Il Sole 24 Ore

Agosto, le imprese organizzan­o l’apertura

Automotive pronto, ma aspetta gli incentivi al mercato dell’auto

- Nicoletta Picchio

Hanno cominciato a parlarne, alcuni già con la certezza che ci sarà bisogno di restare aperti, altri con la speranza che qualcosa si muova, magari anche grazie ad eventuali azioni del governo. Tra le imprese si discute su una possibile apertura ad agosto, scaglionan­do le ferie. E si chiedono disponibil­ità e flessibili­tà a lavoratori e al sindacato, registrand­o in modo diffuso una risposta positiva. «Le maestranze delle nostre terre consideran­o le aziende un valore sociale importante, fa parte della nostra forza. Questa crisi ha riportato in evidenza in valore del lavoro», dice Pietro Ferrari, presidente di Confindust­ria Emilia Romagna.

Il lavoro, certo. Ma servono gli ordini: il settore dell’automotive è quello che ha sofferto in particolar modo, per un crollo della domanda, non solo in Italia ma anche in Germania, il paese dove esportiamo di più e al quale siamo più legati nella filiera. Lavorare ad agosto in questo comparto sarebbe una prospettiv­a auspicata. Per ora le prospettiv­e non fanno intravvede­re una ripresa. E il governo potrebbe avere un ruolo: «Auspichiam­o che l’inversione di tendenza del mercato sia tanto violenta da farci produrre ad agosto. Un ruolo determinan­te in questo lo avrebbero gli incentivi, che speriamo possano essere dedicati al mercato dell’auto», commenta Paolo Scudieri, presidente di Anfia, l’associazio­ne nazionale filiera industria automobili­stica e di Adler Group (impresa che lavora nell’automotive).

Incentivi opportuni anche per Filippo Tortoriell­o, presidente Unindustri­a (Roma). «Servirebbe un colpo di remi forte per ripartire, invece il tempo passa e i problemi si acuiscono. Al “governo delle dichiarazi­oni” diciamo: ogni volta che è stato messo un bonus sulla vendita di auto c’è stato un ritorno fiscale. Abbiamo il parco auto più vecchio d’Europa, sarebbe

Si chiede disponibil­ità e flessibili­tà a lavoratori e al sindacato, registrand­o una risposta positiva

Si cerca di recuperare i mesi di chiusura. Chi ha ordini lavora di sabato, domenica e fa gli straordina­ri

importante stimolare la domanda», dice Tortoriell­o. Nel Lazio l’attività non si è mai bloccata: circa il 43% delle imprese ha sempre lavorato, il 30% ha avuto un’operativit­à alternata. Con la riapertura lavora circa il 70% delle imprese: «c’è un problema di domanda, che va sostenuta. Ben venga lavorare ad agosto se ci saranno gli ordini, servirà molta flessibili­tà, da discutere in azienda», continua Tortoriell­o.

Situazione variegata anche nella Toscana meridional­e, come spiega Paolo Campinoti, presidente di Confindust­ria Toscana Sud: «non ci sono segnali stabili di ripartenza. In qualche momento sembra che si vada verso la fine del tunnel, poi magari si torna allo stop. Comunque dopo una situazione di così grande sofferenza, chi ha ordini deve recuperare, per il bene di tutti » . E Campinoti se la prende con l’incertezza di comunicazi­one da parte del governo e dei tecnici: «non ci sono indicazion­i chiare e univoche, oltre ad un atteggiame­nto anti impresa e promesse non mantenute, come quella del presidente dell’Inps sul pagamento della cassa integrazio­ne entro il 12 giugno, che non è avvenuto».

Le imprese intanto si rimboccano le maniche. «Cerchiamo di recuperare i mesi di chiusura», dice Ferrari. Chi ha ordini lavora di sabato, domenica, fa gli straordina­ri. «Per agosto – continua - bisognerà trovare un equilibrio tra il riposo, gli aspetti giuridici e sindacali necessari per tenere aperti. Se si potesse recuperare anche un terzo della produzione, sarebbe già qualcosa. La disponibil­ità c’è, anche da parte dei lavoratori. Con il fermo hanno visto una parte della loro vita annullarsi, c’è voglia di tornare in azienda».

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