Borse in ritirata, vince la volatilità
Avvio di seduta sprint dopo il tonfo di venerdì, poi il brusco rallentamento finale: Piazza Affari +0,43% I forti acquisti sul Bund hanno gonfiato lo spread di circa 20 punti base in una settimana a quota 186
I listini.
In cinque sedute l’indice Vix è passato da 25 a 40 punti: la turbolenza sui mercati è cresciuta del 60%
A riprendersi dalla batosta di marzo sono anche le società con prospettive di crescita elevate nel breve termine
I bond.
A inizio settimana il Vix, che misura la volatilità delle azioni a Wall Street, valeva 25 punti. Ieri lo stesso indice ha superato quota 40. In appena cinque sedute la turbolenza sui mercati finanziari, misurata anche da questo indice, è balzata del 60%. Nel mezzo ci sono state una nuova inaspettata crescita della curva dei contagi negli Usa – dopo più di un mese di contrazione – e una riunione interlocutoria ( mercoledì) della Federal Reserve in cui per la prima volta da febbraio il governatore Jerome Powell non ha elargito nuovi regali agli investitori, ormai diventati come bambini viziati: dalle banche centrali vogliono sempre di più. La liquidità in circolazione ( parametro M2) ha superato gli 85mila miliardi di dollari, oltre il Pil del pianeta. Negli ultimi anni la correlazione tra l’aumento della liquidità (determinato dall’espansione dei bilanci delle banche centrali che comprano titoli sui mercati) e l’andamento delle Borse è risultata fortissima, tanto da diventare scolastica. E questo spiega anche il forte rimbalzo degli indici dai minimi di marzo, che è diventato quasi parabolico dal 22 maggio. Ma questa settimana qualcosa si è rotto, e lo dimostrano più indicatori. A parte il Vix, sono tornati gli acquisti sul dollaro ( l’euro è sceso in area 1,12 dopo aver raggiunto un picco di periodo oltre 1,14) che ha dimostrato durante la tempesta finanziaria del Covid a marzo di essere il bene rifugio globale di ultima istanza. Ancor più dell'oro – che in questa settimana però pure si è apprezzato del 3,5% fino a 1.730 dollari l’oncia – che comunque viene anche acquistato in ragione dei tassi bassissimi, quando non sottozero, delle obbligazioni in circolazione. Acquisti anche sui Treasury Usa – ieri il rendimento del decennale è sceso allo 0,69%, 21 punti base in meno della settimana precedente – e sul Bund ( rendimento calato a - 0,44% rispetto al -0,27% di partenza). I forti acquisti sul Bund hanno gonfiato di circa 20 punti base a quota 186 lo spread con il BTp il cui rendimento però è rimasto stabile all’ 1,42%.
In questo scenario di fondo le Borse ieri hanno rispecchiato a pieno le due anime del mercato: da un lato una forza relativa al rialzo ( in virtù dell’elevata liquidità in circolazione e della scarsa competizione offerta da altre classi di investimento) ma dall’altro i tanti dubbi sul timing della ripresa economica, su un eventuale secondo lockdown autunnale e sul fatto che obiettivamente i listini si sono allontanati dai fondamentali (si veda il -24% del Pil del Regno Unito ad aprile su base annua comunicato ieri e il contestuale + 0,5% del Ftse- 100).
Piazza Affari ieri ha guadagnato lo 0,43% in una seduta iniziata in rosso, poi girata in forte rialzo con tanto di rallentamento finale. Sullo stesso copione l’S& P 500 di Wall
Street passato da +2,5% a +0,3% nel giro di poco. «La sensazione – spiega un trader – è che molti investitori abbiano preferito inizialmente cavalcare il rimbalzo dopo il tonfo di giovedì (Milano -4,81% e Wall Street - 7%) ma poi uscire per non esporsi ad eventuali notizie negative, sul fronte dei contagi negli Usa, del week end » . In ogni caso il bilancio della settimana vede il Ftse Mib arretrare del 6,4%, in linea con gli altri principali indici e la Borsa Usa flettere di quasi il 5%. Al momento potrebbe trattarsi di prese di beneficio ma lunedì scopriremo se sui mercati tornerà il copione degli ultimi due mesi ( « compro azioni perché la liquidità è tanta ma nel dubbio compro anche oro e Vix nel caso un giorno si tornasse a guardare ai fondamentali») oppure se le prese di profitto si vestiranno da Orso.