenta da farci produrre ad agosto. Un ruolo determinante in questo lo avrebbero gli incentivi, che speriamo possano essere dedicati al mercato dell’auto», commenta Paolo Scudieri, presidente di Anfia, l’associazione nazionale filiera industria automobilistica e di Adler Group (impresa che lavora nell’automotive).
Incentivi opportuni anche per Filippo Tortoriello, presidente Unindustria (Roma). «Servirebbe un colpo di remi forte per ripartire, invece il tempo passa e i problemi si acuiscono. Al “governo delle dichiarazioni” diciamo: ogni volta che è stato messo un bonus sulla vendita di auto c’è stato un ritorno fiscale. Abbiamo il parco auto più vecchio d’Europa, sarebbe
Si chiede disponibilità e flessibilità a lavoratori e al sindacato, registrando una risposta positiva
Si cerca di recuperare i mesi di chiusura. Chi ha ordini lavora di sabato, domenica e fa gli straordinari
importante stimolare la domanda», dice Tortoriello. Nel Lazio l’attività non si è mai bloccata: circa il 43% delle imprese ha sempre lavorato, il 30% ha avuto un’operatività alternata. Con la riapertura lavora circa il 70% delle imprese: «c’è un problema di domanda, che va sostenuta. Ben venga lavorare ad agosto se ci saranno gli ordini, servirà molta flessibilità, da discutere in azienda», continua Tortoriello.
Situazione variegata anche nella Toscana meridionale, come spiega Paolo Campinoti, presidente di Confindustria Toscana Sud: «non ci sono segnali stabili di ripartenza. In qualche momento sembra che si vada verso la fine del tunnel, poi magari si torna allo stop. Comunque dopo una situazione di così grande sofferenza, chi ha ordini deve recuperare, per il bene di tutti » . E Campinoti se la prende con l’incertezza di comunicazione da parte del governo e dei tecnici: «non ci sono indicazioni chiare e univoche, oltre ad un atteggiamento anti impresa e promesse non mantenute, come quella del presidente dell’Inps sul pagamento della cassa integrazione entro il 12 giugno, che non è avvenuto».
Le imprese intanto si rimboccano le maniche. «Cerchiamo di recuperare i mesi di chiusura», dice Ferrari. Chi ha ordini lavora di sabato, domenica, fa gli straordinari. «Per agosto – continua - bisognerà trovare un equilibrio tra il riposo, gli aspetti giuridici e sindacali necessari per tenere aperti. Se si potesse recuperare anche un terzo della produzione, sarebbe già qualcosa. La disponibilità c’è, anche da parte dei lavoratori. Con il fermo hanno visto una parte della loro vita annullarsi, c’è voglia di tornare in azienda».